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come l’interiore […], quel “cuore interiore del mondo” che si raggiunge<br />
con un movimento di dislocazione essenziale di ascesa o di salto<br />
qualitativo» (Bonesio L., 2001, p.109).<br />
Contro le degenerazioni conseguenti all’urbanizzazione crescente e al<br />
distanziamento del rapporto con la natura, alcuni studiosi, a partire da<br />
Rosario Assunto per continuare con Massimo Venturi Ferriolo, che lo<br />
situa al centro della sua riflessione, propongono il giardino che per il<br />
fatto di collocarsi nel punto di intersezione fra passato e futuro, e tra<br />
naturale e artificiale, ha la possibilità di tradurre la natura in<br />
un’immagine progettuale. Queste aspirazioni al giardino sembrano<br />
essere concretamente incarnate dal fatto che, attualmente, svariate città<br />
del mondo si propongono come città parco o giardino, non solo perché<br />
ospitano al loro interno vaste superfici naturali, ma soprattutto per la<br />
facilità con la quale si può transitare dalla città stessa verso una<br />
dimensione tutta natura alle porte della città, semplicemente percorrendo<br />
brevissimi spazi o allontanandosi dal downtown attraverso sentieri,<br />
parchi, foreste e spiagge. È questo il caso, per esempio, di città europee<br />
come Stoccolma e Trømso o, fuori dall’Europa, di città come<br />
Vancouver, Auckland, Sidney e Portland.<br />
III.2. Antropologia del paesaggio<br />
Perché mai un carattere culturale adottato o<br />
diffuso nel corso di un lungo periodo storico,<br />
si è mantenuto intatto? La stabilità infatti è non<br />
meno misteriosa del mutamento (Claude Lèvi-<br />
Strauss, Antropologia strutturale).<br />
Il fatto che l’antropologia sia una scienza sociale che considera<br />
l’organizzazione spaziale un elemento strutturante della società, come<br />
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