2007 - San Patrignano
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107<strong>San</strong><strong>Patrignano</strong>.Bilancio di Missione.provinciale di Rimini, in collaborazione con la Comunitàdi <strong>San</strong> <strong>Patrignano</strong> e l’Università “Carlo Bo” di Urbino.• Il gruppo di riferimento empirico: dati socio-anagraficiI ragazzi coinvolti nel Progetto Drugs Off sono stati1.181, provenienti dalle scuole secondarie di secondogrado di Rimini e Riccione.I ragazzi ai quali è stato somministrato il primoquestionario sono stati in totale 894, di cui il 50%di sesso maschile e il 47% di sesso femminile (il 2%non lo dichiara); mentre, per il secondo questionario,il gruppo di riferimento empirico era di 843 ragazzi,fra i quali dichiarano di aver visto il format “Fughe dafermi” in 784 (il 93%), di cui il 49% di sesso maschile eil 49% di sesso femminile (il 2% non lo dichiara).Per ciò che riguarda l’età, il range va da un minimo di 14anni a un massimo di 20. In particolare, la fascia di etàmaggiormente rappresentata è quella che va dai 15 ai18 anni, con punte del 33-34% per i diciassettenni, del29% per i sedicenni, del 15% per i diciottenni e del 12%per i quindicenni.in cui lo spettatore, coinvolto dall’atmosfera delracconto, è stimolato a seguire ogni capitolo dellarappresentazione.Racconto della propria esperienza ma anche occasionedi conoscenza e approfondimento: le droghe e i danniche provocano ai diversi equilibri fisiologici, psicologicie sociali di ogni persona, raccontati in una strutturanarrativa veloce e leggera.Si alternano i conduttori Gianpaolo Brusini, tossicologoe responsabile scientifico della Comunità e PascalLa Delfa, che vanta numerosissime esperienze incampo teatrale, cinematografico, televisivo e ancheradiofonico.“Ragazzi Permale”.A metà strada tra rappresentazione teatrale e talkshow, il format approfondisce i percorsi di vita a rischioe le tante sfaccettature legate al consumo di droghe.Protagonisti sono giovani della Comunità di <strong>San</strong><strong>Patrignano</strong>, che hanno vissuto e superato il problemadella tossicodipendenza e che possono offrire ai lorocoetanei una testimonianza delle motivazioni che lihanno spinti ad assumere sostanze e delle difficoltà direinserirsi, una volta recuperati, nella società.Lo spettacolo, nel <strong>2007</strong>, è stato presentato daFrancesco Apolloni, attore, regista e autore, che hagià collaborato con <strong>San</strong> <strong>Patrignano</strong>, in campagne diprevenzione della droga.La prevenzione sul web.<strong>San</strong> <strong>Patrignano</strong> dedica uno spazio multimedialeall’attività di prevenzione: www.drugsoff.it. Il sitocontiene i blog dei ragazzi di <strong>San</strong> <strong>Patrignano</strong> impegnatinella campagna di prevenzione, una sezione video eun forum. Intorno ad esso si è creata una vera e propriacommunity di giovani che partecipano attivamente,lasciando commenti e intervenendo in nuovediscussioni, e ai quali viene inviata periodicamente unanewsletter. Ogni giorno il sito è visitato da una mediadi 300 persone.Una ricerca sugli studenti.Indagine su percezione della droga e del disagio tra1.181 studenti del riminese svolta dall’Ufficio scolasticoPer quanto riguarda la città dove è stato somministratoil questionario, nel primo test il 75% dice Rimini e il 25%Riccione, mentre nel secondo il 78% dice Rimini e il 22%Riccione.• “Luoghi” di informazioneIl gruppo di riferimento empirico dichiara per il 46%di aver sentito parlare di ecstasy in televisione, il31,5% dagli amici, il 9% in famiglia e infine l’8% dagliinsegnanti (percentuali ottenute dalla media tra ilprimo e il secondo questionario).Questi dati sono preoccupanti, poiché mettono inevidenza attraverso quali canali i ragazzi ricevonoinformazioni riguardo all’ecstasy. In proposito, èlecito argomentare che una corretta comunicazione,soprattutto per quanto riguarda temi così importanticome l’ecstasy e in generale le sostanze stupefacenti,dovrebbe essere partecipata e non passiva comeè quella veicolata dalla televisione. In breve, unaadeguata informazione al riguardo dovrebbeessere veicolata in primis dagli educatori (ovverodalla famiglie e dalle altre agenzie istituzionali disocializzazione) e non certo dai mass-media.Tutto ciò emerge anche dalle stesse risposte dei ragazzicome una loro esigenza. Infatti, il gruppo di riferimento