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Intimo più mare n° 204 - Luglio 2016

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strategie<br />

di Mariacristina Righi<br />

SHOPPING<br />

EXPERIENCE<br />

I consigli degli<br />

esperti, le soluzioni<br />

dei produttori e dei<br />

negozi per migliorare<br />

l’esperienza<br />

d’acquisto dei<br />

consumatori<br />

Un punto vendita funziona bene quando chi<br />

entra anche solo per dare un’occhiata poi decide<br />

di fermarsi <strong>più</strong> a lungo, di scegliere qualcosa e<br />

magari alla fine anche di acquistare. Tutto questo<br />

spesso dipende dalla tanto desiderata shopping<br />

experience che pare ormai l’unica risposta<br />

possibile delle boutique allo shopping sul web<br />

e all’avanzare delle catene. Come creare una<br />

shopping experience che spinga il consumatore<br />

se non a tornare nel punto vendita, almeno a<br />

fare acquisti? Tanto per cominciare è possibile<br />

influenzare il consumatore direttamente sul<br />

punto vendita. Patrizia Amantini, Group Account<br />

Manager dell’istituto di ricerca TNS ha<br />

spiegato le tecniche all’incontro di Retail Now<br />

a Milano Il punto vendita come media: opportunità<br />

e strategie di field marketing, organizzato<br />

da Paola Gallas Networking.<br />

“Non sempre si decide l’acquisto nel punto vendita<br />

- ha spiegato Patrizia Amantini, all’incontro milanese<br />

- La decisione spesso avviene fuori dal negozio. Il<br />

consumatore è sempre <strong>più</strong> connesso e informato,<br />

quindi sempre <strong>più</strong> influenzabile. Viene a contatto con<br />

i brand ancora prima di entrare in negozio. Le marche<br />

devono agire in questa situazione di complessità e<br />

individuare i diversi touch point in grado di influenzare<br />

il consumatore, pre-store e in-store”.<br />

In quale momento del percorso quindi il dettagliante<br />

deve investire e cosa deve fare per influenzare lo shopper?<br />

“In-store è importante capire prima di tutto chi è il consumatore<br />

e come si comporta nel punto vendita per individuare<br />

comunicazione e media ottimali - ha aggiunto Patrizia - Nella<br />

GDO per esempio c’è un affollamento di comunicazioni e<br />

questo le rende poco utili. Il dettagliante deve capire qual<br />

è la shopping mission di chi entra nel negozio ma anche<br />

la sua occasione di consumo. Questi due fattori determinano<br />

il comportamento del consumatore in-store”.

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