26 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – luglio / agosto 2011BvS: il libro illustratoGASTON DE LATENAY,UN ARTISTA DA SCOPRIREDentro e oltre la sua rilettura per immagini del mito <strong>di</strong> NausikaaMAURO NASTIUn titolo come questo puòdestare qualche sorpresaquando l’illustratore è Gastonde Latenay e se, per <strong>di</strong> più, l’implicitoriferimento è proprio alle sueillustrazioni per Nausikaa: come <strong>di</strong>rea una pietra miliare, e largamentenota, nell’intera storia del libro figuratoArt Nouveau. Dell’e<strong>di</strong>zionestampata nel 1899 a Parigi, si conservapresso la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato“l’exemplaire offert à Mme Massonsur papier vélin des Vosges à la Cuve,1fabriqué spécialement” contenente22 tavole a piena pagina, 22 bordure,24 vignette, capilettera e culs-de-lampe (fig.11).Pure, come adesso vedremo, quell’ampia conoscenzasi è fermata un po’ troppo presto: l’analisi è rimasta,sostanzialmente, in superficie e, quel che è peggio, lamancanza <strong>di</strong> un adeguato approfon<strong>di</strong>mento si è tradotta,malgrado tutto, in una sottovalutazione. 1Per rendersene conto è bene partire da tre punti salientidella valutazione corrente, il primo <strong>di</strong> caratteretecnico e gli altri due <strong>di</strong> carattere estetico: le illustrazioni<strong>di</strong> Nausikaa sono autotipie, risentono della lezione deigran<strong>di</strong> silografì giapponesi, si ritrova in esse quel lirismoche caratterizza la pittura e l’illustrazione dei nabis. Terminequesto, come si sa, tratto dall’ebraico (traslitteratoalla brava) nabi, cioè “profeta”. E forse non sarà del tuttoinutile aggiungere che intorno al 1890, alludendo anchea una loro specifica e con<strong>di</strong>visa esigenza <strong>di</strong> rinnovamen-to della pittura, così si chiamaronoalcuni giovani artisti. Fra i quali, purtacendo dei minori, gioverà ricordarealmeno lo svizzero Vallotton e ifrancesi Bonnard, Denis, Desvallières,Roussel, Sérusier, Vuillard.Anche se è bene precisare che, aproposito <strong>di</strong> ‘lirismo nabi’, nessunopensa, almeno d’acchito, a Vallotton:il nabi étranger rappresenta, comequasi sempre accade, un caso a parte.Ora, quanto al primo punto,quello <strong>di</strong> carattere tecnico, è bene <strong>di</strong>resubito che, almeno in questa sede eper evidenti motivi <strong>di</strong> spazio, una <strong>di</strong>saminaadeguatamente dettagliata è fuori questione. Basti<strong>di</strong>re, a titolo riassuntivo, che, quanto alla tecnica <strong>di</strong> riproduzionedelle illustrazioni tratte dagli originali <strong>di</strong> Latenay,si tratta <strong>di</strong> fotoincisione al tratto, e dunque con matricerilevata, per la linea e invece, per il colore, <strong>di</strong> genuina,non fotomeccanica cromolitografia, dunque planografia,molto probabilmente su zinco (ma estesamente rifinita,o ad<strong>di</strong>rittura sostituita, dalla coloritura a mano).Parlare dunque solo <strong>di</strong> autotipie per le composizioni<strong>di</strong> Nausikaa è non solo riduttivo, ma conduce a un’indebitae duplice sottovalutazione <strong>di</strong> tutto il libro sul pianotecnico e, <strong>di</strong> riflesso, su quello estetico. Ma, come oravedremo, non è questo il solo modo in cui l’opera <strong>di</strong> Gastonde Latenay, e la sua traduzione nella forma libro,hanno sofferto <strong>di</strong> una valutazione fuori bersaglio.Per la verità, se si guarda più da vicino al secondocaposaldo <strong>di</strong> tale valutazione, il japonisme delle composizionicome si è detto, non si può negare l’influenza su
luglio / agosto 2011 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano 27524Nausikaa <strong>di</strong> certe stampe giapponesi. Si tratta però, piùche altro, <strong>di</strong> spunti tanto, in quegli anni, ampiamente <strong>di</strong>ffusiquanto in Latenay sostanzialmente epidermici, genericaconcessione al gusto allora dominante.Quel che importa davvero a Latenay sta altrove ma,per rendersene conto, è necessario prima passare al terzopunto, cioè se non refutare del tutto, almeno opportunamenteri<strong>di</strong>mensionare quel che <strong>di</strong> solito si <strong>di</strong>ce circa lapresenza, in Latenay, del cosiddetto lirismo nabi.Come è stato giustamente e frequentemente ripetuto(in anni maggiormente vicini a noi, e <strong>di</strong>rei con particolareefficacia, da Sasha Newman) 2 uno degli aspetti piùcaratteristici <strong>di</strong> tale lirismo, e della visione complessivadei nabis, è il loro rifiuto della fede, più o meno impressionistica,nelle apparenze. Per converso, vi è più lirismo nabinella linea, poniamo, <strong>di</strong> una calla <strong>di</strong> Pitcairn-Knowlesche in tutta la profusione florale, arbustiva e arborea dellecomposizioni <strong>di</strong> Latenay. E basti, per ulteriore contrastoilluminante con quella linea, dare uno sguardo anche all’algida,quasi accademica eleganza della coquille de Saint-Jacques porta-titolo nella copertina <strong>di</strong> Nausikaa (fig. 1).Quanto al trattamento del colore, il <strong>di</strong>scorso sostanzialmentenon cambia. In realtà, basta guardare acerte tonalità cromatiche <strong>di</strong> Latenay con un minimo <strong>di</strong>attenzione per ritrovare tutt’altro: se mai, la sobrietà dellagamma, o la sovrana delicatezza <strong>di</strong> certi azzurri e <strong>di</strong>certi malva, che ben conosciamo. Infatti sono già nellagrande pittura decorativa, e in quegli oli che paiono e voglionparere affreschi, <strong>di</strong> Puvis de Chavannes. Al qualedel resto lo stesso Latenay, buon giu<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> se stesso,amava rifarsi, giusta la testimonianza <strong>di</strong> uno dei suoi primicritici, Jean Vignaud.Per converso, è anche a partire da Puvis che in qualchemodo si inaugurano e si rinnovano modalità croma-