VIRGILIO E STESICORO Una ricerca sulla Tabula Iliaca Capitolina *
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Virgilio e Stesicoro<br />
cosiddetta prospettiva «polignotea»). La rappresentazione di Troia,<br />
racchiusa nella cinta muraria, è ripartita a sua volta in tre bande<br />
orizzontali: la prima comprende il recinto sacro circostante il tempio<br />
di Atena, dove un guerriero greco trascina una donna inginocchiata,<br />
che abbraccia una statua della dea (Cassandra violentata da<br />
Aiace, scilicet); la seconda banda include un portico, che simboleggia<br />
il palazzo reale, dove si consuma il truce omicidio di Priamo,<br />
perpetrato da Neottolemo sull’altare domestico, sotto gli occhi di<br />
Ecuba; a destra della reggia, davanti al tempio di Afrodite, Elena seminuda<br />
si incontra con Menelao, armato di scudo e spada; tra le<br />
varie scene della terza banda spicca la consegna di una cista cilindrica<br />
a Enea da parte di un compagno inginocchiato; in corrispondenza<br />
della porta Scea si assiste alla fuga degli Eneadi dalla città,<br />
sotto la guida del dio Ermes. Più in basso della cinta muraria vi è<br />
l’iscrizione indicante le fonti poetiche. Al di sotto sono disposte<br />
simmetricamente due tombe, dove si svolgono vicende seguenti<br />
alla presa di Troia: davanti alla tomba di Ettore sono giustapposte<br />
due scene consecutive, riguardanti le prigioniere (Ecuba, Andromaca,<br />
Cassandra, Polissena) e il piccolo Astianatte, che sta per<br />
essere ucciso; il monumento sepolcrale di Achille fa da sfondo al<br />
sacrificio di Polissena, amministrato da Neottolemo al cospetto di<br />
Odisseo e Calcante. Più in basso, lungo la riva del mare, a sinistra<br />
sta salpando la flotta greca; mentre a destra gli Eneadi salgono su<br />
una nave, prossima anch’essa a partire, diretta «in Esperia».<br />
Il legame più o meno stretto del bassorilievo con i modelli<br />
(compreso lo stesso Stesicoro) si può dedurre dal confronto tra i riquadri<br />
laterali e i corrispondenti episodi omerici, dal momento che<br />
non è conservato nessun altro dei testi menzionati. Questo confronto<br />
dimostra che il disegno ricalca i passi poetici in modo relativamente<br />
fedele, non pedissequo: qua e là si riscontrano divergenze<br />
marginali, ma anche vere e proprie variazioni, funzionali alle esigenze<br />
tecniche ed estetiche della resa figurativa, oppure introdotte<br />
per analogia con la tradizione iconografica, che ha esercitato un’incidenza<br />
tale da sovrapporsi talvolta alle fonti poetiche 7 . Così si<br />
spiega un’apparente difficoltà posta dalla <strong>Tabula</strong>, segnatamente<br />
dalla scena di Elena e Menelao, raffigurata a destra della reggia:<br />
7) Ad esempio: ad Il. 18,468–613, Efesto forgia le armi di Achille da solo, con<br />
prodigiosi mantici automatici; mentre uno dei riquadri laterali del bassorilievo lo<br />
raffigura durante questo lavoro, assistito da tre ciclopi.<br />
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