La camorra perde il pizzo
Il Giornalista, n.53 - Scuola di Giornalismo - Università degli Studi di ...
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SPORT<br />
Domenica 25 dicembre 2011<br />
Il calcio non vuole ancora voltare pagina e a nulla è valso l’intervento della Figc<br />
Nessun passo in avanti con Agnelli e Moratti che non cambiano le loro posizioni<br />
21<br />
Juve-Inter: tavolo della pace fallito<br />
FRANCESCO GIORDANO<br />
Di acqua sotto i ponti ( anzi no, di<br />
acido) sotto i ponti, sui veleni<br />
Juve-Inter, ne è passata e nulla è<br />
cambiato. Il passato è un uovo<br />
rotto, <strong>il</strong> futuro è un uovo da covare<br />
recitava Paul Eluard. Con nessuno<br />
che abbia la minima voglia di<br />
ripartire da zero. «Scurdammoce<br />
o passato» recitava una vecchia<br />
canzone napoletana. Ma de che!!<br />
Anche <strong>il</strong> “tavolo della pace”, composto<br />
da Aurelio De <strong>La</strong>urentiis<br />
(presidente del Napoli), Diego<br />
Della Valle (presidente della<br />
Fiorentina), Andrea Agnelli (presidente<br />
della Juventus), Massimo<br />
Moratti (presidente dell’Inter),<br />
Adriano Galliani (vice presidente<br />
del M<strong>il</strong>an), Antonello Valentini<br />
(dg della Figc), Giancarlo Abete(<br />
presidente Figc), Raffaele Pagnozzi<br />
(segretario del Coni), Gianni<br />
Petrucci (presidente del Coni)<br />
imbandito per l’occasione con i<br />
maggiori esponenti del calcio,<br />
della Figc e del Coni, non ha portato<br />
significativi risvolti o punti di<br />
azione comune. Anzi, l’unico punto<br />
in comune è che non ci sono<br />
punti in comune e che ognuno<br />
andrà dritto per la sua strada. I<br />
ventotto giorni per organizzare e<br />
imbandire <strong>il</strong> tavolo, forse, sono<br />
stati pochi e si è avuta la sensazione<br />
che con qualche esponente in<br />
meno si sarebbe arrivati ad una<br />
svolta. Non epocale, per intenderci,<br />
ma almeno a qualcosa che concludesse<br />
l’annosa vicenda calciopoli.<br />
Ad un armistizio Juve-Inter<br />
per la vicenda scudetti, ad un<br />
qualcosa che potesse in qualche<br />
modo stemperare gli animi e i bollenti<br />
spiriti nel calcio. Il traghettatore<br />
Caronte-Petrucci non è riuscito<br />
a traghettare le anime pie<br />
verso la sponda della benevolenza<br />
e della reminiscenza. Il colpo ad<br />
effetto non vi è stato. Neanche<br />
quando dal c<strong>il</strong>indro Petrucci ha<br />
tirato fuori con un colpo da vecchio<br />
mago da saloon la carta della<br />
pace, un documento nero su bianco<br />
con la censura della logica<br />
emergenziale con cui la giustizia<br />
sportiva di allora affrontò calciopoli<br />
nel 2006. Infatti, all’uscita è<br />
amareggiato come non mai. Ebbene<br />
sì, quando nel 2006 calciopoli<br />
scoppiò come una bomba ad<br />
orologeria, come una tempesta<br />
tropicale d’autunno che attecchisce<br />
d’improvviso all’imbrunire,<br />
colpendo indistintamente tutti<br />
coloro che ne facevano parte, ci si<br />
augurava una pronta conclusione.<br />
Vi è sempre una linea divisoria tra<br />
i contendenti. Come se Mosè<br />
avesse diviso le acque e nessuno<br />
avesse la possib<strong>il</strong>ità (o la voglia) di<br />
prendere una scialuppa e arrivare,<br />
non all’estremità, ma almeno parzialmente<br />
a rivedere la propria<br />
rotta, talmente tanta è la rabbia e<br />
la voglia di rivalsa verso quel verdetto.<br />
Allora, si ripartirà dai tribunali,<br />
ove la Juventus ha aperto un<br />
Petrucci<br />
«Non voglio dire che è una<br />
sconfitta del calcio, e in ogni<br />
caso sono a posto con la<br />
coscienza». È stato <strong>il</strong> commento<br />
a caldo del presidente<br />
del Coni Gianni Petrucci.<br />
«L’incontro non lo considero<br />
un fallimento - ha aggiunto -<br />
ho messo cuore ed entusiasmo.<br />
Anche senza aver raggiunto<br />
un risultato proveremo<br />
a guardare avanti. Dovevamo<br />
lenire una ferita<br />
ancora aperta. È un tentativo<br />
non riuscito e basta».<br />
contenzioso con la Figc per un<br />
risarcimento di 444 m<strong>il</strong>ioni di<br />
euro per i danni subìti con la sentenza<br />
del 2006 che può essere<br />
dichiarata inammissib<strong>il</strong>e per l’invocazione<br />
del “ne bis in idem”<br />
(non si può giudicare due volte la<br />
stessa vicenda). Sperando che <strong>il</strong><br />
giovane Agnelli non faccia la fine<br />
di Caino. Quando Caino uccise<br />
Abele fu condannato da Dio ad<br />
essere ramingo. Agnelli come<br />
Caino, sta vagando di tribunale in<br />
tribunale senza trovar la ben minima<br />
risposta e giustizia. Se gli attori<br />
in campo non hanno la benché<br />
minima voglia di riappacificarsi<br />
col passato non c’è tribunale che<br />
tenga. Allora ognuno si tenga le<br />
sue verità e combatta contro i<br />
mulini a vento. Arriverà <strong>il</strong> tempo<br />
di guardare l’orizzonte e soffermarsi<br />
sul futuro senza guardare al<br />
passato cercando gli artefici di<br />
quello sbaglio. E allora per buona<br />
pace di tutti (usando un eufemismo).<br />
Dopo sei anni siamo punto e<br />
a capo. E <strong>il</strong> gatto a furia di mordersi<br />
la coda avrà perso conoscenza.<br />
Della Valle<br />
«Civ<strong>il</strong>mente ognuno è rimasto<br />
sulle proprie posizioni.<br />
Anche quella della Fiorentina,<br />
è molto netta». Diego<br />
Della Valle patron dei viola è<br />
lapidario dopo l’inut<strong>il</strong>e tavolo<br />
della pace. «Non abbiamo ancora<br />
capito perchè siamo finiti<br />
dentro Calciopoli. Siamo<br />
disposti a parlare, ma solo dopo<br />
aver capito che cosa è successo<br />
in quei giorni. Abbiamo<br />
intenzione di percorrere la<br />
strada della nostra innocenza<br />
sino in fondo».