L'Orlando furioso Di Ludovico Ariosto - matematica fisica ... e altro

L’Orlando furioso
E la sua terra (i suoi sudditi) dovranno tributare a lui quanto più obbligo sia
possibile, non perché da palude fu da lui trasformata in terra fertile32, non perché con
mura e fossati la renderà più sicura per i suoi cittadini, non perché la ornerà di palazzi,
templi, piazze, teatri e mille comodità;
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non perché dagli artigli de l'audace
Stanza aligero Leon terrà difesa;
non perché, quando la gallica face
per tutto avrà la bella Italia accesa,
si starà sola col suo stato in pace,
e dal timore e dai tributi illesa:
non sì per questi ed altri benefici
saran sue genti ad Ercol debitrici:
non perché la difenderà dagli artigli del leone alato (che compare sul vessillo di
Venezia), non perché quando i francesi (con Carlo VIII) conquistarono tutta l’Italia,
egli riuscì a farla rimanere neutrale e ad evitarle di pagare tributi. Non per questi ed
altri benefici i sudditi dovranno essere debitori ad Ercole (Ercole I d’Este).
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quanto che darà lor l'inclita prole,
il giusto Alfonso e Ippolito benigno,
che saran quai l'antiqua fama suole
narrar de' figli del Tindareo cigno,
ch'alternamente si privan del sole
per trar l'un l'altro de l'aer maligno.
Sarà ciascuno d'essi e pronto e forte
l'altro salvar con sua perpetua morte.
Quanto invece per l’inclita discendenza che darà loro: il giusto Alfonso (Alfonso I
successo al padre Ercole I nel governo di Ferrara) ed il benevolo Ippolito (Ippolito
d’Este, fratello di Alfonso, a cui l’Ariosto dedica l’Orlando furioso). Essi uguaglieranno
l’antico mito dei figli del Tindareo cigno, che rimasero a turno privi della luce del sole
allo scopo di salvare l’altro dalla morte.
Ciascuno dei due sarà pronto a sacrificarsi valorosamente per evitare la morte
dell’altro.
32 Parlasi dei benefici fatti da Ercole ai Ferraresi, con asciugare paludi, convertendole in fertili
campagne, ampliare la città, fortificarla, adornarla, ecc. Ercole seppe anche difendere Ferrara contro i
Veneziani, e la mantenne pacifica ed illesa nella guerra portata in Italia da Carlo VIII re di Francia nel
1494.
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