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rivista n. 3/2011 (pdf) - Carmelitani Scalzi di Sicilia

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<strong>Scalzi</strong>; <strong>di</strong>alogo che perdura tuttora e che haportato le due comunità maschile e femminilea vivere quasi in simbiosi <strong>di</strong> ideali e <strong>di</strong>intenti, come desiderava la fondatrice SantaTeresa d'Avila. Sembra impossibile tesserela storia <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>alogo vitale, <strong>di</strong> questacomunione tra le "prigioniere dell'Invisibile"e i "fratelli della Beata Vergine Maria".Tuttavia è bello ricordarne le origini, riassumerneil percorso, descriverne l'apice, checoincide con la beatificazione della MadreCan<strong>di</strong>da della Eucaristia.Le originiIl periodo delle origini è segnato dall'iniziativa<strong>di</strong> Madre Can<strong>di</strong>da e dalle <strong>di</strong>fficoltàincontrate dai primi pionieri.Il <strong>di</strong>alogo è partito senz'altro dal cuoreeucaristico <strong>di</strong> Madre Can<strong>di</strong>da dell'Eucaristiae dal suo amore per tutto Carmelo. Sullascia della sua fondatrice, che voleva semprei Padri, accanto alle sue monache per la loroassistenza spirituale, essa, neoeletta prioranel 1929, cominciò subito a sollecitare i Superiori<strong>di</strong> Roma a mandare i Frati in <strong>Sicilia</strong>,per restaurare il Carmelo maschile, scomparsocon la soppressione sancita dalle leggiSiccar<strong>di</strong>, nel 1866. Nel 1946, dopo varietrattative con il Centro dell'Or<strong>di</strong>ne, scendevafinalmente, un gruppo <strong>di</strong> religiosi dellaprovincia Veneta, per attuare questo ideale.È il periodo delle origini. Il <strong>di</strong>alogo portail segno dell'entusiasmo, della con<strong>di</strong>visione,del coraggio, dell'abnegazione e dell'ospitalità.Una grande gioia invadeva il cuore <strong>di</strong>tutti, frati e monache, perché finalmente ilgrande desiderio <strong>di</strong> Madre Maria Can<strong>di</strong>dasi era avverato e i Padri non solo eranoarrivati a Ragusa, ma ad<strong>di</strong>rittura vivevanonella foresteria del Monastero, perché, persei mesi, non trovarono altra possibilità <strong>di</strong>alloggio. «E facevano un mondo <strong>di</strong> bene».(Testimonianza)Ragusa, Chiostro del Monastero Santa Teresa37

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