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Allergie e reazioni avverse in Odontostomatologia - Associazione ...

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TRATTAMENTO INIZIALE DELL’ANAFILASSI (FIG. 5.1)<br />

L’elemento patogenetico delle <strong>reazioni</strong> anafilattiche è la massiva liberazione di mediatori che determ<strong>in</strong>ano<br />

rapide e complesse modificazioni dell’apparato cardiovascolare e respiratorio. Questo determ<strong>in</strong>a<br />

un rapido e importante passaggio di liquidi circolanti dallo spazio vascolare a quello extravascolare<br />

con conseguente ipotensione e shock.<br />

La reazione anafilattica è caratterizzata, oltre che dalla rapidità dell’<strong>in</strong>sorgenza e dell’evoluzione,<br />

dall’imprevedibilità del decorso cl<strong>in</strong>ico. Infatti, sebbene i bersagli pr<strong>in</strong>cipali dell’anafilassi sistemica<br />

siano gli apparati cardiovascolare, respiratorio e cutaneo, questi possono essere co<strong>in</strong>volti s<strong>in</strong>golarmente<br />

o <strong>in</strong> varie comb<strong>in</strong>azioni.<br />

Presupposto per la corretta terapia dell’anafilassi è la rapida valutazione dell’<strong>in</strong>tensità e della<br />

modalità di <strong>in</strong>sorgenza e progressione dei s<strong>in</strong>tomi.<br />

Una misura terapeutica prelim<strong>in</strong>are fondamentale da attuare <strong>in</strong> un paziente con reazione anafilattica<br />

(CAP. 6, TAB. A.1) è il reperimento di un accesso venoso utilizzando un catetere di calibro pari<br />

a 18 G, <strong>in</strong> previsione del fatto che l’eventuale collasso venoso periferico possa rendere difficile l’accesso.<br />

Il paziente va, <strong>in</strong>oltre, posto con gli arti <strong>in</strong>feriori sollevati <strong>in</strong> posizione Trendelemburg.<br />

Per trattare adeguatamente lo shock anafilattico è necessario contrastare l’aumentata vasopermeabilizzazione,<br />

mantenere un’adeguata pressione di riempimento del ventricolo s<strong>in</strong>istro, sostenere<br />

la funzione <strong>in</strong>otropa del cuore e assicurare adeguati livelli ematici di pO 2 .<br />

Quando è possibile identificare la causa scatenante, questa va immediatamente rimossa. Nel caso<br />

di <strong>in</strong>iezione dell’allergene (per es. <strong>in</strong>iezione di un farmaco), si deve limitare al massimo la diffusione<br />

dell’allergene.<br />

• Adrenal<strong>in</strong>a: è il farmaco di prima scelta nelle <strong>reazioni</strong> anafilattiche. È <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>ibire il rilascio<br />

dei mediatori dai mastociti e dai basofili e antagonizza gli effetti dei mediatori dell’anafilassi<br />

a livello degli organi bersaglio. Pertanto, nella maggior parte dei casi, l’effetto terapeutico<br />

dell’adrenal<strong>in</strong>a è immediato e provoca la regressione della s<strong>in</strong>tomatologia <strong>in</strong> pochi m<strong>in</strong>uti. Il<br />

paziente deve, tuttavia, essere cont<strong>in</strong>uamente monitorato e deve essere somm<strong>in</strong>istrata terapia<br />

di supporto. La via di somm<strong>in</strong>istrazione da preferire è quella sottocutanea (sc) o, meglio, <strong>in</strong>tramuscolare<br />

nell’adulto e quella <strong>in</strong>tramuscolare nel bamb<strong>in</strong>o; la sede che assicura un assorbimento<br />

più rapido per via sc è la superficie esterna del braccio. Attraverso la via <strong>in</strong>tramuscolare l’effetto<br />

dell’adrenal<strong>in</strong>a è più rapido rispetto alla via sottocutanea. La terapia con adrenal<strong>in</strong>a va<br />

<strong>in</strong>iziata tempestivamente con un’<strong>in</strong>iezione di 0,3-0,5 ml di adrenal<strong>in</strong>a 1:1000 monitorando la<br />

pressione arteriosa. L’obiettivo della terapia con adrenal<strong>in</strong>a è, <strong>in</strong>fatti, quello di riportare la pressione<br />

sistolica a valori adeguati (80-100 mmHg). Se entro 10 m<strong>in</strong>uti dall’<strong>in</strong>iezione le condizioni<br />

cl<strong>in</strong>iche appaiono stazionarie, o peggiorano, la dose di adrenal<strong>in</strong>a (0,3-0,5 ml di una soluzione<br />

1:1000) può essere ripetuta. In caso di ulteriore mancata risposta entro 10 m<strong>in</strong>uti, si deve<br />

somm<strong>in</strong>istrare nuovamente il farmaco per via im oppure per <strong>in</strong>fusione ev con una dose, nell’adulto,<br />

di 2 mg/m<strong>in</strong>uto. L’<strong>in</strong>troduzione per via venosa deve essere molto lenta per evitare aritmie<br />

cardiache. È consigliabile schermare la soluzione con carta argentata per evitare l’ossidazione<br />

dell’adrenal<strong>in</strong>a alla luce. Nei bamb<strong>in</strong>i è preferibile la via <strong>in</strong>tramuscolare profonda: 0,1<br />

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