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tesi vecchio

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le caratteristiche essenziali, le cui modalità sono tutte legate all’eccesso.<br />

In merito poi al fatto che il rapporto con il luogo costituisca uno dei<br />

punti di indagine fondamentale dell’etnologia e dell’antropologia Augè<br />

afferma che: «[…] all’interno di uno stesso gruppo sociale,<br />

l’organizzazione dello spazio e la costituzione dei luoghi rappresentano<br />

una delle poste in gioco e una delle modalità delle pratiche collettive e<br />

individuali» (Augè M., 2005, p. 50). Augè sviluppa quindi la sua teoria<br />

partendo dalla fondamentale definizione del luogo antropologico che è<br />

identitario, in quanto relativo all’identità determinata dal luogo di<br />

nascita, relazionale perché in uno stesso luogo si configurano un insieme<br />

di relazioni reciproche e identità, e storico per il fatto che «coloro che vi<br />

vivono possono riconoscervi dei riferimenti che non devono essere<br />

oggetto di conoscenza» (ibidem, p. 53). Il luogo antropologico ha poi la<br />

caratteristica di essere geometrico e di concretizzarsi nelle forme<br />

elementari degli itinerari, dei crocevia e dei centri (ibidem, p. 55). Posto<br />

che «la possibilità del non luogo non è mai assente da qualsiasi luogo»<br />

(ibidem, p. 97) Augè dal concetto di luogo arriva, per opposizione, alla<br />

definizione del non luogo che dunque è non-identitario, non-relazionale<br />

e non-storico. Ciò che sostiene Augè è che «la surmodernità è<br />

produttrice di non luoghi antropologici e che, […] questi, repertoriati,<br />

classificati e promossi ”luoghi della memoria”, vi occupano un posto<br />

circoscritto e specifico» (ibidem, p. 73). L’utente dei non luoghi, inoltre,<br />

accede ad essi solo attraverso un contratto in cui deve essere fornita la<br />

prova della sua identità. Nello stesso tempo il non luogo indica anche<br />

«due realtà complementari ma distinte: quegli spazi costituiti in rapporto<br />

a certi fini (trasporto, transito, commercio, tempo libero) e il rapporto<br />

che gli individui intrattengono con questi spazi» (ibidem, p. 87).<br />

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