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luglio / agosto 2011 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 19BvS: dall’Archivio MalaparteDARIA GUARNATI E LE SUEEDIZIONI “ARIA D’ITALIA”Il rapporto tra Curzio e l’audace impren<strong>di</strong>trice: un carteggiovi ricorderete ancora<strong>di</strong> me – donna dai«Forsecapelli rossi – conosciutaun giorno alla Giustiniana odel libro <strong>di</strong> mio marito sulle stampe,Bianco e nero o <strong>di</strong> qualche grido <strong>di</strong>ammirazione lanciatovi attraversolo spazio (guardate che tra i suoi [sic]appassionati ammiratori c’è coluiche ha innalzato la roccaforte dellaMontecatini, Gio Ponti, col qualeparlo spesso <strong>di</strong> voi)». Così incominciauna delle prime lettere <strong>di</strong> DariaGuarnati a Curzio Malaparte, traquelle custo<strong>di</strong>te nell’Archivio Malapartedella <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato.È datata 22 agosto 1939, <strong>di</strong>ciassettesimodell’era fascista; nelleprecedenti loda lo scrittore e lo ringraziadell’avere benignamente accoltoil libro del marito e <strong>di</strong> avereintenzione <strong>di</strong> parlarne su “Prospettive”.Nel seguito della lettera, con molta deferenza,Daria Guarnati chiede un articolo per la rivista che, assiemeall’amico architetto Gio Ponti, ha in animo <strong>di</strong>pubblicare. Si tratta al momento <strong>di</strong> un numero unico,per il Natale <strong>di</strong> quell’anno. Le occorrerebbe averlo peril 5 settembre e lo invita a segnalarle l’argomento. La rivistasi chiama “Aria d’Italia”. Sarà poi riconosciuta comeuna delle più belle riviste italiane <strong>di</strong> quegli anni.Daria Guarnati è una signora poco più che quarantenne,arrivata da poco a Milano dalla natia Parigi.Suo padre, Henri Lapauze, è stato per anni conservato-LAURA MARIANI CONTIE MATTEO NOJAMalaparte in una foto della fine degli’40, scattata per la ristampa <strong>di</strong> Kaputtre del Petit Palais; lei stessa vi ha curatola collezione Dutuit sino dal1912. Al Petit Palais ha ad<strong>di</strong>ritturaabitato con il marito, GiacomoFrancesco, stu<strong>di</strong>oso d’arte e grandeesperto <strong>di</strong> stampe e incisioni.Nel 1936, alla morte prematuradel marito, Daria si trasferisce aMilano, prima in <strong>via</strong> dell’Annunciatae poi dal maggio ’39 in <strong>via</strong> Delleani,angolo Correggio. Amica <strong>di</strong> Nicodemi1 , Bar<strong>di</strong> 2 , Arrigoni 3 e Pallucchini4 , non fatica a inserirsi nei salottibuoni della città e in breve tempo<strong>di</strong>venta una della animatrici delleserate culturali meneghine.Con il marito aveva costituitouna cospicua collezione <strong>di</strong> opered’arte: De Nittis, Gemito, Rosso,Mo<strong>di</strong>gliani, Louis David, Utrillo, De Pisis, De Chiricoe molti altri maestri, anche antichi. Oltre ai quadri, avevanoraccolto sculture, <strong>di</strong>segni e stampe antiche e moderne,tappeti persiani: il tesoro dei coniugi Guarnativiene ora venduto per finanziare la casa e<strong>di</strong>trice “DariaGuarnati E<strong>di</strong>zioni” che nel giro <strong>di</strong> una ventina d’anni,compreso il periodo bellico, sfornerà una cinquantina<strong>di</strong> titoli, quasi tutti de<strong>di</strong>cati alle arti d’ogni epoca, oltreagli 8 numeri della rivista (compreso quello intitolatoEspressione <strong>di</strong> Gio Ponti, uscito nel 1954). Oltre naturalmentealle opere <strong>di</strong> Malaparte che usciranno con la siglaAria d’Italia, <strong>di</strong> cui parleremo dopo.

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