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Untitled - i segni dell'auser

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Alle testimonianze dei traffici si aggiungono quelle degli artigiani, attivi come nella Lucca<br />

del secolo VIII, quando la massa dei documenti conservati nell’Archivio Arcivescovile<br />

consente di apprezzare società e paesaggi urbani che non sembrano dissimili da quelli<br />

proposti dalla documentazione archeologica per il secolo precedente. L’aristocratico longobardo<br />

sepolto davanti alla chiesa di Santa Giulia, carico di oggetti di prestigio prodotti<br />

da manifatture di matrice ‘bizantina’ – Romana, come si sarebbe detto allora – prefigura<br />

l’aristocrazia di viri magnifici da cui esce, in qualche caso, il dux cittadino – vir gloriosus,<br />

per Longobardi e per Romani – così come l’exercitalis sepolto in Via Fillungo, forse sotto<br />

la protezione delle reliquie di San Frediano, e i membri della stessa classe i cui resti sono<br />

affiorati nella campagna lucchese, dall’Ottocento sino ai giorni nostri, possono essere<br />

considerati figure esemplari della ‘classe media’ longobarda che popola e rende vivace la<br />

Lucca degli anni di Liutprando e di Astolfo, assieme al clero, ai mercanti, agli artigiani<br />

della componente Romana della società cittadina, assimilati nei rituali funebri e nella<br />

devozione cattolica già nella seconda metà del VII secolo, come testimonia ancora una<br />

volta l’evidenza dello scavo.<br />

Il percorso di ricerca che si conclude con queste pagine iniziava, per chi scrive, quando<br />

nel deposito dei materiali di scavo di Santa Reparata gli apparve un frammento di marmo<br />

– poco più di una scheggia – con una crux gemmata impressionantemente simile a<br />

quella che il Baroni, nel Settecento, aveva disegnato dalla lastra d’altare eretta da Valerianus<br />

presbyter, per disposizione dell’episcopus Frygianus. Almeno un’ombra, o un’eco, del ‘segno<br />

di San Frediano’, che lo entusiasmò nelle ricerche sulle produzioni scultoree della<br />

Toscana del VI secolo, avviate proprio dalla scoperta di quel frammento. In quei giorni<br />

stava per lasciare l’amata terra di Castelfranco suo padre; a cento anni dalla nascita, a<br />

venti dalla morte, gli piace dedicare questo libretto a lui, che forse lo avrebbe sfogliato<br />

volentieri, e a chi ne ha condiviso gli anni più belli.<br />

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