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Massimo Tommolillo - Words on line

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I suoi movimenti s<strong>on</strong>o rapidi, sicuri, nasc<strong>on</strong>o dall’esperienza che ha fatto in quegli anni c<strong>on</strong> sua madre. La<br />

vecchia tartassa il medico di famiglia, ridotto a uno scrivano di ricette, e si fa prescrivere cure per ogni<br />

n<strong>on</strong>nulla. Sostiene che solo le iniezi<strong>on</strong>i s<strong>on</strong>o veramente efficaci, e Linda ha ormai l’esperienza di<br />

un’infermiera professi<strong>on</strong>ista.<br />

L’ago penetra nella membrana di gomma del tappo c<strong>on</strong> facilità, lei tira in alto lo stantuffo facendo<br />

riempire la siringa del liquido incolore, e ricorda l’articolo del giornale che le ha fornito l’idea per il suo<br />

piano.<br />

Un dovuto, doloroso atto d’affetto.<br />

Alcuni anni prima, in un ospedale di Parma, un carrello è stato lasciato per errore in corsia; sopra ci s<strong>on</strong>o<br />

dei c<strong>on</strong>tenitori di Sodio Azoturo. È un fissatore, dice il giornalista come se fosse una cosa comprensibile a<br />

tutti, una sostanza che serve in microbiologia per bloccare il degrado dei tessuti, e permettere poi di<br />

osservarli al microscopio.<br />

N<strong>on</strong> è un vero e proprio veleno, ma una sostanza ingannatrice che ferma la vita.<br />

C<strong>on</strong> questo prodotto, per quello che sempre lo stesso giornalista definisce un “fatale errore”, veng<strong>on</strong>o fatte<br />

delle iniezi<strong>on</strong>i ad alcuni pazienti; tutti morti, in pochi minuti, e senza alcuna sofferenza, dice l’articolo.<br />

È questa la cosa importante, è per questo motivo che lei l’ha scelta: n<strong>on</strong> deve esserci alcuna sofferenza;<br />

quel poco di Stefano che è rimasto in quel corpo, n<strong>on</strong> deve patire alcun dolore.<br />

La siringa è piena e una goccia brilla maligna sulla punta dell’ago. Un breve ma violento capogiro la<br />

aggredisce, quando realizza che dovrà c<strong>on</strong>ficcare quell’ago nella carne di suo figlio; pensa che sarà come<br />

farlo a se stessa. No, sarà molto peggio, dato che preferirebbe di gran lunga farlo a se stessa.<br />

Poi comprende che almeno questo può esserle risparmiato.<br />

Si avvicina al tubo che, dal flac<strong>on</strong>e della fleboclisi, arriva a una vena del braccio sinistro di Stefano e lì<br />

c<strong>on</strong>ficca l’ago. Il liquido cola lungo le pareti trasparenti come un ruscello letale, fino ad arrivare all’ago<br />

immerso nella pelle del ragazzo.<br />

Per qualche sec<strong>on</strong>do n<strong>on</strong> accade nulla. Il silenzio è assoluto e i numeri luminosi del m<strong>on</strong>itor, immobili,<br />

sembrano valutare c<strong>on</strong> indifferenza il suo tentativo. Poi d’un tratto il riquadro c<strong>on</strong> il numero 25 pare vibrare e<br />

la cifra inizia a cambiare.<br />

Oscilla tra il 25 e il 24, poi 23: il sodio sta agendo sulla respirazi<strong>on</strong>e delle cellule che n<strong>on</strong> riesc<strong>on</strong>o a usare<br />

più l’ossigeno, n<strong>on</strong>ostante la respirazi<strong>on</strong>e assistita. Il meccanismo biocellulare dei mitoc<strong>on</strong>dri infettati dal<br />

tossico, si blocca, giacché questi n<strong>on</strong> riesc<strong>on</strong>o più a svolgere la loro funzi<strong>on</strong>e vitale.<br />

I numeri luminosi stanno lentamente, ma inesorabilmente regredendo; l’<strong>on</strong>da sinusoidale è composta da<br />

picchi sempre più l<strong>on</strong>tani…<br />

Linda arretra di un paio di passi e osserva il volto esangue di Stefano, stupita che n<strong>on</strong> vi sia nel suo corpo<br />

alcuna reazi<strong>on</strong>e. Si sarebbe aspetta degli spasmi, ma suo figlio, se n<strong>on</strong> fosse per il colorito terreo, sembra<br />

dormire prof<strong>on</strong>damente.<br />

Forse lei è troppo forte, tanto forte da resistere anche al veleno.<br />

Poi, nell’istante in cui i numeri digitali si bloccano e l’<strong>on</strong>da si appiattisce, un segnale acustico, una sirena<br />

bassa e martellante, inizia a echeggiare nel corridoio alle sue spalle. Linda n<strong>on</strong> vuole fuggire e per andare<br />

dove? e resta ad osservare, c<strong>on</strong> le braccia penzol<strong>on</strong>i, ormai svuotata di ogni energia e sentimento.<br />

È in quel momento che gli occhi di Stefano si spalancano, illuminandosi di una gelida luce verde.<br />

Il viso, invece, è rimasto perfettamente immobile, come il resto del corpo, e questo rende ancora più<br />

inquietante il vedere quelle palpebre alzarsi come una tendina meccanica, e svelare una luce senza vita, una<br />

sorta di riflesso esanime, che balugina su una superficie metallica.<br />

Un attimo dopo, illuminato dalla fioca luce verde, il volto del ragazzo assume la stessa espressi<strong>on</strong>e che lei<br />

gli vide nella capanna della vecchia guaritrice, quando aveva pensato di essersi ingannata, credendo di essere<br />

in preda a una specie di incubo a occhi aperti.<br />

Quello che vede è lo stesso grugno animalesco di quella volta: il muso c<strong>on</strong>tratto di un predatore che, pure<br />

se preso in trappola, n<strong>on</strong> rinuncia a mostrare la sua aggressività ed esp<strong>on</strong>e le zanne, mentre un soffiare<br />

orribile gli esce dalla bocca stirata.<br />

Lei sente il cuore perdere un colpo e c<strong>on</strong>ficca le unghie nei palmi delle mani. Un brivido le fa accapp<strong>on</strong>are<br />

la pelle e la fa tremare dalle gambe per poi serpeggiarle su fino alla schiena e al collo, come una raffica di<br />

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