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Untitled - i segni dell'auser

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Parte II<br />

esterno alla chiesa di San Donato che dava nome alla porta 78 , illumina le indicazioni archeologiche<br />

offerte da scavi condotti sul lato opposto delle mura (fig. 1, F).<br />

Fra Via dell’Angelo Custode (Palazzo Orsucci) e Piazza Santa Maria foris portam sono infatti<br />

emerse a più riprese, tra 2006 e 2009, tombe genericamente riferibili ad orizzonti<br />

tardoantichi o altomedievali – per l’assenza di oggetti di corredo e l’evanescenza delle indicazioni<br />

proposte dai livellamenti sui quali sono collocate – che dovrebbero essere attribuite<br />

all’area cimiteriale al cui centro si collocava la chiesa che dà nome alla porta, San Gervasio<br />

79 .<br />

In particolare, negli interrati all’angolo fra Santa Maria foris portam e Via Santa Croce (fig.<br />

54), la deposizione 64, orientata est/ovest, con la testa dell’inumato – incisa dalle fondazioni<br />

dell’edificio rinascimentale – ad ovest, con la sua collocazione a ridosso del basolato<br />

del decumanus cittadino (25), in una fossa aperta nella glareata di ciottoli e frammenti laterizi<br />

(45, 66) che aveva dilatato la sede stradale in età tardoantica, riflette con singolare precisione<br />

le indicazioni documentarie sull’area funeraria descritta all’esterno della Porta San<br />

Donato in un documento dell’805, con la collocazione quasi a ridosso delle mura (1) e<br />

dell’avancorpo turrito (5) che proteggeva la porta.<br />

Lungo l’antica via publica che usciva da Porta San Gervasio per portare a Firenze, è ancora<br />

un’area funeraria a indiziare la formazione già fra VI e VII secolo degli insediamenti extramuranei<br />

particolarmente vitali nelle testimonianze documentarie dell’VIII secolo.<br />

Nell’area oggi occupata dalla rinascimentale chiesa di San Ponziano, sondata con i lavori di<br />

adeguamento a sede della Biblioteca dell’IMT, nel 2005, è emerso un sepolcreto con deposizioni<br />

in cassa costruita con laterizi romani di spoglio entro fosse che avevano tagliato la<br />

glareata della sede stradale d’età romana, cui offre un eccellente punto di riferimento cronologico<br />

la coerenza tipologica con il sepolcreto appena descritto nell’area Galli Tassi. La<br />

valutazione è indirettamente corroborata dal terminus ante quem proposto dall’edificio di<br />

culto dell’avanzato secolo VIII – identificabile con la chiesa di San Bartolomeo prope Silice<br />

fondata da una delle famiglie maggiorenti del suburbio orientale di Lucca – che la manomette<br />

in parte 80 . Come per il San Salvatore dell’area Galli Tassi, dunque, si direbbe che<br />

uno spazio sepolcrale genericamente ascrivibile al VI-VII secolo abbia indotto la costruzione<br />

di un edificio di culto nel secolo VIII.<br />

Il modello che l’area di Porta San Donato propone, se si esaminano i dati archeologici dei<br />

saggi distribuiti lungo Via San Paolino alla luce dei documenti altomedievali, traspare anche<br />

intorno alla Porta San Vincenzo, o San Frediano, come sarà progressivamente denominata<br />

la chiesa tardoantica, costruita all’esterno della porta settentrionale della città, in cui il<br />

78 Si rinvia a ABELA – BIANCHINI 2006, pp. 51 ss.<br />

79 Per lo scavo, condotto da Elisabetta Abela, con la collaborazione di Sara Alberigi, Serena Cenni, Laura<br />

Guidi, si veda per il momento CIAMPOLTRINI 2008 B, pp. 23 ss., con la prima presentazione dei dati sul<br />

complesso della porta orientale delle mura tardorepubblicane.<br />

80 CIAMPOLTRINI 2006 B, p. 39; per l’analisi particolareggiata, ABELA 2006, pp. 57 ss.; CENNI 2006, pp.<br />

94 ss.<br />

56

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