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IL PROGETTO CONTATTI - Dronet

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3. Osservazioni in corso d’operaIl criterio di invio dei pazienti basato sulla incapacità o indisponibilità di accesso ad altri trattamenti si èrivelato utile e produttivo. Questo criterio appare inoltre predittivo di un aggancio stabile del paziente e diun’esperienza che viene portata a termine.Il Laboratorio Contatti rappresenta una reale esperienza di apprendimento, che permette di acquisirestabilmente abilità, trasportabili anche in altri ambiti e momenti della vita degli utenti che vi partecipano. Inparticolare, si osserva un miglioramento negli scambi sociali, nella cura di sé, nel rispetto dei luoghi diversiin cui si transita. L’inizio dell’esperienza del laboratorio ha un effetto immediatamente visibile negli utenti,sia nell’aspetto che nell’immagine di sé, come se l’esperienza dell’istituzione che “si prende cura” favorissela capacità di “prendersi cura di sé”.Inoltre, questa attività ha permesso a tutti i pazienti che vi hanno partecipato la costruzione di un rapporto dimaggior fiducia con il Ser.T.4. Lettura dell’esperienza dal punto di vista educativoNel corso dell’attività c’è stato un significativo avvicendamento di operatori educatori che non ha peròdanneggiato la situazione, probabilmente perché riabilitativa e non terapeutica.All’interno del laboratorio l’intervento educativo è indispensabile e, pur prevedendo interventi di tipogenerale, è il più possibile mirato e personalizzato e cerca di utilizzare le risorse individuali disponibile inogni paziente. Il primo compito dell’educatore è di abilitare il paziente alla vita, a partire dal rispetto di sé edegli altri, perduto o mai conosciuto: dalla ripresa di rispetto segue naturalmente il procedere verso gli altriobiettivi del progetto.Ogni mattina il paziente viene accolto dall’educatore alle ore 8.00 al Ser.T che con lui vive l’assunzione delfarmaco sostitutivo, affinché possa diventare uno strumento educativo di cambiamento. La presenzadell’educatore è importante anche perché il paziente si sente accolto e inizia a distinguersi e staccarsi dalgruppo, permettendo un allontanamento dai meccanismi abitudinari di “piazza”. La relazione è diversa,serena, attenta alla forma (niente bestemmie o altre volgarità) e spazia su argomenti diversi e lontani dallasostanza.Alle ore 8.40 gli utenti salgono sul furgone per arrivare alle ore 9.00 in laboratorio dove iniziano a lavorare.L’attività lavorativa è molto creativa: cartonaggio, legatoria, produzione di oggetti d’arte in papier machè,lavoro che stimola negli utenti la partecipazione, l’interesse, la stima, l’accettazione dei fallimenti quando glioggetti non riescono.Il laboratorio permette di effettuare mirati interventi educativi: attraverso norme di comportamento educaalla ripresa di abitudini igenico-sanitarie, al rispetto di sé e degli altri, al miglioramento delle relazioni,permettendo la sperimentazione in situazioni diverse da quelle abituali. E’ una fonte di informazione sugliutenti stessi, permette di conoscere le loro paure, difficoltà, angosce, speranze, sentimenti che in un colloquioformale spesso non emergono, perché sapendo di non essere giudicati possono essere più sinceri.La relazione con l’educatore è intensa, la richiesta di affettività è elevata, gli utenti aspettano ogni giorno ungesto di fiducia, di rispetto, di stima; chiedono, a chi li accompagna nel tentativo di riabilitarsi, di essereconsiderati anche delle persone e non solo dei “tossici falliti” e perciò si comportano di conseguenza.Nessun intervento preso isolatamente può considerarsi esaustivo o maggiormente significativo, ed è perquesto che un compito dell’educatore è anche di avvicinare il paziente al Ser.T spesso visto dallo stessocome “distributore” di metadone: quindi lo stimola a riprendere i contatti con il medico, con lo psicologo,perché è importante che ogni intervento possa essere collocato alla luce di un unico progetto. L’interventometodologico si avvale di regole, limiti, rispetto e della fiducia che si cerca di costruire tra operatore eutente.Alle ore 12.30 termina l’attività lavorativa, ma non l’intervento educativo dell’operatore, perché anchenel percorso di rientro cerca di contenere le persone negli atteggiamenti e nelle scelte organizzative persuperare la noia del pomeriggio. Molti utenti , in accordo con l’educatore, hanno scelto di continuare a casal’attività lavorativa di cartonaggio e riconsegnarla il giorno successivo.

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