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IL PROGETTO CONTATTI - Dronet

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La trattazione del terzo tema "la questione della formazione professionale degli utenti e la formazionespecialistica degli operatori" è quella che ha lasciato maggiormente delusi gli operatori che hanno ritenutogli interventi "staccati dalla realtà" e pensano che "le prospettive regionali della formazione professionaledegli utenti siano ancora nebulose".Il responsabile della Federsolidarietà Frassin ritiene che:Il lavoro è uno strumento riabilitativo. Ma formazione e lavoro sono due momenti distinti di uno stessopercorso, che non vanno confusi. Né va confusa l'integrazione sociale con l'integrazione lavorativa. Unacooperativa di inserimento lavorativo ha come mission l'inserimento al lavoro con busta paga. Sidistinguono poi le cooperative che mantengono al proprio interno i soggetti svantaggiati e quelle che inveceoperano da ponte con l'Azienda.La cooperativa sociale ha la doppia finalità di realizzare la commessa di lavoro e produrre l’inserimentolavorativo di soggetti svantaggiati, cioè dare loro uno status di lavoratore. Non è facile far conciliare questafinalità con le esigenze di budget. Se parliamo di rete, il lavoro è quello di confrontarci sul territorioindividuando obiettivi e metodologie. La rete è produrre possibilità di scambio informativo tra i soggettistessi della rete. Per quanto riguarda il tema della formazione, per le cooperative sociali la verainnovazione non è diventare un contenitore stabile che offre lavoro, ma favorire interventi di formazione agliutenti, sia di tipo più generale che di tipo specifico (come l'apprendistato) cosa che permette di sviluppareprofessionalità differenziate. Il socio riabilitativo va separato dal socio lavorativo. Riguardo al rapporto conle USSL, ritengo che debba esserci una formazione integrata, condivisa, pur mantenendo le propriespecificità di intervento. Inoltre penso che sia importante creare integrazione fra le politiche sociali e lepolitiche del lavoro.Del resto il rappresentante del settore formazione Regionale Santo Romano assicura:Per la formazione degli operatori ci sono grandi possibilità, non c’è un problema di risorse, sia per glioperatori pubblici che privati.I due problemi da prendere in considerazione sono la formazione per gli operatori e la formazione per gliutenti . La regione in base alla legge 10/90 ha compiti di controllo e traccia le linee guida a livello macro. Sihanno a disposizione le risorse regionali, statali ed europee. Uno dei problemi è decidere chi deve farel'analisi degli interventi. I nuovi Centri per l'Impiego si occupano anche di orientamento. Nei corsi FSEsono previsti moduli sul Bilancio di Competenze. Per la formazione degli operatori e utenti esistono alcunistrumenti che permettono di effettuare inserimenti lavorativi: ad esempio il tirocinio, che consente allapersona di farsi conoscere dall'azienda la quale non deve sostenere costi (a parte l'Assicurazione INA<strong>IL</strong>) néha obblighi di assunzione. Il tirocinio dura da sei mesi ad un anno con possibilità di essere prorogato fino a24 mesi.Le proposte degli operatori tendono a reclamare un riconoscimento della loro esperienza quotidiana chepotrebbe diventare la base su cui costruire corsi di formazione specialistica; si chiede una condivisione deilinguaggi, conoscenza reciproca tra servizi attraverso la creazione di tavoli di confronto e un’analisi puntualedelle reali esigenze formative degli utenti in relazione al mercato del lavoro.La trattazione del quarto tema "l’individuazione di strumenti di valutazione sistematica sui bisogni e sullaefficacia degli interventi di inserimento socio-lavorativo" è sembrata ai più un po' sbrigativa e moltilamentano il fatto che non siano stati presentati degli strumenti concreti per effettuare una valutazione né suibisogni dell'utenza né sull'efficacia degli interventi.Del resto l'esigenza di compiere una valutazione sistematica degli interventi è fortemente sentita nei servizi,come si evince dall'intervento di Amedea Lo Russo:Se diamo al "lavoro" un significato di prevenzione alla ricaduta, allora la scelta cade sui contesti lavorativiprotetti. Se invece il lavoro è considerato come acquisizione di autonomia allora ci dobbiamo indirizzareverso un tipo di intervento diverso. Il problema è di valutare la potenzialità evolutiva della persona;l’autonomia è l’obiettivo primario, ma il livello di autonomia raggiungibile varia da soggetto a soggetto. Lavalutazione si fa in itinere. Questo è il problema della complessità dell’utenza e della rete con la quale sidovrebbe continuamente discutere se una determinata scelta è andata bene oppure se è meglio modificarla.In questo contesto si inserisce anche il problema della formazione: la formazione è teorica e specifica madeve essere anche comune e basarsi sulla discussione e sul confronto tra i diversi soggetti della retecoinvolti.E la valutazione degli interventi appare fondamentale anche in termini di programmazione economica, comesottolinea Lorenzo Rampazzo:

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