universita - Clinica pediatrica - Università degli Studi di Trieste
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[Figura2] 20 Il quadro descritto, tuttavia, <strong>di</strong>fficilmente è riscontrabile in toto nella<br />
malattia celiaca,infatti, alterazioni anche minime rivelabili attraverso l’analisi<br />
immunoistochimica possono essere marcatori affidabili <strong>di</strong> enteropatia glutine-sensibile.<br />
Tali alterazioni sono tipicamente rappresentate da un aumento <strong>degli</strong> IEL con ritorno a<br />
valori normali dopo esclusione del glutine dalla <strong>di</strong>eta, dall’incremento del numero <strong>di</strong> IEL<br />
con TCR ./d .e/o da un aumento dell’espressione dei marcatori <strong>di</strong> attivazione immunitaria<br />
sulle cellule mononucleate nella lamina propria [5, 10, 60]. Proprio grazie ad accurati stu<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> queste alterazioni è stata molto ben caratterizzata una delle forme atipiche <strong>di</strong> malattia<br />
celiaca, la cosiddetta CD “latente” in cui la mucosa, pur apparendo normale da un punto <strong>di</strong><br />
vista morfologico, mostra fenomeni <strong>di</strong> attivazione immunologica del tutto sovrapponibili a<br />
quelli osservati nei soggetti che presentano la classica lesione istologica, pur in presenza <strong>di</strong><br />
positività per i marcatori sierologici della malattia stessa [60].Questa presentazione della<br />
malattia può, però, anche essere un artefatto strumentale, correlabile alla piccola<br />
estensione della lesione ed alla casualità del prelievo bioptico. In questi casi si parla <strong>di</strong><br />
malattia celiaca con atrofia zonale o a placche (la cosiddetta “patchy atrophy”).<br />
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