ALCHECHENGIO PERUVIANO Nome inglese: Golden berry Nome scientifico: Physalis peruviana di Francesca Buccella Classificazione botanica Classe: Rosopsida Ordine: Solanales Famiglia: Solanaceae Genere: Physalis Specie: P. peruviana INFORMAZIONI NUTRIZIONALI valori medi per 100 g di prodotto essiccato Energia: kcal 319 kJ 1334 Proteine: g 6,7 Carboidrati: g 42 di cui zuccheri: g 33 Grassi: g 8,5 di cui saturi: g 1,0 Fibre alimentari: g 24 Sale: g 0 Minerali Calcio mg 42,8 Ferro mg 19 Magnesio mg 121 Fosforo mg 229 Potassio mg 2150 Zinco mg 1,4 Rame mg 0,75 Manganese mg 0,72 Vitamine Tiamina mg 0,44 Riboflavina mg 0,22 Niacina mg 4,1 Ac. pantotenico mg 0,63 Vitamina B6 mg 0,36 Vitamina K μg 58 Vitamina A μg 1020 Vitamina E mg 2,9 Biotina μg 6,5 N/20 Fonte: Euro Company
ORIGINE E CENNI BOTANICI A discapito da quello che suggerisce il nome, l’alchechengio peruviano è originario del Brasile e solo successivamente si è naturalizzato negli altopiani del Perù e del Cile. Cominciò ad essere coltivato in Inghilterra nel 1774 nei giardini di casa e, dopo l’introduzione a Capo di Buona Speranza ad opera dei primi coloni, la pianta fu trasportata in Australia dove si diffuse rapidamente <strong>all</strong>o stato selvatico e acquisì l’attuale nome inglese. I semi sono stati portati <strong>all</strong>e Hawaii prima del 1825, permettendo la naturalizzazione della pianta in tutte le isole a media e alta altitudine. In Israele i primi semi furono piantati nel 1933: le piante crescevano molto bene, ma i frutti che producevano non riuscivano ad attirare l’attenzione dei consumatori locali né freschi né trasformati. Tonnellate 185˙000 180˙000 175˙000 170˙000 165˙000 160˙000 155˙000 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018 Il frutto della Physalis peruviana è principalmente conosciuto in italiano come alchechengio peruviano, o uciuva, e in inglese come golden berry, ma ha altri numerosi nomi a livello internazionale: Inca berry, Cape gooseberry, Giant ground cherry, Peruvian cherry (U.S.), Poha (Hawaii), Ras bhari (India), Aguaymanto (Peru), Uvilla (Ecuador), Uchuva (Colombia) etc. È una pianta perenne che raggiunge in media un’altezza inferiore al metro, compresa tra i 60 e i 90 cm. Occasionalmente, in buone condizioni, può raggiungere 1,8 m d’altezza. I rami sono di color porpora e ricoperti da una fine peluria. Le foglie sono cuoriformi e dentate, quasi opposte, leggermente vellutate e lunghe 5-15 cm. Nelle ascelle fogliari crescono i fiori, d<strong>all</strong>a caratteristica forma a campana, gi<strong>all</strong>i con macchie marrone-violacee scure nella gola e arricchiti da un calice peloso verde a cinque punte, con venature color porpora. Dopo la caduta del fiore il calice si espande, formando un involucro gi<strong>all</strong>o paglierino, amaro e non commestibile a differenza del frutto racchiuso al suo interno, che impiega dai 70 agli 80 giorni per maturare. Il frutto è una bacca globosa, liscia e cerea, con buccia gi<strong>all</strong>a aranciata e polpa succosa contenente numerosi semi molto piccoli di colore gi<strong>all</strong>astro. Quando i frutti maturano, hanno un sapore dolce e cominciano a cadere a terra. ESIGENZE CLIMATICHE E TERRENO La Physalis peruviana può svilupparsi in una vasta gamma di condizioni pedoclimatiche ed è classificata come specie molto tollerante proprio per la sua adattabilità a diversi tipi di clima e suolo. L’altitudine ha una forte influenza su piante e frutti. Un aumento delle radiazioni ultraviolette e una diminuzione della temperatura dell’aria, contemporanei <strong>all</strong>’aumento dell’altitudine, portano a piante di dimensioni più contenute con foglie piccole e spesse, ritardando inoltre la produzione di picco. In Colombia, ad esempio, la Physalis peruviana è coltivata a quote comprese tra i 2.000 e i 2.650 metri di altezza. Per quanto riguarda il tipo di suolo, l’ideale per la coltivazione sarebbe un terreno sabbiosoargilloso con un buon drenaggio, a grana grossa, preferibilmente quelli ricco di materia organica in percentuale superiore al 4% e con pH compreso tra 5,5 e 6,8. È importante evitare i terreni ricchi di acqua e quelli coltivati in precedenza con altre specie di Solanaceae. PAESI PRODUTTORI La produzione mondiale nel decennio compreso tra il 2006 e il 2016 ha visto una produzione altalenante. Attualmente i valori registrati sono in crescita. Nel 2016 sono stati coltivati 31.395 acri di terreno e prodotte 174.309 tonnellate di alchechengio. Coltivazione e produzione sono prerogativa quasi esclusivamente europea, con 31.374 acri coltivati e 174.199 tonnellate prodotte. La Germania è il maggior produttore, seguita da Russia e Polonia. N/21