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UN DISCORSO SEMISERIO SULL’UOMO 71<br />
sono chiamati a essere «angeli», il «papa teologo» si<br />
è avventurato in un’altra delle sue lectiones: «Il termine<br />
angelo, oltre a definire gli Angeli, è anche uno<br />
dei titoli più antichi attribuiti a Gesù», egli ha detto.<br />
Ma andando a rimestare nella Storia delle dottrine<br />
cristiane prima di Nicea, sorge il sospetto che papa<br />
Ratzinger abbia imboccato un vicolo cieco 67. Ecco<br />
infatti quel che ne scrive il Daniélou:<br />
«Angelo è uno dei nomi dati al Cristo fino al IV secolo.<br />
Tende poi a sparire a causa della sua ambiguità<br />
e dell’uso che ne avevano fatto gli Ariani […] Il testo<br />
essenziale che assimila Michele al Verbo e Gabriele<br />
allo Spirito Santo è l’Ascensione di Isaia […] Si nota<br />
in esso un indiscutibile subordinazionismo…»<br />
L’Ascensione di Isaia era un testo in uso presso<br />
i Catari fino ai tempi di san Francesco. Nato in<br />
ambito ebraico, il cristianesimo non poteva prescindere<br />
dall’attesa del Messia, incarnazione d’un<br />
essere angelico preesistente, l’Arcangelo Michele,<br />
67 Jean Daniélou, Histoire des doctrines chrétiennes avant Nicée - Trinité<br />
et angélologie, p. 212. Il Concilio di Nicea (325 d. C.), in cui fu proclamato il<br />
dogma della consustanzialità (omoousìa) fra il Padre e il Figlio, costituisce<br />
lo spartiacque fra la religione attuale e il cristianesimo dei primi tre secoli.