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Allergie e reazioni avverse in Odontostomatologia - Associazione ...

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DIAGNOSI<br />

FIGURA 1.8 Test di provocazione a farmaci eseguito <strong>in</strong> paziente con sospetta reazione allergica a farmaci ant<strong>in</strong>fiammatori<br />

non steroidei.<br />

Il test consiste nella somm<strong>in</strong>istrazione di dosi crescenti del farmaco, a <strong>in</strong>tervalli variabili da 60<br />

m<strong>in</strong>uti a 7 giorni l’una dall’altra, f<strong>in</strong>o al raggiungimento della posologia terapeutica, al f<strong>in</strong>e di<br />

riprodurre il quadro s<strong>in</strong>tomatologico riportato dal paziente. Deve essere praticato <strong>in</strong> ambiente specializzato,<br />

con attrezzature e competenze specialistiche per far fronte a eventuali situazioni di emergenza.<br />

Al f<strong>in</strong>e di <strong>in</strong>dividuare un farmaco da poter somm<strong>in</strong>istrare a un paziente con pregressa reazione<br />

da ipersensibilità a farmaci, si esegue il test di provocazione con farmaco alternativo, <strong>in</strong> cui il farmaco da<br />

testare è strutturalmente differente dal farmaco sospettato e con medesime <strong>in</strong>dicazioni. Il tipo di farmaco<br />

da testare deve essere scelto <strong>in</strong> base alla sua tollerabilità e <strong>in</strong> base all’azione desiderata.<br />

Sono stati condotti diversi studi circa i test con farmaci alternativi <strong>in</strong> pazienti con storia di <strong>reazioni</strong><br />

da ipersensibilità allergica cutanea, con ant<strong>in</strong>fiammatori non steroidei e con antibiotici. In particolare,<br />

<strong>in</strong> caso di <strong>reazioni</strong> allergiche a FANS, soprattutto ad aspir<strong>in</strong>a o, comunque, a <strong>in</strong>ibitori non<br />

selettivi delle ciclossigenasi 1 e 2, i farmaci maggiormente tollerati sono stati nimesulide, paracetamolo,<br />

morniflumato, meloxicam, benzidam<strong>in</strong>a, rofecoxib, etoricoxib e parecoxib (questi ultimi tre<br />

sono <strong>in</strong>ibitori altamente selettivi della ciclossigenasi 2).<br />

Nel caso di <strong>reazioni</strong> da ipersensibilità allergica ad antibiotici, essenzialmente b-lattamici e cefalospor<strong>in</strong>e,<br />

sono stati testati e, complessivamente, ben tollerati macrolidi, <strong>in</strong> particolare la rokitamic<strong>in</strong>a,<br />

ch<strong>in</strong>olonici soprattutto la levofloxac<strong>in</strong>a, e tetracicl<strong>in</strong>e, <strong>in</strong> particolar modo la doxicicl<strong>in</strong>a.<br />

Tutti gli studi hanno confermato come il test di provocazione con il farmaco alternativo rappresenti<br />

il mezzo più sicuro per l’identificazione di un farmaco strutturalmente differente da quello che<br />

ha provocato la reazione, nei soggetti con storia di <strong>reazioni</strong> da ipersensibilità allergica a farmaci. Il<br />

test di provocazione con il farmaco alternativo è, <strong>in</strong>oltre, dotato di elevato potere predittivo <strong>in</strong> quanto<br />

studi di follow-up hanno dimostrato che la quasi totalità dei pazienti sottoposti a tale test hanno<br />

assunto successivamente il farmaco testato senza la comparsa di <strong>reazioni</strong> allergiche.<br />

Per alcuni farmaci quali aspir<strong>in</strong>a, alcuni antibiotici, anti-tumorali, <strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a ed epar<strong>in</strong>a, è possibile<br />

<strong>in</strong>staurare uno stato di desensibilizzazione temporaneo, ma solo quando vi sia la necessità assoluta<br />

di utilizzare un farmaco specifico e <strong>in</strong>sostituibile, già responsabile della reazione allergica, per<br />

il quale non esistono molecole terapeutiche alternative.<br />

Il trattamento desensibilizzante deve essere effettuato <strong>in</strong> ambiente idoneo (per il rischio di <strong>reazioni</strong><br />

allergiche anche gravi) e consiste nel somm<strong>in</strong>istrare gradualmente dosi crescenti del farmaco, per<br />

un periodo di tempo variabile da ore (metodica rush) a giorni.<br />

Dopo la desensibilizzazione il farmaco può essere somm<strong>in</strong>istrato a dosi piene ma lo stato di<br />

desensibilizzazione è temporaneo e dura f<strong>in</strong>o a quando il paziente assume il farmaco; <strong>in</strong> caso di<br />

sospensione può ritornare uno stato di sensibilizzazione, per cui un successivo ciclo di terapia richiede<br />

una nuova desensibilizzazione.<br />

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