NUTSPAPER 5frutti rossi all
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
iore a quello degli altri zuccheri perché non stimola la produzione<br />
degli ormoni insulina e leptina, che inducono la<br />
sazietà, e non sopprime quella dell’ormone grelina che<br />
invece provoca appetito, con il risultato di portare la persona ad<br />
avvertire un maggiore senso di fame e ingerire un maggiore introito<br />
calorico, con conseguenze negative nel tempo per chi soffre di<br />
problemi di sovrappeso e non solo.<br />
Tumori e zuccheri<br />
Questo è sempre un argomento molto delicato sul quale mi propongo<br />
di far chiarezza, segnalando però che la scienza stessa<br />
ancora non è arrivata a conclusioni definitive. Tradizionalmente si<br />
è sempre pensato che un soggetto malato di cancro dovrebbe<br />
eliminare totalmente d<strong>all</strong>a propria dieta gli zuccheri: falso!<br />
Questa credenza nasce da un esame che si effettua con lo scopo<br />
di individuare le metastasi, in ragione del loro consumo di glucosio.<br />
Si tratta però di una conseguenza della malattia e non di<br />
una sua causa.<br />
L’insulina è l’ormone prodotto dal nostro organismo<br />
in risposta <strong>all</strong>’aumento di zuccheri nel sangue (glicemia),<br />
ma regola anche altri aspetti del funzionamento<br />
del nostro organismo. Troppa insulina in circolo, ad<br />
esempio, induce una produzione eccessiva di alcuni ormoni e<br />
favorisce la produzione di un fattore di crescita chiamato IGF-1,<br />
un vero e proprio “fertilizzante” per le cellule in generale e, in particolare,<br />
per quelle cancerose.<br />
Uno studio olandese pubblicato nel 2007 sull’International Journal<br />
of Cancer, condotto con la partecipazione di oltre 120.000 persone,<br />
ha verificato la relazione tra sviluppo di tumori e consumo<br />
di zuccheri senza riuscire a trovarne una sufficientemente solida.<br />
Una metanalisi degli studi esistenti, pubblicata nel 2008 sullo<br />
stesso giornale, dimostra anche che una dieta con pochi<br />
zuccheri si associa a un livello di salute generalmente<br />
migliore (per esempio per una riduzione del diabete di tipo<br />
2 e delle malattie cardiovascolari), ma di nuovo non trova<br />
alcuna correlazione diretta tra consumo di zucchero<br />
e cancro.<br />
Uno studio pubblicato nel gennaio 2016 su Cancer Research ha<br />
invece dimostrato che, almeno per quanto riguarda il cancro del<br />
seno, una dieta ricca di fruttosio favorisce la crescita del tumore,<br />
confermando così ricerche precedenti che avevano collegato<br />
l’eccesso di zuccheri <strong>all</strong>a malattia.<br />
In questo caso, però, lo studio è stato condotto su topi di laboratorio<br />
nutriti con grandi quantità di fruttosio, in una situazione<br />
abbastanza diversa da quella di un essere umano.<br />
Lo studio fornisce però altre informazioni interessanti: il fruttosio,<br />
infatti, non viene utilizzato come fonte energetica diretta d<strong>all</strong>e cellule<br />
ma, attraverso l’innalzamento dell’indice glicemico, stimola la<br />
presenza di fattori infiammatori. Ed è proprio l’ambiente infiammato,<br />
e non l’utilizzo degli zuccheri come energia per la moltiplicazione<br />
delle cellule, ad aiutare il tumore a crescere.<br />
Conclusioni<br />
È probabile, e abbastanza sicuro per quel che riguarda il cancro<br />
del seno, che una dieta troppo ricca di zuccheri<br />
possa favorire la malattia attraverso un meccanismo<br />
di mantenimento dell’infiammazione nell’ambiente<br />
circostante il tumore, anche se per molti tipi di cancro<br />
mancano dati epidemiologici a sostegno di questa ipotesi basata<br />
soprattutto sulle conoscenze di biologia cellulare e sugli studi<br />
negli animali.<br />
È certo però che una dieta a ridotto contenuto di zuccheri<br />
aiuta a tenere a bada alcuni fattori di rischio<br />
indiretto sia per lo sviluppo del cancro sia per la sua<br />
progressione, come l’innalzamento repentino della<br />
glicemia legato al consumo di cibi ad alto indice glicemico e<br />
l’obesità.<br />
Nella pratica finalizzata <strong>all</strong>a prevenzione, quindi, è fondamentale<br />
mantenere un consumo moderato di zuccheri<br />
per il buon funzionamento dell’organismo, mentre va abolita<br />
ogni forma di estremismo, sia in eccesso – da qualsiasi<br />
fonte, anche vegetale – sia <strong>all</strong>a totale negazione. Infatti, come<br />
ci insegna la biochimica, un organismo umano complesso<br />
non può fare a meno degli zuccheri perché il nostro<br />
cervello utilizza esclusivamente il glucosio come carburante per<br />
svolgere le sue funzioni quotidiane. Se togliamo gli zuccheri d<strong>all</strong>a<br />
dieta quotidiana, il corpo crea immediatamente molecole di<br />
glucosio per soddisfare il fabbisogno del cervello, producendole<br />
attraverso la demolizione delle proteine e impoverendo così la<br />
massa magra.<br />
Un altro riferimento che riporta la fisiologia umana è quello relativo<br />
al consumo dei carboidrati durante l’attività fisica, come carburante<br />
fondamentale per i nostri muscoli per eseguire l’esercizio.<br />
Sottolineare questo concetto è fondamentale per insegnare al<br />
consumatore che le famose diete in cui si eliminano totalmente<br />
carboidrati d<strong>all</strong>a propria alimentazione sono degli emeriti f<strong>all</strong>imenti<br />
fisiologici per il nostro corpo.<br />
La salute sta nel giusto equilibrio dei consumi dei<br />
carboidrati, sia semplici che complessi, senza oltrepassare<br />
il limite del troppo o del troppo poco, ricordando<br />
che però il tutto deve essere abbinato ad una costante<br />
attività fisica.<br />
N/9