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Untitled - i segni dell'auser

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Fig. 27. Saggi 1999 nel Cortile Carrara:<br />

lucerna dallo strato 335.<br />

Spazi dei vivi, spazi dei morti. Paesaggi urbani del VI e VII secolo<br />

Lo strato 328, che suggella il riempimento 331, è coevo,<br />

come indicano ancora un frammento di scodella 99 Hayes<br />

(fig. 26, 1), il repertorio dei bacini (fig. 26, 3-4), anche<br />

nella versione provvista di beccuccio versatoio (fig. 26, 2),<br />

gli ‘orcioli’, presenti in particolare con esemplari di piccolo<br />

formato (fig. 26, 5-6) 50 ; infine, il frammento di lucerna di<br />

produzione ‘locale’ (fig. 26, 7).<br />

Un frammento di scodella 99 Hayes conferma che anche<br />

lo strato 333 si formò in questi anni.<br />

Una lucerna è il più efficace oggetto datante del livellamento<br />

335, con il quale si chiude la sequenza stratigrafica<br />

formatasi intorno alla fossa: la forma biconica, modellata<br />

al tornio con un impasto arancio con minuti inclusi eterogenei,<br />

e provvista di foro di alimentazione, in posizione<br />

centrale, e di foro per l’alloggiamento dello stoppino (fig.<br />

27), esce verosimilmente dalle botteghe africane che nell’avanzato<br />

VI secolo riescono a sfruttare i traffici marittimi<br />

anche per la diffusione di manufatti di basso prezzo 51 .<br />

La complessità dell’organizzazione degli spazi è rispec-<br />

chiata dalla sequenza incontrata nel saggio disposto, ampliando decisamente la trincea iniziale,<br />

nell’angolo nord-occidentale del Cortile (fig. 28).<br />

Lembi della struttura urbana di Lucca tardoantica furono incontrati, e saggiati in misura<br />

marginale, proprio nella fase finale delle ricerche, con l’esplorazione di una massicciata di<br />

laterizi frammentati e pietrame, costipati e sistemati prevalentemente di piatto (430; fig.<br />

29); l’episodio è manifestamente il recupero, con un battuto pavimentale, di ciò che era<br />

sopravvissuto alla spoliazione del complesso di cui aveva fatto parte il relitto di muro<br />

(428) rivestito da un paramento cementizio, forse parte di una vasca (fig. 30). La storia<br />

della spoliazione traspare dalla sequenza di livelli addossati a 428: terra argillosa con abbondanti<br />

scaglie di calcare bianco (431); un accumulo di frammenti laterizi e pietrame, a<br />

ridosso della risega di fondazione (434); terreno argilloso, con rari frammenti di laterizi e<br />

di pietrame, e sigillate italiche (435). Un livello di frammenti laterizi disposto a ridosso<br />

della risega di fondazione di 428 (436), restituendo un frammento di sigillata africana che<br />

conserva un sistema decorativo a stampigliature tipo Hayes Aii-iii, con palmetta e cerchi<br />

concentrici (fig. 31), pone – a dispetto delle componenti della prima e media età imperiale<br />

dominanti nei livelli superiori – l’intera sequenza entro il corso del V secolo 52 .<br />

50 Il tipo è largamente attestato nei contesti tombali dell’intero territorio italiano del VI e VII secolo: si<br />

veda ad esempio Roma 2001, p. 231 (G. MAETZKE); p. 245 (L. SAGUÌ); Longobardi 2007, pp. 219 ss.<br />

(C. EBANISTA), da Cimitile.<br />

51 Si rinvia per un’analisi della forma a ORSSAUD – SODINI 1997, pp. 63 ss., con una completa rassegna del<br />

tipo.<br />

52 HAYES 1972, pp. 218 ss.; la palmetta non compare nel repertorio di Hayes, né in quello di Atlante.<br />

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