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IL PROGETTO CONTATTI - Dronet

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Reinserimento, socio-lavorativo II°(risorse e strumenti)( a cura di Monica De Angeli, Marta Fenza)Il PFT del 5 -6 Giugno 2001 ha avuto come obiettivo principale la ripresa e l'approfondimento dei quattronuclei tematici emersi nei lavori di gruppo del PFT del 5-6 Aprile. I quattro nodi tematici, che riassumono ibisogni e le problematiche che gli operatori avevano presentato come più centrali e sentite nell'ambito delreinserimento socio-lavorativo, riguardano:1) i problemi legati alla complessità dell'utenza in carico ai servizi;2) difficoltà di mettere in rete e coordinare il rapporto tra le agenzie del territorio che possono intervenirenei processi di inserimento;3) la questione della formazione professionale degli utenti e la formazione specialistica degli operatori;4) l’individuazione di strumenti di valutazione sistematica sui bisogni e sulla efficacia degli interventi diinserimento socio-lavorativo.Nel ruolo di moderatore, il dottor Marco Zamarchi ha proposto le quattro tematiche ai partecipanti dellaTavola Rotonda, che ha visto coinvolti i rappresentanti delle diverse realtà che a diverso titolo siinseriscono nei processi di inserimento e reinserimento sociolavorativo:- Angelo Benvegnù: Co.Ve.S.T. (Coordinamento Veneto Strutture Terapeutiche)- Maurizio Frassin: Federsolidarietà Regione Veneto- Amedea Lo Russo: Co.Ve.Ser.T.- Lorenzo Rampazzo: Servizio Prevenzione Devianze della Direzione Servizi Sociali Regione Veneto- Antonio Saccardo: S.I.L. Regione Veneto- Romano Santo: Servizio Formazione Continua, Orientamento e Politiche di Sostegno all'Occupazionedella Regione Veneto.Sono, inoltre, intervenuti al PFT il Professor Fabio Folgheraiter, dell'Università di Trento, ed il DottorVincenzo Balestra del Dipartimento per le Dipendenze dell'A.ULSS di Vicenza.Nei lavori di gruppo che si sono svolti nel pomeriggio si è chiesto ai partecipanti, attraverso l’ausilio di unascheda appositamente predisposta se la trattazione dei temi presentati alla Tavola Rotonda fosse stataesaustiva e quali proposte gli operatori avanzassero rispetto alle tematiche in questione. Da un'attentarilettura delle considerazioni espresse nelle schede emerge un quadro abbastanza omogeneo che si traducein critiche e proposte circa gli interventi degli esponenti della Tavola Rotonda e una interessante varietà diproposte elaborate dai singoli operatori.Riguardo al primo tema" i problemi legati alla complessità dell'utenza in carico ai servizi", dalle schedeemerge una generale sensazione di eccessiva teoricità nel modo di trattare il tema o addirittura una assenza diproposte concrete. In realtà è difficile isolare il tema della complessità dell'utenza all'interno degli interventidegli esponenti della T.R., poiché esso appare come tema di base, come presupposto da cui partono leriflessioni sulla necessità di lavorare in rete, sulla necessità della formazione (professionale per gli utenti especialistica per gli operatori) e sul bisogno di valutare i bisogni dell'utenza attraverso strumenti adeguati ecomuni.Nell'intervento di Amedea Lo Russo si evidenzia come"l'idea di lavoro di rete spiega perché il Ser.T. deve interessarsi anche della fase finale del trattamento, cioèl'inserimento socio-lavorativo. Per programmare un intervento bisogna tener conto di tutto il percorso, cheil più delle volte non è lineare ma sinusoidale, con abbandoni e riprese. Nel lavoro di rete ogni soggettocoinvolto deve mantenere il suo ruolo, ma si deve lavorare per lo stesso obiettivo comune.Angelo Benvegnù, continua:Per molte C.T. il lavoro ha una funzione terapeutica ed educativa. Il problema del reinserimento è emersoalla fine degli anni '80 da quando si è iniziato in modo sistematico ad analizzare il fenomeno delle ricadute.Si è capito che il lavoro è strettamente collegato alla qualità della vita. Molti soggetti ricaduti lamentavanoproblemi sul lavoro. Molti ex-tossicodipendenti avevano una bassa scolarizzazione e mancavano dimentalità lavorativa. Per affrontare questi problemi abbiamo fondato le cooperative (Labor e Coges) eorganizzato alcuni corsi FSE. Le resistenze maggiori si sono avute dagli operatori che coglievano questointeresse come distrazione dalla fase terapeutica.

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