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VIRGILIO E STESICORO Una ricerca sulla Tabula Iliaca Capitolina *

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Virgilio e Stesicoro<br />

prontati a schemi figurativi autonomi) piuttosto che ad altri modelli,<br />

come Arctino e Ibico, magari ignoti all’artista. L’iscrizione indicante<br />

le fonti poetiche deve essere considerata attendibile, in mancanza di<br />

prove contrarie: la sua credibilità non richiede una dimostrazione,<br />

quale sarebbe necessaria se mai per smentirla. D’altra parte la dipendenza<br />

della <strong>Tabula</strong> dall’Iliupersis di Stesicoro (come dalle altre opere<br />

elencate nell’iscrizione) non deve essere considerata totalizzante, ma<br />

«intermittente» e non aliena da variazioni. Con queste premesse, in se<br />

stesse corrette, si concilia ancora l’idea di un’influenza dell’Eneide<br />

(impensabile nell’opera originale e subentrata dunque nella copia<br />

romana, a guisa di contaminazione). Tale tesi si basa su alcune analogie<br />

esistenti tra la <strong>Tabula</strong> e l’Eneide, non trascurabili né riconducibili<br />

(nell’ottica di buona parte della critica) all’Iliupersis di Stesicoro. I<br />

punti controversi sono quattro, spiegati di seguito:<br />

1. Il personaggio di Enea riveste un ruolo centrale nel disegno<br />

del bassorilievo: è il protagonista di tre riquadri (quando riceve<br />

un contenitore, costituente un sacrario, da un Troiano inginocchiato;<br />

quando lascia la città insieme con la famiglia, presso la porta<br />

Scea; quando sale <strong>sulla</strong> nave e si accinge a salpare), che sono snodi<br />

cruciali nel racconto figurato e ne delineano quasi il filo conduttore.<br />

Enea, nominato fin dall’epos omerico, subentra in primo piano<br />

nel mito come capostipite del popolo romano dal III secolo in poi<br />

e raggiunge il culmine nel poema virgiliano: non meraviglia di vederlo<br />

rappresentato nel contesto scultoreo dedicato al ciclo troiano;<br />

non è improbabile che egli fosse tra i personaggi del carme di<br />

Stesicoro; sorprende invece il peso cospicuo a lui attribuito nel bassorilievo,<br />

che appunto per questo motivo sembra concepito sotto<br />

l’influsso virgiliano. Perché un poeta del VI secolo a.C. come Stesicoro<br />

avrebbe dato spazio a Enea? Quale poteva essere l’investimento<br />

funzionale dall’eroe, molto tempo prima che diventasse il<br />

capostipite romano?<br />

2. Nei tre riquadri dedicati a Enea si vede un contenitore cilindrico,<br />

interpretato dagli studiosi come il sacrario dei Penati 13 .<br />

Nel primo dei tre momenti, Enea lo riceve da un Troiano, a torto<br />

13) Il contenuto del sacrario è identificato come tå flerã nel testo riferito<br />

all’ultimo riquadro. Virgilio parla di sacra come di un apparato associato ai Penati<br />

ad Aen. 2,293 (dove Ettore si rivolge a Enea in sogno: sacra suosque tibi commendat<br />

Troia penatis) e 320 (dove il sacerdote Panto raggiunge l’eroe e gli porge gli<br />

oggetti sacri: sacra manu uictosque deos . . . ipse trahit cursusque amens ad limina<br />

tendit). Cf. il commento di R. G. Austin ad Aen. 2, Oxford 1964, 144–145.<br />

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