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La camorra perde il pizzo

Il Giornalista, n.53 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di ...

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18 Domenica 25 dicembre 2011 SPETTACOLI<br />

Dal 1996 <strong>il</strong> centro di produzione Rai di Napoli punta tutto su una soap opera<br />

Attori di teatro e storie vere premiano <strong>il</strong> progetto che ha superato le 3000 puntate<br />

I primi 16 anni di “Un Posto al Sole”<br />

“Se questa vita siamo noi lascia le<br />

cose che non vuoi, è così poco <strong>il</strong><br />

tempo per amare”, recita un pezzetto<br />

della sigla di una delle fiction<br />

più amate d’Italia: “Un posto<br />

al sole”.<br />

Il verso della canzone e <strong>il</strong> nome<br />

stesso della soap riconducono ai<br />

due f<strong>il</strong>oni forti di una serie televisiva<br />

che ha superato le trem<strong>il</strong>a<br />

puntate: <strong>il</strong> racconto di storie verosim<strong>il</strong>i<br />

e l’ambientazione a Napoli,<br />

con <strong>il</strong> suo straordinario e suggestivo<br />

paesaggio.<br />

Quando nel lontano 1996 <strong>il</strong> centro<br />

di produzione Rai di Napoli<br />

decide di scommettere su un’idea<br />

folle, come quella di produrre<br />

per la prima volta in Italia, per<br />

giunta proprio nel capoluogo<br />

campano, una serie televisiva sul<br />

modello americano, non si a-<br />

spettava, nella maniera più assoluta,<br />

che “Un posto al sole” a-<br />

vrebbe avuto tanto successo<br />

come, finora, hanno dimostrato<br />

<strong>il</strong> gradimento del pubblico e i<br />

commenti della critica.<br />

<strong>La</strong> storia della fiction di Rai3 inizia<br />

a Pos<strong>il</strong>lipo, la zona alta di<br />

Napoli, quella da dove si vede<br />

tutto <strong>il</strong> golfo. A palazzo Palladini<br />

le vite di quattro famiglie (i Poggi,<br />

i Giordano, i Palladini e i ragazzi<br />

della terrazza) si amalgamano tra<br />

amori e disastri. L’idea piace subito<br />

al pubblico e la sceneggiatura e<br />

gli attori di ottimo livello fanno<br />

tutto <strong>il</strong> resto. Il successo divampa<br />

Ogni sera, alle 20,30, la gente di<br />

tutta Italia accende su Rai 3 e si<br />

riconosce nei personaggi che ha<br />

imparato ad amare.<br />

Nel ’99 viene mandata in onda<br />

la prima puntata di “Vivere” su<br />

Rete4 e nel 2001 quella di<br />

“Cento vetrine” su Canale 5. <strong>La</strong><br />

prima chiude nel 2007, nonostante<br />

le proteste degli attori, la<br />

A destra,<br />

V<strong>il</strong>la Volpicelli,<br />

che nella fiction<br />

è la veduta esterna<br />

di Palazzo Palladini<br />

In basso, i ragazzi<br />

della terrazza: Angela,<br />

Franco, Arianna e Andrea<br />

con la piccola Bianca<br />

seconda, stando alle voci sul<br />

web, sta per chiudere.<br />

“Un posto al sole”, invece, ha<br />

attraversato i suoi primi sedici<br />

anni di storia ed è ancora giovane.<br />

Perché?<br />

Innanzitutto perché Napoli è giovane<br />

e lo rimarrà sempre. Questo<br />

significa che è la città stessa a fornire<br />

linfa vitale ai personaggi, a<br />

regalare storie, a prestare le voci e<br />

gli abiti di scena. Molti gli attori<br />

che da altre città si sono trasferiti<br />

per lavorare nella soap e si sono<br />

talmente innamorati di Napoli da<br />

non averla più lasciata. Uno fra<br />

tutti Alberto Rossi, romano di<br />

nascita e napoletano di adozione.<br />

E poi la terrazza: grande, piena<br />

di stanze, luminosa, con affaccio<br />

sul mare. <strong>La</strong> terrazza che,<br />

fin dalla prima puntata, ha<br />

avuto <strong>il</strong> ruolo di ospitare<br />

chiunque: dai figli ripudiati agli<br />

innamorati infelici, dai cantanti<br />

di strada agli innamorati infelici,<br />

dalle zitelle in cerca di compagnia<br />

ai padri gay in cerca di<br />

comprensione. <strong>La</strong> terrazza, dove<br />

sono nate le più grandi e indissolub<strong>il</strong>i<br />

amicizie.<br />

Oggi, tra i produttori di “Un<br />

posto al sole” c’è la Fremantle-<br />

Media Italia che è, per chi non lo<br />

sapesse, la seconda casa di produzione<br />

più grande d'Europa,<br />

dopo Endemol. <strong>La</strong> fiction di Rai3<br />

è diventata importante: ha <strong>il</strong> suo<br />

blog, un pubblico internazionale<br />

e sempre più attori che ne vogliono<br />

far parte; ma la sigla è rimasta<br />

immutata in questi primi sedici<br />

anni di interrotte puntate: “Sorridi<br />

e tutto cambierà, vedrai che<br />

<strong>il</strong> freddo passerà, E un posto al<br />

sole ancora ci sarà...”<br />

Il cast<br />

Pagina a cura di<br />

ASSUNTA LUTRICUSO<br />

Davide Devenuto,<br />

Claudia Ruffo,<br />

Michelangelo Tommaso,<br />

Peppe Zarbo,<br />

Marina Tagliaferri,<br />

Cristina D'Alberto,<br />

Germano Bellavia,<br />

Nina Soldano, Alberto Rossi,<br />

Luca Turco, Marina Cavalli,<br />

Lucio Allocca,<br />

Marzio Honorato,<br />

Patrizio Rispo,<br />

Riccardo Carbonelli,<br />

Luisa Amatucci, Carmen<br />

Scivittaro, Ilenia <strong>La</strong>zzarin<br />

Patrizio Rispo ha calcato <strong>il</strong><br />

palcoscenico di moltissimi<br />

teatri italiani, interpretando<br />

più di 50 lavori, tra cui<br />

“Antonio e Cleopatra”, “F<strong>il</strong>umena<br />

Marturano” e “Amleto”<br />

<strong>La</strong> tv lo ha visto protagonista<br />

di numerosissime<br />

produzioni, tra le quali:<br />

“Storie di Camorra”, “I<br />

ragazzi del muretto”, e“<strong>La</strong><br />

Piovra 7”. Diventato uno dei<br />

beniamini di “Un posto al<br />

sole”, ha aderito alle iniziative<br />

di Cbm Italia. . Come<br />

nasce la sua esperienza<br />

con la Cbm Italia?<br />

«Non sono nuovo a iniziative<br />

di solidarietà. Sono<br />

stato per dieci anni ambasciatore<br />

Unicef e da quest’anno<br />

lo sono della Cbm.<br />

Quando mi hanno chiesto<br />

di partire per Nairobi ero<br />

molto entusiasta».<br />

Che ricordo ha del viaggio<br />

in Kenya?<br />

«È stato un viaggio meraviglioso,<br />

un’emozione fortissima.<br />

Ho incontrato un<br />

popolo che con grande<br />

dignità affronta la fame e la<br />

miseria. Quando sei lì ti<br />

rendi conto di tutto quello<br />

che noi abbiamo perso: <strong>il</strong><br />

contatto con la natura e con<br />

gli altri. Siamo diventati<br />

sempre più egoisti e indivi-<br />

L’intervista a Patrizio Rispo<br />

Istrionico<br />

per natura<br />

dualisti. <strong>La</strong> Cbm mi ha, poi,<br />

dato la possib<strong>il</strong>ità di assistere<br />

all’operazione di un bambino<br />

a cui è stata ridata la<br />

vista».<br />

Parlando invece di “Un<br />

posto al sole”, secondo lei<br />

qual è <strong>il</strong> segreto del suo<br />

successo?<br />

«Parla di storie vere, in cui<br />

tutti possono riconoscersi. I<br />

nostri sceneggiatori si ispirano<br />

a fatti di cronaca, leggono<br />

i giornali, parlano con i<br />

fans. L’altra arma vincente è<br />

la totale mancanza di censura:<br />

sono stati affrontati, nella<br />

soap, i temi di attualità più<br />

scabrosi, senza alcun tabù,<br />

come la criminalità organizzata,<br />

l’omosessualità, l’aborto,<br />

la droga, l’ obesità e, persino,<br />

l’impotenza».<br />

Com’è cambiato Patrizio<br />

Rispo in questi lunghi<br />

sedici anni?<br />

«<strong>La</strong> rivoluzione fa parte<br />

della mia natura. Non a<br />

caso ho scelto questo<br />

mestiere. Sono cambiato<br />

insieme al personaggio che<br />

interpreto, rubando da lui e<br />

regalandogli altro».<br />

Fiction e solidarietà<br />

Cbm Italia<br />

aiuta <strong>il</strong> Kenya<br />

“Un posto al sole” unisce<br />

successo e solidarietà. Patrizio<br />

Rispo e Ilenia <strong>La</strong>zzarin,<br />

due volti amati della<br />

fiction, hanno infatti aderito<br />

a una delle numerose<br />

iniziative di “Cbm Italia”.<br />

Cbm è un’organizzazione<br />

internazionale non governativa<br />

la cui finalità è<br />

combattere la cecità e ogni<br />

forma di disab<strong>il</strong>ità nei<br />

Paesi più poveri del<br />

mondo(Sud America, A-<br />

sia, Africa, Medioriente)<br />

Impegnata in molteplici<br />

progetti di prevenzione e<br />

cura di tutte le forme di<br />

disab<strong>il</strong>ità, l’organizzazione<br />

umanitaria diventa l’occasione<br />

per gli attori di fare<br />

un viaggio di scoperta e<br />

crescita in Kenia.<br />

Il viaggio inizia quest’estetate,<br />

<strong>il</strong> 27 agosto, per seguire,<br />

passo passo, l’operazione<br />

di un bimbo di<br />

Nairobi che, operato, vedrà<br />

per la prima volta <strong>il</strong><br />

volto della sua mamma.<br />

Ilenia e Patrizio raccontano<br />

l’emozione di quest’incontro<br />

nel loro blog. «Ci<br />

ha sommersi una tenerezza<br />

incredib<strong>il</strong>e e una fascinazione<br />

assoluta per come<br />

ogni giorno queste persone<br />

agiscono, intervenendo<br />

su parti cosi delicate come<br />

gli occhi, ridando non solo<br />

la vista, ma la vera e propria<br />

luce nelle vite di tante<br />

persone», scrive Ilenia<br />

Lo scopo è quello di far<br />

conoscere al pubblico le<br />

numerose iniziative della<br />

Cbm e, allo stesso tempo,<br />

condividere con gli altri la<br />

gioia di salvare una vita.<br />

Cbm Italia,fra gli altri progetti,<br />

si occupa anche dell’adozione<br />

a distanza. Sono<br />

bimbi affetti da disab<strong>il</strong>ità<br />

sin dalla nascita, bambini<br />

ciechi a causa di una cataratta,<br />

bambini con disab<strong>il</strong>ità<br />

di tipo ortopedico,<br />

bambini con disab<strong>il</strong>ità uditiva,<br />

bimbi affetti da labbro<br />

leporino.<br />

Sono i più poveri tra i<br />

poveri, non hanno cibo,<br />

non hanno futuro e non<br />

hanno neppure le forze<br />

per chiedere aiuto al<br />

mondo perché dimenticati<br />

nel buio delle capanne<br />

in cui vivono, nascosti agli<br />

occhi indiscreti dei vicini<br />

e della comunità.

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