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Scarica l'edizione di Luglio / Agosto - Fondazione Biblioteca di via ...

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28 la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> Senato Milano – luglio / agosto 201136tiche dagli esiti così <strong>di</strong>ffusi, in<strong>di</strong>retti, ramificati e persistentida renderli ancor oggi chiaramente riconoscibiliin cose fra loro tanto <strong>di</strong>stanti quanto possono esserloun’illustrazione <strong>di</strong> Latenay e una bande dessinée <strong>di</strong> Moebius,che pure soprattutto da quei mo<strong>di</strong> del colore sonounite come da un filo sottile. Non solo: in Latenay, ancheal trattamento <strong>di</strong> temi classici, come appunto in Nausikaa,più che un classicismo problematico, <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong>sintesi qual era quello dei nabis, fa da sfondo il ben piùconfortante classicismo che proprio un Puvis potevacon<strong>di</strong>videre.Malgrado tutto questo, è doveroso aggiungere che,pur opportunamente circoscritte, non mancano tangenzesignificative, e non casuali con<strong>di</strong>visioni, fra Latenay eun certo gusto nabi. Così, l’autentica libertà espressiva(sempre tanto aristocraticamente lontana dalla licenzaplateale), che fa per molti versi Latenay non indegnoerede <strong>di</strong> certi petits maîtres del ‘700 francese - sì che inNausikaa par <strong>di</strong> vedere illustrato Teocrito piuttosto cheOmero - la si ritrova (mutato quel che c’è da mutare) nellasfumata armonia, nella raffinatezza, nell’autentica tendressedegli interni <strong>di</strong> un Bonnard o <strong>di</strong> un Vuillard e nellavisione, unificata e complessiva, genuinamente neo-rococo,sia dei loro piccoli quadri <strong>di</strong> interni che dei gran<strong>di</strong>insiemi decorativi; anche ad esorcizzare, beninteso, letensioni sociali <strong>di</strong> allora.Il che, giova ammetterlo, trova definiti riscontri inLatenay. Che poi, <strong>di</strong> suo, potrà aggiungere persino qualchepiccola trovata dall’apparente ingenuità quasi infantile,qual è il cartiglietto <strong>di</strong> sinistra a p. 5 (fig. 2) con unasorta <strong>di</strong> siglato riferimento alla città natale, Toulouse, come‘città del cuore’ (al quale allude nel cartiglio un quissimiledel seme <strong>di</strong> cuori). Che è modo tanto volutamentenaif da poterlo ad<strong>di</strong>rittura ritrovare, e proprio lo stessoanno, nel capolettera d’esor<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un libro per ragazzi(Due Anni in Velocipede) <strong>di</strong> tutt’altra caratura, scritto ed illustratodal nostro Yambo, pseudonimo <strong>di</strong> Enrico Novelli(dove invece il seme è <strong>di</strong> picche perché l’allusione è al risponderepicche). 3 E, per illuminante soprammercato,cfr. qui, entro il cartiglietto situato a destra nella fig. 11, laforse non casuale ambiguità fra la figurazione <strong>di</strong> un artefatto(com’è appunto quel seme, duplicato e opportunamentein<strong>di</strong>catomi da Annette Popel) e la parimenti duplicatafigurazione <strong>di</strong> un oggetto naturale dato che, in mancanzadella piccola base orizzontale <strong>di</strong> un seme <strong>di</strong> picche,potrebbe anche trattarsi della figurazione <strong>di</strong> una foglia.Come che sia, nulla però si trova in Latenay <strong>di</strong> quelche <strong>di</strong> fluido, personale, intuitivo era invece, in Bonnard

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