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appresentare invece dei luoghi che sono la negazione stessa del<br />
paesaggio in tutti i suoi vasti significati di tipo soggettivo e oggettivo, e<br />
che conseguentemente producono nell’osservatore spaesamento.<br />
Lo spaesamento a cui ci si riferisce è quello che si prova di fronte a<br />
un ordine spaziale mutato, irriconoscibile perché privo di punti di<br />
orientamento, deturpato, minaccioso, virtuale. È quello a cui si riferisce<br />
Tiziana Villani, quando afferma: «[…] lo spaesamento in primo luogo<br />
deve essere riconosciuto in quanto elemento di rottura dei limiti e dei<br />
tracciati che delimitano e circoscrivono la sfera del quotidiano sia per<br />
quanto concerne l’ambito individuale che quello collettivo. Dallo<br />
spaesamento non ci si può emancipare con un movimento di fuga»<br />
(Villari T., 1996, p. 24). Gli spaesaggi sono dunque tali oggettivamente,<br />
in quanto negazione di valori, e soggettivamente perché alterano quella<br />
che dovrebbe essere la normale sequenza fenomenologica percettiva del<br />
paesaggio da parte di un soggetto, che invece di fronte a quei luoghi<br />
provoca il tipo di spaesamento che ha «a che vedere con il collasso del<br />
sentire e con l’inverarsi di risposte automatiche e primordiali che sono<br />
l’unico sensore capace di attivarsi in questo territorio mutante che<br />
attraversiamo e che siamo» (ibidem, p. 112).<br />
Gli spaesaggi inoltre, si distinguono dai nonluoghi in quanto, non<br />
solo non conservano l’impianto ordinato e la spinta all’omologazione di<br />
questi ultimi, ma anche perché non sono luoghi di transito, come avviene<br />
per nonluoghi e in maniera diversa per le eterotopie, ma sono invece<br />
luoghi che manifestano la loro condizione di negatività sia quando<br />
coincidono con una natura depredata – che però potrebbe anche rientrare<br />
nel Terzo Paesaggio di Gilles Clément – sia soggettivamente per la loro<br />
fortissima carica estraniante che produce il disorientamento e lo<br />
spaesamento tipici di alcuni luoghi dell’età contemporanea, che<br />
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