Vado e Torno_2024-02

Bellina da
standing ovation
Non è una
vittoria ma
gli assomiglia.
L’ottavo posto
conquistato
dall’equipaggio
formato da
Claudio Bellina,
Bruno Gotti e
Marco Arnoletti,
perfettamente
assecondati
dall’Iveco
Powerstar in
gara con i colori
del team MM
Technology (che
guarda caso è
lo stesso del
vincitore Macik)
profuma infatti
di impresa.
Soprattutto,
interrompe la
lunga assenza
di piloti italiani
dalla top ten del
rally più iconico e
prestigioso. Dove
pure, ricordiamolo,
il tricolore ha
svettato alto agli
albori della Dakar,
quella africana,
dunque la più
autentica, prima
con Giacomo
Vismara (1986),
poi con Giorgio
Villa (1990),
e ancora con
Francesco Perlini
(1992-1993). Poi,
il lungo oblio, a
cui Bellina ha
posto finalmente
la parola fine, alla
sua undicesima
partecipazione
alla corsa, che
ha disputato per
la prima volta
proprio in coppia
con Vismara, nel
2005, quando
il rally non era
ancora emigrato
in Sudamerica.
Una prestazione,
quella di Bellina
e dei suoi due
compagni di
avventura,
assolutamente
convincente. Per
l’equipaggio del
Powerstar in livrea
giallo-blu, che
per l’occasione
calzava
pneumatici della
Serie 02 firmati
Prometeon, le
cose si sono
messe al meglio
fin dal via.
Prologo e tappa
inaugurale a
ridosso dei primi
dieci, quindi
un meritato
quinto posto
nella seconda
frazione, che ha
consegnato loro
il decimo posto
nella generale, poi
diventato nono. A
quel punto, con
lo spauracchio
della temutissima
Superstage 48
ore da affrontare
nell’Empty
Quarter, sarebbe
stato anche logico
accontentarsi
della posizione
raggiunta,
risparmiando
la meccanica e
evitando rischi
che avrebbero
potuto vanificare
l’ottimo lavoro fin
lì svolto. Invece,
Bellina-Gotti-
Arnoletti hanno
spinto ancora,
risalendo al
settimo posto
nella generale
grazie a un
eccellente ottavo
assoluto nella
frazione-chiave
che ha chiuso la
prima settimana.
Solo a quel
punto i tre hanno
gestito, scalando
di una posizione
e concludendo,
appunto, con un
ottavo posto da
standing ovation.
LA DAKAR 2024 TAPPA PER TAPPA
Tappa da/a Vincitore Leader classifica
generale
Prologo venerdì 5 Alula-Alula Van Kasteren (Iveco)
1 sabato 6 Alula-Al Henakiyah Van Kasteren (Iveco) Van Kasteren (Iveco)
2 domenica 7 Al Henakiyah-Al Duwadimi Van Kasteren (Iveco) Van Kasteren (Iveco)
3 lunedì 8 Al Duwadimi-Al Salamiya Macik (Iveco) Van Kasteren (Iveco)
4 martedì 9 Al Salamiya-Hal Hofuf Van Kasteren (Iveco) Van Kasteren (Iveco)
5 mercoledì 10 Hal Hofuf-Shubaytah Macik (Iveco) Van Kasteren (Iveco)
6 gio/ven 11-12 Shubaytah (superstage) Macik (Iveco) Macik (Iveco)
RIPOSO
7 domenica 14 Riyadh-Al Duwadimi Macik (Iveco) Macik (Iveco)
8 lunedì 15 Al Duwadimi-Ha’il Mit.Van den Brink (Iveco) Macik (Iveco)
9 martedì 16 Ha’il-Alula Huzink (Renault) Macik (Iveco)
10 mercoledì 17 Alula-Alula Huzink (Renault) Macik (Iveco)
11 giovedì 18 Alula-Yanbu Loprais (Praga) Macik (Iveco)
12 venerdì 19 Yanbu-Yanbu Loprais (Praga) Macik (Iveco)
VAN KASTEREN,
QUESTA VOLTA NO
Era partito da Alula
con il fermo intento
di puntare al bis.
Ma lungo la strada
di questa Dakar,
Janus Van Kasteren
è stato bersagliato
dalla sfortuna
(numerose forature)
e anche qualche
problema meccanico
di troppo (noie al
turbo), che lo hanno
addirittura buttato
giù dal podio. Un
quarto posto, il suo,
decisamente amaro.
La classifica finale, in questo
senso, parla chiaro: otto Iveco
nei primi dieci classificati
valgono ben più di qualsiasi
commento.
La Dakar degli Iveco,
quindi. Fin dal via era chiaro
che, a meno di sempre
possibili colpi di scena, a
giocarsi la vittoria sarebbero
stati gli olandesi Janus Van
Kasteren e Mitchel Van den
Brink, vincitore nel 2023 il
primo, talento rampante prepotentemente
emerso proprio
in quella edizione del rally,
il secondo. Più l’altro riconosciuto
campione della specialità,
il ceco Martin Macik.
Macik ha vinto
senza strafare
Ebbene, è successo quel che
dopo le prime tappe, dunque
prima di entrare nel temutissimo
Empty Quarter, risultava
davvero difficile ipotizzare. E
cioè che Van Kasteren, dopo
la tripletta iniziale (prologo
più due tappe) è incappato in
una serie di problemi di varia
natura (un numero imprecisato
di forature, ma soprattutto
noie all’idroguida, al motore
e al cambio) che lo hanno
fatto precipitare in classifica
a distanza siderale dal nuovo
leader Macik. Il quale,
da parte sua, messa da parte
la grinta (spesso anche eccessiva)
che in passato lo ha
portato a strafare ritrovandosi
con un pugno di mosche in
mano, ha giocato intelligentemente
di tattica, marciando
veloce sì, ma al tempo stesso
preservando anche la meccanica
del suo Iveco Powerstar
preparato dalla MM Technology
(le due M sono appunto
le iniziali del suo nome e di
quello, identico, del padre).
La svolta a favore del
trentaquattrenne pilota ceco
(alla sua decima Dakar da
pilota), proprio nella Superstage
che ha chiuso la prima
settimana. Lì Macik ha affondato
il colpo, mettendo
tra sè e i rivali un vantaggio
impossibile da ricucire per i
vari Van Kasteren e Van den
Brink (Mitchel).
Alberto Gimmelli
60 61