VIRGILIO E STESICORO Una ricerca sulla Tabula Iliaca Capitolina *
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118 Giampiero Scafoglio<br />
identificato con Anchise: si tratta piuttosto di un compagno, al<br />
modo di Panto nel racconto virgiliano 14 . Il sacrario si ritrova poi,<br />
portato da Anchise, nel secondo e nel terzo riquadro, che rappresentano<br />
gli Eneadi rispettivamente mentre lasciano la città in corrispondenza<br />
della porta Scea e mentre salgono <strong>sulla</strong> nave pronta a<br />
salpare. Viene in mente, oltre alla scena di Aen. 2,318–321 (dove<br />
Panto il sacerdote di Apollo raggiunge Enea <strong>sulla</strong> soglia della sua<br />
dimora per consegnargli «i paramenti sacri e gli dei sconfitti»), l’immagine<br />
della famiglia in fuga dalla città, tratteggiata ai vv. 721–725<br />
in maniera analoga alla <strong>Tabula</strong>:<br />
haec fatus latos umeros subiectaque colla<br />
ueste super fuluique insternor pelle leonis,<br />
succedoque oneri; dextrae se paruus Iulus<br />
implicuit sequiturque patrem non passibus aequis;<br />
pone subit coniunx.<br />
Enea tiene Anchise sulle spalle, Ascanio per mano; Creusa li segue<br />
a distanza (anche se non è esplicitato, è scontato che il vecchio padre<br />
porti il sacrario, a lui consegnato dal figlio ai vv. 717–720) 15 . I<br />
Penati appartengono al contesto religioso romano e sono inseriti<br />
anacronisticamente dal Mantovano nel mondo orientale arcaico.<br />
Non è facile credere che si trovassero nel carme di Stesicoro: se veramente<br />
sono rappresentati nel bassorilievo, provengono piuttosto<br />
dal poema virgiliano; nel quale peraltro due dei tre riquadri figurati<br />
trovano riscontro quasi puntuale.<br />
3. Nella scena finale gli Eneadi salgono su una nave: con loro<br />
vi è Miseno, con un remo o una tromba <strong>sulla</strong> spalla: questi è il personaggio<br />
eponimo di un promontorio italico ed è il protagonista di<br />
14) Secondo Sadurska (come n. 1) 29, «la scène représente sans doute le<br />
moment où Anchise rend à Enée les pénates»: se così fosse, non si capisce perché in<br />
seguito, negli altri due riquadri, il sacrario è portato di nuovo da Anchise, quasi che<br />
il padre e il figlio se lo scambiassero ripetutamente. Il Troiano inginocchiato è un<br />
compagno di Enea analogo al Panto virgiliano, se non è proprio lui, come pensa<br />
Horsfall (come n. 1) 39.<br />
15) In verità l’identità della figura sbiadita, che si intravede dalla porta Scea,<br />
nell’immagine della <strong>Tabula</strong> è controversa: si tratta della moglie di Enea per Sadurska<br />
(come n. 1) 29; scettico Horsfall (come n. 1) 40. Il riquadro del bassorilievo però<br />
presenta un elemento nettamente divergente dal passo virgiliano: Enea è guidato dal<br />
dio Ermes, che lo tiene per mano; Mercurio non è messo in gioco dal Mantovano né<br />
nel libro II né nel resto del poema (con l’eccezione di 4,222–278.556–570).