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una profondità compresa tra i 40 e 60 cm e un livellamento superficiale successivo. Importante è anche prevedere una concimazione di fondo con circa 300 q.li/ha di letame maturo o con un concime minerale, o organo minerale, a base di azoto, fosforo e potassio. L’impianto può essere effettuato con astoni di un anno o con talee autoradicate, che possono però dare un maggior numero di fallanze. Per una buona riuscita dell’impianto bisogna mettere a dimora piantine che siano esenti da patologie e che abbiano un apparato radicale ben sviluppato. Potatura La potatura racchiude tutta una serie di interventi che l’uomo esegue sulla parte aerea delle piante, al fine di ottenere risposte sempre più positive in termini di produzione e qualità dei frutti. La potatura di allevamento comprende tutte le operazioni cesorie effettuate sulle piante nei primi stadi giovanili, mentre la potatura di trapianto viene effettuata quando la giovane pianta, proveniente dal vivaio, viene preparata alla definitiva piantagione. La potatura di formazione si effettua con operazioni che mirano a dare all’albero la conformazione necessaria alla massimizzazione del rendimento economico. La potatura di produzione, infine, ha lo scopo di mantenere costante la conformazione prescelta per la coltivazione. Concimazione La concimazione deve essere effettuata prima del risveglio vegetativo e deve essere equilibrata (1:1:1), con un eventuale apporto di azoto nel caso in cui le foglie presentino un ingiallimento e un rallentamento nella crescita delle branche. Irrigazione L’irrigazione è importante per le piante giovani, al punto da richiedere un intervento in tale senso durante i mesi estivi più caldi per i due anni successivi alla messa a dimora, mentre le piante adulte sopportano anche lunghi periodi di siccità. VARIETÀ Le cultivar di Morus alba più importanti sono: 4 Seasons: conosciuto anche come “46C019”, ritrovato nel nord di Taiwan nel 1957, è attualmente il genotipo più piantato nell’area, con frutti neri di media grandezza (3,8 cm massimo), media dolcezza e resa abbondante. Beautiful day: frutto bianco, piccolo (massimo 2,5 cm) e molto dolce. Pianta larga. Contorted: pianta ornamentale di dimensioni medie. Le branche (various cultivars) hanno un attraente aspetto ondulato, diverse varietà sono vendute come “Contorted”. Tra queste, la più popolare è la Morus alba “Unryu”. I frutti possono essere di colore rosso o nero. David Smith: i frutti sono neri, di medie dimensioni (massimo 2,5 cm) e di lunga stagione. L’albero ha medie dimensioni ed è molto compatto e resistente. Everbearing Downing: si tratta di una vecchia varietà che risale al 1800, con frutti di alta qualità dal colore rosso e nero, con dimensione massima di 3,2 cm, per una stagione prolungata. La pianta è larga. Dwarf Everbearing: spesso erroneamente identificato come Morus nigra, ha piccoli frutti neri con dimensioni massime di 1,9 cm, molto dolci. La pianta produce frutta per diversi mesi. Dwarf mulberry “Issai”: varietà adatta ai climi umidi. La potatura consente diversi raccolti di bacche durante tutto l’anno. Episodi di congelamenti tardivi possono essere un problema per questi frutti di colore nero e dimensioni massime di 2,5 cm. Florida Giant: le foglie sono grandi circa 25 cm e la pianta è Alcune varietà 4 Seasons Beautiful day Contorted Dwarf Everbearing Dwarf mulberry ‘Issai’ Florida Giant Kokuso (Korean) Middleton Rupp’s Romanian Tehama World’s Best
larga, caratterizzata da una crescita veloce ma tardiva rispetto alla maggiorparte di Morus alba. I frutti sono di colore nero e presentano dimensioni massime di 3,8 cm. Kokuso (Korean): presenta un frutto nero, grande, con dimensioni massime di 5,1 cm e saporito. La pianta è larga. Middleton: la cultivar, rivenuta in un vivaio australiano nel 1020, produce un frutto nero di buona qualità, con dimensioni massime 3,2 cm. Northrop: è una cultivar a frutto nero eccezionalmente resistente, introdotta dal vivaio St. Lawrence di Potsdam - NY. L’albero, di medie dimensioni, risale al 1850 ed è sopravvissuto anche a temperature di - 45°C. I frutti sono di colore nero, con dimensioni massime di 2,5 cm. Riviera: pianta larga, con maturazione prolungata e frutti di colore viola-nero, dalle dimensioni massime di 3,8 cm. Rupp’s Romanian: di primo impatto è molto simile all’Illinois Everbearing, ma presenza bacche più grosse, di colore nero e con dimensioni di massimo 4,4 cm. Russian (‘Tatarica’): le foglie di questa cultivar sono solitamente lobate, la pianta, spesso più piccola e più arbustiva della media, è tollerante al freddo e alla siccità. Il colore del frutto varia dal bianco al nero, con dimensioni massime 1,9 cm. Sweet Lavender: i frutti, a maturazione completata, sono bianchi e hanno una dimensione massima di 2,5 cm. La caratteristica più peculiare della cultivar è il loro sentore di lavanda. La pianta si presenta larga. Tehama: l’albero adulto è molto grande e produce frutti bianchi carnosi con dimensioni massime di 6,3 cm. Nei primi anni di vita produce più amenti maschili che femminili. Weeping: è una pianta ornamentale, con graziosi rami che si riversano a terra, che si presta a coltivazioni ibride. Produce frutti dal colore nero-rossastro e dalle dimensioni massime di 2,5 cm. World’s Best: cultivar nana asiatica, produce frutti neri delle dimensioni massime di 5,1 cm. Mentre per il Morus nigra abbiamo: AGM: caratterizzata da ottimi risultati in termini di produzione di frutta, la cultivar si utilizza anche come albero ornamentale ed è dichiarata dalla “The Royal Horticultural Society” di Londra. Produce frutti neri con dimensioni massime di 3,2 cm. Black Beauty: più piccola rispetto ad altre cultivar di Morus nigra, produce frutti neri delle dimensioni massime di 3,2 cm. Chelsea – King James: originaria del Chelsea Physic Garden di Londra, la cultivar produce un frutto nero molto apprezzato, dalle dimensioni massime di 3,8 cm. Jerusalem: la cultivar ha origine da un vecchio albero con frutti neri, particolarmente buoni, situato a Gerusalemme. Le grandi foglie sono utilizzate a scopo ornamentale; le dimensioni massime del frutto sono di 3,2 cm. Kaester: con frutti neri allungati di dimensioni massime pari a 3,8 cm, questa cultivar è originario di Los Angeles, in California, dove è stata introdotta nel 1971 da Nelson Westree. Noir of Spain: introdotta dal vivaista francese Felix Gillet a Nevada City, in California, intorno al 1880, la pianta produce frutti neri con dimensioni massime pari a 3,2 cm. AVVERSITÀ Il gelso non soffre di particolari patologie, ma qualora dovesse risultare affetto anche da solamente una di queste, la produzione rischierebbe di essere seriamente compromessa. Gli attacchi da parte della cocciniglia bianca del gelso (Diaspis pentagona), ad esempio, portano a un deperimento della coltura, mentre l’Hyphantria cunea, un lepidottero, può causare il defogliamento della pianta che non può essere protetta tramite trattamenti chimici, dannosi per il baco da seta. Il parassita più temibile rimane comunque la Fersa del gelso provocata dal fungo Sphaerella mori Fuck., che colpisce le foglie, mentre la Rosellinia è un fungo che provoca marciume radicale. CURIOSITÀ Fino al VI secolo, la Cina aveva il monopolio europeo della seta, pagata a peso d’oro da romani e bizantini. La via della seta attraversava tutta l’Asia centrale, portando il prezioso prodotto in Europa grazie a una fitta rete di intermediari. A lungo si pensò che fosse prodotta dagli alberi di gelso bianco, fino a quando due monaci, nel 555 d.C. introdussero nel vecchio continente alcune uova del bombice del gelso, i cui bruchi sono i bachi da seta, all’interno dei propri bastoni, rischiando la loro stessa vita. Tra le leggende che si narrano sul gelso, però, la più delicata e nello stesso tempo tragica è quella che Ovidio racconta nelle “Metamorfosi”. Piramo e Tisbe, ci racconta l’autore classico, erano due giovani babilonesi che si amavano, contrastati dalle loro famiglie e costretti a parlarsi univamente attraverso una fessura nell’alto muro che divideva le loro case. Resosi conto che i genitori di entrambi non avrebbero mai acconsentito al loro matrimonio, decisero di fuggire e si diedero nei pressi di un gelso dove Tisbe giunse per prima. Spaventata dalla comparsa di una leonessa con le zanne ancora sporche di sangue per il pasto appena consumato, la giovane fuggì, perdendo il velo che era solita indossare dal capo. Piramo, giunto poco dopo, nel vedere la leonessa strappare il velo di Tisbe, pensò che l’amata fosse stata sbranata dalla belva e, folle di dolore, si ferì a morte con la sua spada. Quando Tisbe fede ritorno e trovò il suo amato senza vita, maledì l’albero: “porterai per sempre frutti scuri in segno di lutto, per testimoniare che due amanti ti bagnarono con il loro sangue”. Poi, disperata, si trafisse con la stessa spada usata da Piramo. Da allora, i frutti del gelso nero, quando maturano, assumono un colore porpora scuro. N/31
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