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126 DELL’IMITAZIONE E DELLA MEMORIA
al Tempio. L’ostilità di Gesù al culto del Tempio doveva
esser nota agli esattori, infatti la domanda è capziosa: «Il
vostro maestro non paga le didramme?» Pietro discolpa il
Maestro, ma entrato in casa Gesù lo previene: «Che te ne
pare, Simone? I re della terra da chi prendono le imposte,
dai loro figli o dagli estranei?» «Dagli estranei», risponde
Pietro. E Gesù: «I figli dunque ne sono esenti...» Dopo
quel colloquio a quattr’occhi (una lezione di teologia!),
Gesù si prende gioco degli esattori proponendo a Pietro
la pesca “miracolosa”, che una esegesi interessata interpreta
come miracolo.
La posizione di Gesù è chiara, e trova conferma in
altri passi famosi, quali Mt. 6,6: «Ma se tu vuoi pregare,
entra nella tua cameretta, e chiuso l’uscio rivolgi il tuo
pensiero al Padre tuo che è nel segreto, e il Padre tuo, che
vede nel segreto, ti ascolterà»; Mt. 5, 23-24: «Se stai per
offrire la tua offerta sull’altare, e ti ricordi che tuo fratello
ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta davanti all’altare
e va prima a riconciliarti col tuo fratello, poi vieni a
offrire la tua offerta»; e ancora Mt. 12,6: «Ora io vi dico: c’è
qui qualcosa più grande del Tempio».
Dio è Padre misericordioso, e non pretende forme
particolari di adorazione. Egli ha piantato nel cuore
dell’uomo un seme, il più piccolo seme che ci sia, ed è
questo granum sinàpis che bisogna coltivare perché diventi
un albero forte. Perciò Dio è nel segreto e vede
nel segreto. Al lòghion 3 del Vangelo extra-canonico di