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134 DELL’IMITAZIONE E DELLA MEMORIA Il Buon Samaritano è di conseguenza Gesù, e ciò non è irrilevante per le nostre deduzioni, mentre il sacerdote, che passa via indifferente, rappresenta l’inefficacia dell’antica Legge, e il Levita, che gira altrove lo sguardo, evidenzia la chiusura tribale d’Israele. Che Francesco d’Assisi non abbia nulla a che vedere col catarismo, è un luogo comune da rivedere; è vero piuttosto che Madonna Povertà non ha nulla a che vedere col pauperismo, perché è lo stato metafisico e apofatico di Adamo prima del peccato. Nel Sacrum Commercium Eva infatti non appare, perché la separazione dei sessi è anch’essa conseguenza del peccato. Adamo si appropria del frutto dell’Albero del Bene, e di tale appropriazione sconta la pena. Come i Catari, san Francesco non fa di Dio l’autore del Male. Ma il discorso ci porta più lontano: perché i Samaritani erano considerati scismatici dai Giudei fedeli al Tempio? Jean Danielou lo spiega ne I manoscritti del Mar Morto etc. (Ed. Arkeios 1993, p. 90): «»«Essi [i Sadochiti] si erano separati sotto i Maccabei dalla comunità ebraica, perché i grandi sacerdoti di questa erano degli Asmonei, che non discendevano da Aronne e da Levi. [I samaritani erano dunque] Legittimisti che restavano fedeli alla discendenza di Sadoc, il gran sacerdote aronnide del tempo di Salomone, essi attendevano per la fine dei tempi due Messia, l’uno un gran sacerdote, il Messia di Aronne, e l’altro subordinato, il Messia di Giuda. […] Lo scopo dell’Epistola agli Ebrei è invece di mostrare che Gesù è il gran sacerdote messianico, e che
JESUS CONTRE LE TEMPLE? 135 non è da rifiutare il fatto che le due funzioni siano riunite nella stessa persona […] egli è il gran sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek.» Se ciò può spiegare l’avversione di Gesù al culto del Tempio, lascio al lettore il compito di giudicarlo. Spero comunque d’aver apportato qualche elemento utile al problema. (Commento lasciato su Esprit & Vie, août 2006)
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