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UN DISCORSO SEMISERIO SULL’UOMO 59<br />
passata sotto silenzio! Solo il Terzuolo 51 auspica che<br />
la mia analisi filologico-semantica della Parabola dei<br />
Talenti possa dare inizio a una profonda riflessione.<br />
Ma bando alle illusioni: la parabola stava lì da duemila<br />
anni e a nessuno era parso strano che «a chi ha sarà<br />
dato e sarà nell’abbondanza, ma a chi non ha sarà<br />
tolto anche il poco che ha». La questione aspettava<br />
d’esser sollevata dal mio libro più scanzonato, il cui<br />
titolo però, In pruritu carnis, porta l’imprimatur di<br />
Innocenzo III.<br />
È tratto infatti dal De contemptu mundi:<br />
«Conceptus est homo in pruritu carnis, in fervore<br />
libidinis, in foetore luxuriae». Non impressionatevi,<br />
Signori: quel disprezzo del mondo era mirato unicamente<br />
a usurpare il potere imperiale. Fu così che<br />
il Papa diventò a tutti gli effetti il Principe di questo<br />
mondo. Questa affermazione non va presa alla<br />
leggera: non solo è fondata sulle Scritture ma è collaudata<br />
dalla Storia. Il giudizio più impietoso viene<br />
51 Cfr. Luigi Alessandro Terzuolo, N. 39 di Behemoth 2006: «Emerge a<br />
questo proposito uno dei contributi più notevoli dell’opera di Spadaro.<br />
[...] In realtà la dynamis rinvia ad un prius: la preesistenza («A chi ha sarà<br />
dato...), ed è questa che consente di chiarire e risolvere il problema della<br />
predestinazione, che, se abbandonata a se stessa, alimenta la paradossale<br />
teologia luterana e calvinista del servo arbitrio.»