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IL PROGETTO CONTATTI - Dronet

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Sintesi dei lavori di gruppo :“Il reinserimento socio-lavorativo I°”(nodi e strategie)( a cura di Monica De Angeli, Marta Fenza)Nel PFT del 5-6 Aprile in cui sono intervenuti i relatori Luca Fazzi, Lorenzo Rampazzo e Leopoldo Grossosi è affrontato ed approfondito la questione del reinserimento socio-lavorativo di soggetti con problematichedi tossicodipendenza e alcolismo. Molti sono stati gli stimoli proposti dai relatori che sono stati poi ripresied elaborati nel corso dei lavori di gruppo previsti per il pomeriggio. I gruppi di lavoro, costituiti da 15-20persone e da un coordinatore-facilitatore, si sono posti la finalità di mettere a fuoco la realtà professionaledegli operatori che lavorano in un ambito fortemente connotato dalla complessità come sembra essere ilreinserimento socio-lavorativo.In particolare è stato chiesto ai presenti, attraverso l’ausilio di una scheda, di esprimere i bisogni e leproblematiche più rilevanti che incontrano quotidianamente nell’esercizio della loro professione. Un’attentarilettura delle schede ha permesso di ritrovare quanto emerso nei lavori di gruppo e di identificare, inmaniera forte, i quattro nodi tematici che sembrano poter riassumere ed accomunare le esigenze di tutti glioperatori:‣ I problemi legati alla complessità dell’utenza in carico‣ La difficoltà di mettere in rete e coordinare il rapporto tra le agenzie del territorio che possonointervenire nei processi di inserimento‣ La questione della formazione professionale degli utenti e la formazione specialistica degli operatori‣ Individuare strumenti di valutazione sistematica sui bisogni e sulla efficacia degli interventi diinserimento socio-lavorativo (in itinere e a fine intervento)1. Complessità dell’utenza: come inserire nel mondo del lavoro i “fragili più fragili”?Dalle osservazioni degli operatori che lavorano nei Servizi per le Tossicodipendenze e nei Servizi diIntegrazione lavorativa emerge che l’utenza di cui si occupano, risulta avere delle caratteristicheparticolarmente penalizzanti rispetto alla ricerca e alla tenuta di un lavoro; infatti le persone di cui ci sioccupa presentano frequentemente una o più delle seguenti caratteristiche:- Un età elevata: 35/45 anni;- Comparsa di patologie correlate e non all’uso di sostanze;- Comparsa di ricadute e recidive;- Doppia diagnosi (Patologie di dipendenza e malattie mentali);- Assunzione di terapie farmacologiche sostitutive a scalare e mantenimento;- soggetti che non hanno compiuto nessun percorso comunitario o terapeutico, che non intendono farlo eche non reggono nessun tipo di sostegno se non l’esclusivo supporto farmacologico.Le persone poi, risultano essere prive di legami con la famiglia, di un sostegno sociale o di una rete amicaledi riferimento; inoltre vi sono soggetti che per anni si sono appoggiati ai Servizi Socio-Assistenziali tanto daavere maturato un ulteriore “dipendenza” dall’assistenzialismo.Per questa fascia complessa di utenza i bisogni che più ripetutamente sono emersi da parte degli operatori deiSer.T e dei S.I.L è la richiesta di predisposizione di ambienti lavorativi protetti (come il laboratoriopropedeutico al lavoro del Progetto “Contatti” del Ser.T. di Mestre), di programmi di inserimento sociolavorativoin Cooperative Sociali di tipo B (come il progetto “Alveare” del Ce.I.S. di Treviso), diconvenzioni con aziende e cooperative che permettano modalità di inserimento diversificate a seconda dellecaratteristiche degli utenti (come ad esempio esplicita la convenzione tra il Consorzio PRISMA e l’AziendaULSS 6 di Vicenza). Inoltre, le Comunità Terapeutiche che si occupano anche di inserimento sociolavorativo,a fronte di un’utenza in alcuni casi più autonoma e con maggiori risorse personali nella ricerca dilavoro, lamentano l’impossibilità di promuovere forme di inserimento lavorativo formative, quali ad esempioi tirocini, a causa della mancanza di fondi e per iniquità di risorse rispetto ad analoghi servizi pubblici.

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