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92 DELL’IMITAZIONE E DELLA MEMORIA po onore al diavolo», scrisse il filosofo assassinato. Respingendo l’Inferno eterno, entrambi ponevano il Purgatorio sulla terra, idea sostenuta dai Catari, i quali indicavano Crisostomo come il principale responsabile dell’adulterazione del cristianesimo. Da questo punto prendiamo le mosse per ripercorrere le fasi attraverso cui la teologia cristiana si attorciglia su se stessa per trovare una formula che garantisca l’Unicità e la Trinità di Dio senza cadere nel modalismo o nel subordinazionismo. Si perde in quest’ingorgo l’idea della Buona Novella come liberazione dal ciclo delle morti e delle rinascite. Al concilio di Calcedonia del 451 il reincarnazionismo viene condannato insieme all’opera di Origene 84. Si chiude così l’epoca del protocristianesimo che, col 84 Cfr. Panfilo Gentile, Storia del cristianesimo, Rizzoli 1969: «Nel complesso, l’opera di Origene costituì effettivamente una gnosi ortodossa. Nei particolari non tutte le dottrine di Origene furono ortodosse, o lo furono assai faticosamente, mercé gli aiuti compiacenti di un’esegesi allegorica. E difatti, quando la follia teologica infuriò in forma acuta, nel IV secolo, il nome di Origene fu il segnacolo di lotte memorabili [...] E con codesta teologia ortodossa, doppiamente esiziale, per essere una teologia e per essere ortodossa, venne acclimatata nella civiltà occidentale, che aveva conosciuto il libero razionalismo della Grecia classica, la più funesta e longeva aberrazione mentale che la storia umana abbia mai visto. Lo spirito restò per secoli immobilizzato e costretto nelle forme della decadente mentalità ellenistica, sciupò energie incalcolabili per rendere a se stesso razionale l’irrazionale, e dovette versare fiumi di sangue per riacquistare
UN DISCORSO SEMISERIO SULL’UOMO 93 rifiuto della guerra e della generazione, ha messo in pericolo l’Impero. Ancora un pericolo incombe però sull’Impero cristiano, l’Accademia Platonica 85. Sul sacrificio dell’Accademia Platonica viene restaurato l’ordine morale del mondo, ma non si riuscirà a immunizzare l’Impero contro la tetra eredità agostiniana. Il Medioevo accentuerà la distanza fra Gerusalemme terreste e Gerusalemme celeste e con san Francesco si ripresenterà la minaccia dell’anomia cristiana. In Duns Scoto il dualismo agostiniano trova una nuova formulazione: una distanza infinita separa il mondo dal suo creatore. La vita umana è riassunta da Duns in quattro inconciliabili esigenze: «Dio esige dall’uomo amore incondizionato; i principi speculativi esigono il massimo rigore logico; la vita morale esige una tensione continua; infine natura il diritto di pensare secondo le leggi del pensiero e il diritto dell’esame sull’autorità del dogma.» 85 Cfr. Valerio Napoli, Il principio totalmente ineffabile tra dialettica ed esegesi in Damascio, Officina di Studi Medievali di Palermo e CUECM di Catania 2008, p. 80-81: «Contrariamente a quanto si è soliti pensare, l’atto con cui Giustiniano nel 529 chiuse definitivamente l’Accademia non fu un burocratico provvedimento di eutanasia, ma fu invece dettato da una precisa volontà da parte dell’imperatore cristiano di arginare un temuto ritorno di forza e di prestigio della filosofia pagana.»
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