Untitled - i segni dell'auser
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Spazi dei vivi, spazi dei morti. Paesaggi urbani del VI e VII secolo<br />
Fig. 9. Saggi 2010 in Via San Giorgio-Via Battisti: materiali dalla US 114.<br />
Fig. 10. Saggi 2010 in Via San Giorgio-Via Battisti: materiali dalle US 114 (3-4, 6) e 122 (1-2, 5).<br />
Probabilmente non è solo per la maggior consistenza complessiva delle restituzioni che i<br />
contesti di Via San Giorgio mostrano distinzioni non marginali rispetto ai livelli di consumo<br />
o alla fase cronologica testimoniata dallo strato 413 del Galli Tassi.<br />
Nelle produzioni modellate nella tradizionale pasta figulina rosata o rosa-arancio, coperta<br />
da una vernice che ormai è solo di rado omogeneamente distribuita, e tende piuttosto ad<br />
essere sparsa per colature, il ‘vaso a listello’/mortaio con inclusi litici sul fondo (figg. 8, 1;<br />
9, 1 e 7) è integrato da una vasta gamma di forme aperte: bacini emisferici carenati, con<br />
labbro decisamente rientrante, provvisti di beccuccio versatoio innestato obliquamente sul<br />
corpo e integrati da un’ansa verticale, a maniglia (figg. 7, 2; 9, 2; 11, 4); bacini con labbro<br />
svasato, variamente modanato (figg. 7, 3; 8, 3-4; 10, 1) o appiattito, ortogonale alla parete,<br />
decorato da linee sinusoidali incise (fig. 8, 2); coppe o piccoli bacini con labbro ripiegato,<br />
ingrossato (figg. 9, 3; 11, 5), modanato ad imitazione dei modelli proposti dalle forme<br />
della sigillata africana (fig. 9, 4), semplicemente arrotondato (fig. 10, 2).<br />
La piccola forma globulare, con fondo piano, breve labbro svasato, potrebbe aver svolto il<br />
ruolo di contenitore di qualche liquido particolare, più che di poculo (fig. 11, 6).<br />
Per quasi tutte le morfologie è possibile riconoscere parentele nel sistema di forme aperte<br />
di produzione italica che anche nei contesti romani dell’avanzato VI e della prima metà del<br />
VII secolo integrano le acquisizioni – ovviamente assai più rilevanti che a Lucca – dai cen-<br />
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