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universita - Clinica pediatrica - Università degli Studi di Trieste

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1.3 DIAGNOSI DI MALATTIA CELIACA<br />

I primi tentativi <strong>di</strong> porre una corretta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> malattia celiaca erano basati<br />

esclusivamente sul riscontro dei caratteristici segni e sintomi clinici. In quest’ottica è<br />

identificabile il tentativo <strong>di</strong> mettere a punto test <strong>di</strong>agnostici che fornissero una base più<br />

obiettiva possibile per effettuare una corretta <strong>di</strong>agnosi.<br />

I primi test messi a punto erano basati sull’eliminazione dei grassi con le feci (steatorrea) e<br />

sulla valutazione dell’assorbimento intestinale e dell’eliminazione urinaria dello xilosio<br />

dopo ingestione <strong>di</strong> una dose nota <strong>di</strong> questo zucchero (xilosemia e xilosuria). Questi esami,<br />

utilizzati per anni ai fini della decisione <strong>di</strong> sottoporre il paziente con sospetta CD a biopsia<br />

duodenale, riflettono, però, solo la presenza <strong>di</strong> un eventuale malassorbimento <strong>degli</strong> alimenti<br />

da parte della mucosa intestinale lesa, ma non sono assolutamente specifici per la malattia<br />

celiaca.<br />

Dopo i primi approcci al problema, nel 1977 ad Utrecht (Olanda) la Società Europea <strong>di</strong><br />

Gastroenterologia e Nutrizione Pe<strong>di</strong>atrica (E.S.P.G.H.A.N.) ha proceduto alla stesura del<br />

“protocollo <strong>di</strong>agnostico della malattia celiaca”, che, per la prima volta ha stabilito in<br />

maniera univoca i criteri che permettono <strong>di</strong> porre una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> malattia celiaca: .<br />

1. mucosa duodenale atrofica o subatrofica con dati clinici e <strong>di</strong> laboratorio suggestivi<br />

<strong>di</strong> malassorbimento intestinale;<br />

2. miglioramento clinico ed istologico a <strong>di</strong>eta priva <strong>di</strong> glutine;<br />

3. ricomparsa delle lesioni intestinali dopo la reintroduzione del glutine nella <strong>di</strong>eta<br />

Questo protocollo ha costituito per quasi quin<strong>di</strong>ci anni il modello operativo al quale tutti i<br />

gastroenterologi pe<strong>di</strong>atrici hanno fatto riferimento per giungere alla <strong>di</strong>agnosi. Come<br />

specificato, esso prevedeva l’esecuzione <strong>di</strong> una prima biopsia intestinale che doveva<br />

<strong>di</strong>mostrare il danno della mucosa intestinale, una seconda biopsia, dopo <strong>di</strong>eta senza<br />

glutine, per <strong>di</strong>mostrare la ricostituzione dei villi intestinali ed, infine, una terza biopsia<br />

dopo reintroduzione del glutine che riproponesse un quadro <strong>di</strong> atrofia della mucosa<br />

intestinale.<br />

A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 20 anni, il progre<strong>di</strong>re della ricerca e delle conoscenze riguardanti la malattia<br />

celiaca ha permesso l’introduzione <strong>di</strong> esami sempre più sensibili e specifici che, oggi,<br />

permettono <strong>di</strong> sospettarla anche in soggetti completamente asintomatici. Questi esami<br />

permettono <strong>di</strong> ottenere una <strong>di</strong>agnosi in tempi brevi e <strong>di</strong> affrontare lo screening della<br />

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