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44 DELL’IMITAZIONE E DELLA MEMORIA
sa volontà anteriore alla nascita, che predispone
quel corpo all’unione con quell’anima determinata.
La diagnosi non è nuova, era già stata fatta da
Origene 38, secondo il quale il corpo è predisposto in
base a meriti e demeriti antecedenti la nascita ad
accogliere un’anima determinata. Quale anima accoglie
dunque questo mio corpo sciagurato? A questo
punto, un tocco da romanzo gotico non guasta:
vagava in casa nostra il fantasma d’un antenato finito
in manicomio. Quel mio bisavolo, chiamato per
chiara fama a insegnare al Liceo di Noto, non diede
di sè buona prova, una radicale incomunicabilità lo
segregava da tutti, e alla fine lo rese così selvatico,
che fu necessario ricoverarlo in manicomio. Non fu
38 Principia I, 2,8; 3, 35-6. Per Origene il corpo assume di volta in
volta qualità idonee, secondo il progresso o il regresso dell’anima. Nella
resurrezione l’identità del corpo terrestre con quello spirituale è assicurata
da tre fattori: 1. la sostanza corporea; 2. una forma (eîdos); 3. un principio
seminale (il lògos spermatikos degli Stoici), più un quarto presupposto, il
fondamento (upokeimenon). È degno di nota che tutta la scuola francescana
contrapponeva la dottrina della pluralità delle forme alla dottrina tomista
secondo cui l’anima intellettuale è la forma del corpo. La dottrina della
pluralità delle forme, analoga a quella buddista e a quella catara, fu
condannata dal Concilio di Vienne nel 1311, ed era stata trasmessa da Pier
Giovanni Olivi a Duns Scoto durante il loro soggiorno parigino del 1303. Ma
se nella scuola francescana si perpetua una dottrina, che la contrappone alle
altre scuole e contraddistingue l’Ordine come caratteristica propria, tale
dottrina non può essere stata trasmessa che dal suo Fondatore.