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La camorra perde il pizzo

Il Giornalista, n.53 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di ...

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PRIMO PIANO Domenica 25 dicembre 2011<br />

Al Pan la più importante mostra itinerante del fotogiornalismo internazionale<br />

Cronache sotto l’obiettivo<br />

11<br />

"Hai perso <strong>il</strong> naso". Questa è l'espressione<br />

con cui in Afghanistan<br />

si epitetano gli uomini che sono<br />

stati disonorati dalla propria<br />

moglie. Un modo di dire come<br />

tanti, tipico di una lingua e che può<br />

essere fac<strong>il</strong>mente compreso solo<br />

da chi conosce una determinata<br />

cultura. Tutti però sono in grado di<br />

capire cosa significa davvero <strong>perde</strong>re<br />

<strong>il</strong> naso quando si guarda la<br />

foto di Aisha Bibi, scattata dalla<br />

sudafricana Jodi Bieber. Aisha ha<br />

lasciato <strong>il</strong> marito e su ordine di un<br />

comandante talebano le sono stati<br />

tagliati naso e orecchie.<br />

L'immagine di una donna stanca<br />

delle violenze e dei soprusi di un<br />

uomo che avrebbe dovuto amarla è<br />

giudicata la miglior foto dell'anno,<br />

vincitrice della 54esima edizione<br />

della World Press Photo.<br />

<strong>La</strong> più importante mostra fotografica<br />

itinerante del mondo per <strong>il</strong><br />

secondo anno consecutivo fa tappa<br />

a Napoli, dove i migliori scatti dei<br />

fotoreporter più bravi resteranno<br />

appesi alle pareti del Palazzo delle<br />

Arti di Napoli fino al prossimo 4<br />

gennaio. Quando si sale al secondo<br />

piano del museo si esce dai confini<br />

della città e ogni parete apre una<br />

finestra sul mondo. Storie di attualità<br />

che spaziano dagli aborti clandestini<br />

in Kenya all'immane tragedia<br />

del terremoto di Haiti, ma<br />

anche scene di vita quotidiana,<br />

personaggi come Julian Assange,<br />

fondatore di Wik<strong>il</strong>eaks, ritratto<br />

con una luce blu che gli copre l'occhio<br />

quasi a indicare un uomo<br />

sotto tiro, osservato a vista. C'è lo<br />

sport con immagini insolite di<br />

partite di calcio e sport minori<br />

ma in cui troneggia uno scatto<br />

del fotografo spagnolo Gustavo<br />

Cuevas che è riuscito a cogliere<br />

<strong>il</strong> momento in cui un toro incorna<br />

<strong>il</strong> matador Julio Agaricio.<br />

Animali e paesaggi presi in prospettive<br />

e in situazioni assolutamente<br />

non convenzionali, che<br />

riescono a regalare al visitatore<br />

punti di vista innovativi.<br />

<strong>La</strong> giuria della rassegna quest'anno<br />

ha premiato cinquantacinque fotografi<br />

in rappresentanza di ventitre<br />

diverse nazionalità. È suddivisa in<br />

nove categorie: vita quotidiana,<br />

protagonisti dell'attualità, spot<br />

news, notizie generali, natura, storie<br />

d'attualità, arte e spettacolo,<br />

ritratti e sport. Ogni categoria<br />

viene rappresentata o in foto singola<br />

o in reportage. Anche quest'anno<br />

si contraddistingue per<br />

immagini scioccanti e crude, che<br />

hanno saputo raccontare meglio di<br />

qualsiasi parola i maggiori eventi<br />

del pianeta sulle principali testate<br />

internazionali. Questa edizione è<br />

dedicata a due fotografi che <strong>il</strong> 20<br />

apr<strong>il</strong>e scorso hanno perso la vita<br />

durante la guerra che in Libia ha<br />

portato alla caduta del regime di<br />

Gheddafi: l'inglese Tim Hetherington<br />

e lo statunitense Chris<br />

Hondros.<br />

Haiti e la catastrofe che l'ha colpita<br />

sono protagonisti della sezione<br />

Notizie Generali. Per la foto singola,<br />

infatti, vince l'italiano Riccardo<br />

Venturi, con una foto che ritrae<br />

una ragazzina che assiste bruciare<br />

sullo sfondo <strong>il</strong> Marché Hyppolite,<br />

storico mercato di Port-au-Prince<br />

e simbolo della capitale e della<br />

caduta in ginocchio di un intero<br />

Paese. Senza fiato, invece, si resta<br />

“World Press Photo 2011” fa tappa a Napoli<br />

<strong>La</strong>boratori e lezioni con i più bravi reporter<br />

Le immagini<br />

crude e scioccanti<br />

che hanno raccontato<br />

meglio di ogni parola<br />

gli eventi dell’anno<br />

<strong>La</strong> “menzione speciale”<br />

Il fotogiornalismo di strada che riesce ad<br />

arrivare ovunque. Questa la motivazione con<br />

cui è stata assegnata la menzione speciale per<br />

le foto scattate dai minatori intrappolati per<br />

69 giorni nelle viscere della miniera di San<br />

Josè in C<strong>il</strong>e tra l’agosto e l’ottobre del 2010.<br />

Attraverso una piccola cavita scavata dai soccorritori<br />

agli uomini intrappolati fu lanciata,<br />

tra le altre cose, una piccola macchina digitale<br />

con cui hanno immortalato i momenti di vita<br />

quotidiana in quell’inferno. I volti emaciati,<br />

giorno dopo giorno sempre più segnati dalla<br />

fatica, i giacigli improvvisati e le riviste a luci<br />

rosse che avevano con loro. Immagini che non<br />

avremmo mai potuto vedere senza la<br />

fotografia digitale.<br />

<strong>La</strong> rassegna<br />

è divisa in 9 categorie<br />

Premiati 55 fotografi<br />

provenienti<br />

da 23 Paesi diversi<br />

davanti alle foto del francese Olivier<br />

<strong>La</strong>ban-Mattei, vincitore per <strong>il</strong><br />

Reportage. È un pugno nello stomaco<br />

guardare una catasta di<br />

cadaversi ammassati all'esterno<br />

dell'obitorio dell'ospedale di Portau-Prince,<br />

su cui un inserviente<br />

"getta" un corpo senza vita, di un<br />

ragazzino. Tra volti scarniti, terrorizzati<br />

dalla guerra e devastati dalle<br />

malattie, c'è anche quello di<br />

Nguyen Thi Li, immortalato da Ed<br />

Kashi. Nguyen ha nove anni, vive<br />

nella provincia del Da Nang in<br />

Vietnam e soffre di un grave handicap<br />

riconducib<strong>il</strong>e al diserbante<br />

chimico "agente arancio". Questa<br />

sostanza veniva irrorata dalle forze<br />

Usa durante la guerra del Vietnam<br />

per privare i vietcong di cibo e<br />

copertura, contiene diossina che<br />

agisce a lunga durata, che a distanza<br />

di più di quarantanni continua a<br />

mietere vittime.<br />

Il World Press Photo è anche<br />

sperimentazione e innovazione e<br />

a dimostrarlo è <strong>il</strong> reportage realizzato<br />

dall’israeliano Amit<br />

Sha’al. Terzo premio per la categoria<br />

Arte e Spettacolo, <strong>il</strong> fotografo<br />

ha posto foto d’archivio in<br />

uno sfondo attuale, realizzando<br />

un contrasto molto affascinante<br />

fra <strong>il</strong> vecchio e <strong>il</strong> nuovo uniti<br />

dalle linee del tempo e dalle<br />

forme. Daniele Tamagni, invece,<br />

ci ha raccontato una realtà sconosciuta<br />

come quella della<br />

“lucha libre” boliviana. Donne<br />

robuste si sfidano su un ring<br />

senza risparmiare duri culpi,<br />

acerrime nemiche nello sport,<br />

ma inseparab<strong>il</strong>i quando scendono<br />

dal quadrato.<br />

Correva l’anno 1955 quando la<br />

foto di un ciclista che cadeva<br />

dalla sua moto durante una gara<br />

vinse <strong>il</strong> primo premio “Foto dell’anno”.<br />

Era un concorso piccolo<br />

che si teneva solo in Olanda e da<br />

allora ne ha fatta di strada consacrando<br />

ogni istantanea iridata<br />

come <strong>il</strong> simbolo di un anno, capace<br />

di descrivere <strong>il</strong> mondo.<br />

Dopo <strong>il</strong> successo dello scorso<br />

anno, quando ci furono più di<br />

cinquem<strong>il</strong>a visitatori, Neapolis.Art<br />

ha portato la mostra itinerante<br />

per la seconda volta a<br />

Napoli, con <strong>il</strong> patrocinio, tra gli<br />

altri, del Comune e dell’Ordine<br />

dei Giornalisti Campania. Il programma<br />

di quest’anno, però, è<br />

pieno di eventi. Ci saranno una<br />

serie di workshop e lezioni a cura<br />

dei fotogiornalisti più importanti<br />

al mondo, tra cui Ivo Saglietti,<br />

Riccardo Venturi, Daniele Tamagni,<br />

Gustavo Cuevas e Pietro<br />

Masturzo, napoletano e vincitore<br />

del World Press Photo 2010 con<br />

lo scatto “Dai tetti di Teheran”. Un<br />

evento che viene visitato ogni<br />

anno da oltre due m<strong>il</strong>ioni e mezzo<br />

di persone in cinquanta diversi<br />

Paesi del mondo.<br />

<strong>La</strong> fotografia come mezzo immediato<br />

per fare cronaca, provocando<br />

con l’immagine lo scatto emotivo<br />

necessario a smuovere le<br />

coscienze e strumento per conoscere<br />

luoghi, fatti e personaggi<br />

che sono già parte integrante<br />

della nostra storia.<br />

Pagina a cura di<br />

PIETRO ESPOSITO

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