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Ed è il nome stesso del gruppo a racchiudere l’orizzonte di ricerca:<br />
“10/66” si riferisce al fatto che due terzi della popolazione (il<br />
66%, appunto) affetta da demenza vive in LIMCs, eppure solo il<br />
10% - forse anche meno - della ricerca basata sulla popolazione<br />
è finora stata condotta in queste regioni del pianeta. <strong>Il</strong> gruppo fa<br />
parte dell’organizzazione senza scopo di lucro Alzheimer’s Disease<br />
International, ed è coordinato dall’Institute of Psychiatry, Psychology<br />
and Neurosciences del King’s College di Londra. Sul sito dedicato<br />
al progetto è accessibile un vasto dataset anonimo di informazioni<br />
raccolte e sono stati condivisi i protocolli e i questionari<br />
utilizzati nella ricerca.<br />
Sfruttando quei dataset, Stephan e colleghi hanno potuto contemplare<br />
nel proprio studio una platea di 11.143 persone, dai 65<br />
anni in su (fino a 106 anni), nessuna delle quali al basale mostrava<br />
già evidenti segni di demenza. <strong>Il</strong> campione era composto per il<br />
62,6% da donne e per il 37,4% da uomini.<br />
L’enorme mole di dati analizzata comprende abitanti di Cina,<br />
Cuba, Repubblica Domenicana, Messico, Perù, Portorico e Venezuela<br />
e un arco di tempo di valutazione dell’incidenza della demenza<br />
compreso tra i 3 e i 5 anni. I dataset del progetto 10/66 hanno<br />
dato accesso a campioni che variano da 1.900 a 3.000<br />
persone in tutti i Paesi, con un 80% della popolazione<br />
che ha risposto ai questionari distribuiti. Per il gruppo<br />
di Stephan è stato così possibile accedere a informazioni<br />
sulla famiglia e sulla condizione socio-sanitaria, in abbinamento<br />
a dati relativi alla salute fisica e neurologica. Nel<br />
dataset 10/66 sono comprese anche le risposte di chi ha<br />
accompagnato il paziente nella rilevazione - in genere si<br />
tratta di caregiver, coinquilini o familiari. Solo per la Cina,<br />
non essendo stato possibile raccogliere campione di sangue,<br />
non era disponibile il valore del colesterolo.<br />
Dello studio 10/66 è stato utilizzato anche l’algoritmo<br />
diagnostico: si tratta di un modello che include i punteggi<br />
ottenuti in una serie di test cognitivi riconosciuti, quali<br />
il CSI-D (Community Screening Interview for Dementia)<br />
COGSCORE e il CERAD (Consortium to Establish a Registry<br />
for Alzheimer’s Disease).<br />
Una delle fasi principali dello studio britannico è stata<br />
quella relativa alla selezione <strong>dei</strong> modelli già utilizzati<br />
in zone HICs: non tutti avrebbero garantito un’adeguata<br />
coerenza della ricerca. E il motivo lo hanno spiegato in<br />
un commento [3] pubblicato nello stesso numero della<br />
rivista, Francisca Rodriguez, del German Center for<br />
Neurodegenerative Diseases (DZNE), e Susanne Roehr,<br />
dell’Institute for Social Medicine, Occupational Health<br />
and Public Health di Leipzig.<br />
Una delle maggiori sfide nella previsione del rischio<br />
di demenza nei LMICs, spiegano le due scienziate, è che<br />
molti metodi di valutazione utilizzati negli HICs non sono<br />
disponibili nelle aree più povere. Basti pensare alle informazioni<br />
ottenute tramite tecniche di imaging [4], che per<br />
quelle zone sono troppo costose o inutilizzabili per l’assenza<br />
di personale qualificato. In scenari simili è necessario<br />
fare affidamento su strumenti di screening che sono<br />
facili da usare e da interpretare.<br />
Secondo dati dell’OMS [5] nel 2015 la demenza ha<br />
colpito 47 milioni di persone in tutto il mondo (circa il<br />
5% della popolazione anziana mondiale), una cifra che<br />
dovrebbe aumentare a 75 milioni nel 2030 e toccare i 132<br />
SCIENZE<br />
milioni entro il 2050. Stime recenti dicono che a livello globale<br />
ogni anno quasi 9,9 milioni di persone sviluppano demenza, praticamente<br />
un nuovo caso ogni tre secondi. Di queste, quasi il 60%<br />
vive attualmente in Paesi a basso e medio reddito, così come la<br />
maggior parte <strong>dei</strong> nuovi casi (71%) dovrebbe verificarsi nelle stesse<br />
zone svantaggiate.<br />
Un punto di forza dello studio di Stephan e colleghi, sottolinea<br />
il commento, è la ricerca <strong>dei</strong> soli modelli di previsione del rischio<br />
che abbiano un’applicabilità su larga scala nei LMICs. Inoltre, il<br />
campionamento della popolazione utilizzato nello studio - quello<br />
del progetto 10/66 - comprende anche aree rurali e gruppi di popolazione<br />
delle comunità più povere.<br />
Ad oggi sono stati sviluppati almeno venti modelli per la previsione<br />
del rischio di demenza nei Paesi ad alto reddito, con caratteristiche<br />
differenti per precisione predittiva, differenze metodologiche,<br />
durata <strong>dei</strong> follow-up, fattori selezionati per definire la<br />
popolazione. Per individuare i modelli che sarebbe stato possibile<br />
traslare senza perdere coerenza, Stephan e colleghi hanno innanzitutto<br />
circoscritto la selezione sulla scorta delle revisioni sistematiche<br />
più recenti a cui gli studi precedenti erano stati sottoposti [6,<br />
Dementia<br />
a public health priority<br />
What are the symptoms?<br />
Difficulties<br />
with everyday<br />
tasks<br />
Who is affected?<br />
50 million people<br />
worldwide<br />
Set to triple<br />
by 2050<br />
Nearly 10 million new<br />
cases every year<br />
One every<br />
3 seconds<br />
2015<br />
50<br />
million<br />
Confusion in<br />
familiar<br />
environments<br />
2030<br />
82<br />
million<br />
2050<br />
152<br />
million<br />
Majority of people who will<br />
develop dementia will be in<br />
low- and middle-income<br />
countries<br />
Difficulty with<br />
words and<br />
numbers<br />
What is the<br />
cause?<br />
Conditions that affect the<br />
brain, such as Alzheimer's<br />
disease, stroke or head injury<br />
What does it cost?<br />
2015<br />
2030<br />
Memory<br />
loss<br />
US$818 billion:<br />
estimated costs to<br />
society in 2015<br />
Changes in<br />
mood and<br />
behaviour<br />
US$2 trillion<br />
Families and friends<br />
provide most of the care<br />
Carers experience physical,<br />
emotional and financial stress<br />
<strong>Il</strong> <strong>Giornale</strong> <strong>dei</strong> <strong>Biologi</strong> | Maggio 2020<br />
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