L'Orlando furioso Di Ludovico Ariosto - matematica fisica ... e altro

L’Orlando furioso
Se ora Angelica appare bella a Rinaldo così come egli appare brutto e spiacevole a
lei, una volta egli le sembrava bello e lei lo amava, quanto lui la odiava quanto più non
si può.
Ora lui si affligge inutilmente e si tormenta e quindi gli è reso pan per focaccia: lei
lo odia al punto tale da desiderare la morte piuttosto che essere di lui.
Stanza 3
Rinaldo al Saracin con molto orgoglio
gridò: - Scendi, ladron, del mio cavallo!
Che mi sia tolto il mio, patir non soglio,
ma ben fo, a chi lo vuol, caro costallo:
e levar questa donna anco ti voglio;
che sarebbe a lasciartela gran fallo.
Sì perfetto destrier, donna sì degna
a un ladron non mi par che si convegna. -
Rinaldo con orgoglio gridò al saraceno: Ladro, scendi dal mio cavallo !
Non sopporto che mi sia tolto, e sono pronto a farla pagar cara a chi me lo prese. E
voglio anche prenderti questa donna, che sarebbe un gran torto lasciartela. Un cavallo
così valoroso ed una donna di tal bellezza non sono degni di un ladrone pari a te.
Stanza 4
- Tu te ne menti che ladrone io sia
(rispose il Saracin non meno altiero):
chi dicesse a te ladro, lo diria
(quanto io n'odo per fama) più con vero.
La pruova or si vedrà, chi di noi sia
più degno de la donna e del destriero;
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