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universita - Clinica pediatrica - Università degli Studi di Trieste

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1.6 RISPOSTA IMMUNITARIA<br />

È ormai consolidato il concetto che la malattia celiaca sia immunologicamente me<strong>di</strong>ata e<br />

possa essere definita come malattia autoimmune. Fattori chiari e qualificanti sono lo<br />

stretto legame col sistema HLA, la presenza nel siero <strong>di</strong> anticorpi antiglia<strong>di</strong>na (AGA),<br />

antiendomisio (EMA), ed anti-transglutaminasi tessutale (antitTG) [5, 9, 10].<br />

Gli EMA, autoanticorpi in quanto determinabili su sezioni <strong>di</strong> esofago umano [79], sono<br />

<strong>di</strong>retti verso un autoantigene, la transglutaminasi tessutale [43], anche se altri stu<strong>di</strong> hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato che quest’ultima potrebbe non essere l’unico autoantigene responsabile della<br />

produzione <strong>degli</strong> EMA [46, 80].<br />

La malattia celiaca è quin<strong>di</strong> caratterizzata da una potente risposta immune sia cellulome<strong>di</strong>ata<br />

che umorale, scatenata dall’introduzione per via alimentare della glia<strong>di</strong>na. La<br />

risposta immunitaria inizia quando le cellule presentanti l’antigene (APC) riconoscono<br />

l’antigene primario (pepti<strong>di</strong> della glia<strong>di</strong>na), lo processano e lo presentano ai linfociti T<br />

CD4+, in associazione a molecole MHC <strong>di</strong> classe II. Questo processo avviene all’interno<br />

dei gran<strong>di</strong> aggregati <strong>di</strong> tessuto linfoide associato all’intestino (GALT) e nei linfono<strong>di</strong><br />

mesenterici che si trovano sparsi nel tratto gastrointestinale. I linfociti T CD4+ attivati<br />

migrano nella lamina propria attraverso i vasi sanguigni, pronti al contatto con l’antigene.<br />

I linfociti T CD4+ si <strong>di</strong>vidono in due sottopopolazioni <strong>di</strong>stinte, Th1 e Th2. I linfociti Th1<br />

in<strong>di</strong>rizzano la risposta immunitaria attraverso il rilascio <strong>di</strong> citochine quali .-interferone<br />

(IFN) ed interleuchina 2 (IL-2) che stimolano la proliferazione ed il <strong>di</strong>fferenziamento dei<br />

linfociti T citotossici (CTL). I linfociti appartenenti alla sottopopolazione Th2, invece,<br />

in<strong>di</strong>rizzano la risposta immunitaria in senso umorale, secernendo fattori quali interleuchina<br />

4 (IL-4), interleuchina 5 (IL-5) ed interleuchina 10 (IL-10) che inducono la proliferazione<br />

e la <strong>di</strong>fferenziazione dei linfociti B. In ogni caso, entrambi i tipi cellulari sembrano<br />

derivare da un precursori comuni a profilo citochinico interme<strong>di</strong>o: i linfociti Th0.<br />

Recenti lavori hanno in<strong>di</strong>cato che i principali imputati nella produzione delle lesioni<br />

istologiche, caratteristiche della malattia celiaca, sono le cellule T CD4+ a profilo Th1,<br />

anche se il meccanismo che porterebbe alla polarizzazione delle cellule T in senso Th1<br />

rimane ancora poco chiaro. Infatti, paradossalmente, la principale citochina coinvolta nella<br />

polarizzazione in senso Th1, l’interleuchina 12 (IL-12) non è riscontrabile nella mucosa<br />

intestinale dei soggetti celiaci [81, 82]. Sembra che questa funzione inducente le cellule T<br />

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