04.01.2019 Views

NUTSPAPER 5frutti rossi all

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Come conservare gli alimenti eliminando l’acqua<br />

Disidratazione, liofilizzazione, essiccazione e concentrazione.<br />

di Michela Pagnani<br />

Disidratazione<br />

Tutti gli alimenti sono soggetti a deterioramento, a causa dell’azione<br />

di enzimi e microrganismi la cui attività è legata <strong>all</strong>a presenza<br />

di acqua libera, cioè effettivamente disponibile, e indicata dal<br />

paramento “a w ”, con cui si fa riferimento <strong>all</strong>a percentuale di umidità<br />

relativa interna ad uno specifico prodotto alimentare. È per<br />

questo motivo che molte tecniche di conservazione si basano<br />

proprio sul principio dell’eliminazione parziale o totale dell’acqua<br />

d<strong>all</strong>o stesso.<br />

In base al valore a w , ciascun alimento può essere classificato<br />

come:<br />

• High Moisture Foods (HMF o alimenti a elevata umidità):<br />

a w = 1 - 0,9<br />

• Intermediate Moisture Foods (IMF o alimenti a umidità intermedia):<br />

a w = 0,9 - 0,6<br />

• Low Moisture Foods (LMF o alimenti a bassa umidità):<br />

a w = 0,6 - 0<br />

Nei LMF i microrganismi sono completamente inibiti, mentre negli<br />

HMF e negli IMF generalmente la disidratazione non è sufficiente<br />

<strong>all</strong>a conservazione del prodotto ed è necessario avvalersi<br />

della combinazione di più tecniche come trattamenti termici, refrigerazione<br />

ed essiccazione.<br />

Essiccazione<br />

Consiste nell’eliminazione quasi totale dell’acqua presente<br />

nell’alimento, fino a un massimo del 10-15%. Metodi<br />

naturali utilizzati fin d<strong>all</strong>’antichità prevedono l’impiego di energia<br />

solare, come ad esempio si usa fare per l’essiccazione dello<br />

stoccafisso nei paesi nordici. Purtroppo tali sistemi rudimentali<br />

hanno il difetto di richiedere tempi molto lunghi e di non impedire<br />

in alcun modo né la contaminazione né la modifica delle qualità<br />

nutritive e organolettiche degli alimenti.<br />

Industrialmente il processo è più controllato, anche<br />

se non sempre si riescono a mantenere inalterate<br />

le proprietà del cibo. Possono formarsi delle croste, zone<br />

superficiali ad alta concentrazione, oppure può verificarsi una<br />

variazione del colore, come nel caso dell’imbrunimento. In altri<br />

casi, le proteine possono denaturarsi e i lipidi alterarsi, con conseguente<br />

irrancidimento ossidativo e possibile perdita di vitamine.<br />

La scelta dei parametri in funzione dell’alimento risulta quindi<br />

un fattore chiave per la qualità finale del prodotto.<br />

Liofilizzazione<br />

Si tratta di una tecnica più evoluta, dove l’eliminazione dell’acqua<br />

avviene tramite la congelazione dell’alimento e la successiva<br />

sublimazione dell’acqua presente. Il vantaggio della<br />

sublimazione, che consiste nel passaggio dell’acqua <strong>all</strong>o stato<br />

solido a quello di vapore senza passare per lo stato liquido, rispetto<br />

<strong>all</strong>’essiccazione tradizionale sta nel fatto che permette<br />

di evitare lo stress termico al prodotto trattato poiché<br />

avviene sottovuoto e a temperature inferiori ai 0°C. In questo<br />

modo si conservano quasi totalmente le caratteristiche nutritive<br />

e organolettiche originarie. Nata per la produzione di medicinali<br />

e di alimenti particolari, come quelli dedicato <strong>all</strong>’infanzia, la liofilizzazione<br />

presenta però un costo elevato. Ad oggi le sue applicazioni<br />

sono molteplici grazie ad un abbassamento dei costi di<br />

produzione, ad esempio per il caffè e il thé solubile. La principale<br />

caratteristica dei prodotti liofilizzati è la facilità di reidratazione,<br />

molto più veloce che non per i prodotti essiccati in maniera<br />

tradizionale.<br />

Concentrazione<br />

Si tratta dell’eliminazione parziale dell’acqua presente, con conseguente<br />

concentrazione dei soluti. Anche in questo caso le tecniche<br />

a disposizione sono diverse, a seconda della matrice da<br />

trattare e del risultato che si vuole ottenere.<br />

Concentrazione a caldo<br />

Attraverso questa tecnica si va a eliminare l’acqua presente per<br />

evaporazione. Risulta essere il metodo classico più diffuso<br />

ma il prezzo della semplicità di questo processo è l’alterazione<br />

delle caratteristiche nutrizionali del prodotto, nonché la riduzione<br />

della componente volatile con conseguente perdita degli aromi.<br />

Per i prodotti più termolabili si prevede l’utilizzo di evaporatori a<br />

bassa pressione, così da contenere al massimo la temperatura<br />

del trattamento. L’impiego principale lo troviamo nell’industria dei<br />

succhi di frutta e delle conserve di pomodoro.<br />

Concentrazione a freddo<br />

Detta anche crioconcentrazione, è il processo attraverso cui<br />

si congela una parte dell’acqua presente <strong>all</strong>’interno<br />

di un alimento, così da ottenere una sospensione di crist<strong>all</strong>i di<br />

ghiaccio in un fluido concentrato sfruttando i diversi punti di gelo<br />

dei soluti presenti nel cibo trattato. Questo processo può essere<br />

ripetuto più volte fino al raggiungimento del grado di concentrazione<br />

desiderato. Viene impiegata principalmente con alimenti<br />

liquidi come vino, birra e succhi di frutta.<br />

Disidratazione osmotica<br />

Consente infine una parziale separazione dell’acqua<br />

d<strong>all</strong>’alimento mediante l’utilizzo di membrane naturali<br />

o artificiali. Si basa sul fenomeno naturale dell’osmosi,<br />

che avviene ogni qual volta due soluzioni acquose contenenti<br />

diverse concentrazioni saline vengono separate da una membrana<br />

semipermeabile. In questa situazione si verifica il passaggio<br />

spontaneo dell’acqua d<strong>all</strong>a soluzione più diluita a quella più concentrata,<br />

sino al raggiungimento dell’equilibrio dei livelli di salinità.<br />

La pressione che si genera è la cosiddetta “pressione osmotica”:<br />

tanto maggiore è la differenza tra le concentrazioni saline di partenza<br />

e più elevato è il valore della pressione osmotica.<br />

N/10

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!