29.11.2012 Views

universita - Clinica pediatrica - Università degli Studi di Trieste

universita - Clinica pediatrica - Università degli Studi di Trieste

universita - Clinica pediatrica - Università degli Studi di Trieste

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

1.2 EPIDEMIOLOGIA DELLA MALATTIA CELIACA<br />

I primi stu<strong>di</strong> epidemiologici sulla malattia celiaca sono stati condotti in Europa a partire<br />

dal 1950. Una prima analisi <strong>di</strong> tipo descrittivo ha rivelato, sulla base dei sintomi clinici<br />

tipici, la <strong>di</strong>stribuzione, intesa come frequenza, della CD nelle <strong>di</strong>verse popolazioni europee.<br />

Successivamente, con stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tipo analitico e investigativo, si è cercato invece <strong>di</strong> definire i<br />

valori <strong>di</strong> incidenza (numero <strong>di</strong> nuovi malati insorti in una popolazione in un dato periodo<br />

<strong>di</strong> tempo) e <strong>di</strong> prevalenza (numero <strong>di</strong> malati totali presenti in una popolazione in un certo<br />

periodo <strong>di</strong> tempo) della malattia. Negli anni ’50 in alcuni paesi europei, in particolare<br />

Inghilterra e Galles, è stata registrata un’incidenza intorno ad 1:8000, mentre in Scozia<br />

sono stati rilevati valori intorno ad 1:4000.<br />

La malattia si presentava maggiormente nei bambini, tanto da farla considerare per lungo<br />

tempo una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ambito prettamente pe<strong>di</strong>atrico [20].<br />

In quest’epoca, la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> malattia celiaca era ancora esclusivamente basata sulla<br />

sintomatologia clinica tipica e, dunque, è chiaro che anche i parametri epidemiologici<br />

riflettevano la scarsità <strong>di</strong> conoscenze del tempo.<br />

La consapevolezza della malattia è molto aumentata intorno al 1960 quando i primi test<br />

per valutare lo stato <strong>di</strong> malassorbimento (misurazione dei grassi fecali e valutazione<br />

dell’assorbimento intestinale dello xilosio dopo ingestione <strong>di</strong> dosi note <strong>di</strong> quest‘ultimo)<br />

sono stati messi a punto. Infatti, gli stu<strong>di</strong> epidemiologici successivi all’introduzione <strong>di</strong><br />

questi nuovi test, hanno registrato un aumento della prevalenza della malattia in Irlanda,<br />

Scozia e Svizzera con un valore calcolato nel 1970 <strong>di</strong> circa 1:450–1:500 [21,23]. Sulla<br />

base <strong>di</strong> questo incremento <strong>di</strong> prevalenza della malattia, sono stati suggeriti cambiamenti<br />

nella <strong>di</strong>eta abituale ed il ritardo nell’introduzione <strong>di</strong> glutine nella <strong>di</strong>eta infantile e durante<br />

lo svezzamento.<br />

In seguito all’adozione <strong>di</strong> questi accorgimenti i tassi d’incidenza della malattia in<br />

Inghilterra ed in Irlanda hanno subito una notevole <strong>di</strong>minuzione, suscitando grande<br />

ottimismo da parte dei ricercatori. Gioia ed euforia però sono durati poco, in quanto stu<strong>di</strong><br />

successivi hanno rilevato una <strong>di</strong>minuzione della malattia nella sua forma tipica, ma al<br />

contempo un incremento<br />

delle forme atipiche, oltre ad un drastico aumento dei casi <strong>di</strong> insorgenza tar<strong>di</strong>va della<br />

malattia in bambini e adulti.<br />

11

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!