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Massimo Tommolillo - Words on line

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se il coraggio n<strong>on</strong> armerà l’altra.<br />

L’attesa è infine c<strong>on</strong>clusa,<br />

in te sarò, e la vita ti ruberò»<br />

Lorenzo rimase in silenzio per qualche sec<strong>on</strong>do ascoltando il galoppo del suo cuore: n<strong>on</strong> sarebbe<br />

stato in grado di dire cosa presentiva ma, qualsiasi cosa fosse stata, pareva che la traduzi<strong>on</strong>e l’avesse<br />

c<strong>on</strong>fermata.<br />

«N<strong>on</strong> riesco a vedercelo l’amore sa; la morte sì, ma l’amore n<strong>on</strong> so dove lei lo veda professore.<br />

Sembra più una minaccia che una poesia.»<br />

«Oh c’è, c’è sicuramente; n<strong>on</strong> sente la sensualità di questo alito che avvolge la vittima amante e amata, e<br />

poi c’è l’attesa, che possiamo presumere lunga. Chi, se n<strong>on</strong> una pers<strong>on</strong>a innamorata, può attendere c<strong>on</strong> tanta<br />

fiducia?»<br />

Lorenzo n<strong>on</strong> era molto c<strong>on</strong>vinto. Se qualcuno ti aspetta per tanto tempo, di regola è per presentarti il c<strong>on</strong>to<br />

e n<strong>on</strong> certo per amore. Nel complesso sentiva che la poesia, era un elemento di rinforzo a quella sensazi<strong>on</strong>e<br />

di angoscia che provava quando pensava al suo strano paziente.<br />

Stefano n<strong>on</strong> aveva mai detto di c<strong>on</strong>oscere il russo poi; da dove usciva questa poesia, e come si inseriva<br />

nel quadro che si era fatto? E domanda ancora più difficile: ma se lo era fatto un quadro? O era forse un<br />

insieme di sensazi<strong>on</strong>i c<strong>on</strong>traddittorie, tra quelle professi<strong>on</strong>ali e quelle pers<strong>on</strong>ali, delle quali n<strong>on</strong> riusciva a<br />

trovare il bandolo?<br />

«Sec<strong>on</strong>do lei cosa significa?»<br />

«Caro dottore, questo proprio n<strong>on</strong> saprei dirlo; di per sé la poesia è essenziale nel suo significato, ma in<br />

questo caso… N<strong>on</strong> so, bisognerebbe c<strong>on</strong>oscere il c<strong>on</strong>testo nel quale è stata composta, sapere a chi è dedicata.<br />

Potrebbe fare parte di un corpo poetico più vasto, chi può dirlo? Lei è certo di avermi detto tutto, tutto<br />

intendo compatibilmente c<strong>on</strong> la sua de<strong>on</strong>tologia professi<strong>on</strong>ale?»<br />

Lorenzo rimase combattuto solo per qualche istante; cosa poteva fare di male in f<strong>on</strong>do? Senza fare nomi,<br />

spiegò al Professore come era venuto in possesso della strana poesia.<br />

«Capisce Professore, il mio paziente n<strong>on</strong> c<strong>on</strong>osce il russo, o almeno n<strong>on</strong> mi ha mai detto di c<strong>on</strong>oscerlo, e<br />

n<strong>on</strong> vedo perché dovrebbe mentire a questo proposito. Poiché n<strong>on</strong> ho nessuna intenzi<strong>on</strong>e di pensare a<br />

reincarnazi<strong>on</strong>e o altre sciocchezze del genere…»<br />

Il Professore scosse il dito indice c<strong>on</strong> vigore. In quel momento Lorenzo poteva vedere alle sue spalle la<br />

cattedra, una grande lavagna nera e l’<strong>on</strong>nipresente ritratto del Presidente della Repubblica.<br />

«Però, mio giovane e agnostico amico, lei dimentica il Bardo Immortale: vi s<strong>on</strong>o più cose tra cielo e terra<br />

o Orazio…»<br />

«… che in tutta la tua filosofia…» c<strong>on</strong>cluse Lorenzo. «Comunque mi riesce difficile pensare a qualche<br />

spettro, che invece di aggirarsi per gli spalti di Elsinore, se ne va r<strong>on</strong>zando per la via Emilia e suggerisce<br />

poesie in russo ai miei pazienti. Piuttosto, cos’è di preciso l’assenzio?»<br />

Il professore si eresse ancora di più, mentre parlava c<strong>on</strong> t<strong>on</strong>o compunto.<br />

«L’assenzio n<strong>on</strong> è un ricordo della sua generazi<strong>on</strong>e dottor Crotti, se parliamo del liquore naturalmente…<br />

A meno che lei n<strong>on</strong> ricordi quel bellissimo quadro di Degas, l’ha mai visto al museo d’Orsay? Si intitola<br />

proprio: L’assenzio. Nel quadro si vede una coppia seduta al tavolo di un caffè: c’è lei pensierosa, forse<br />

indecisa sull’opportunità di bere quella bibita, già all’epoca così trasgressiva, lui c<strong>on</strong> il volto annebbiato, la<br />

bombetta tirata all’insù e di fr<strong>on</strong>te a loro, il liquido verde.»<br />

Il Professore proseguì, senza che Lorenzo potesse abbozzare una risposta.<br />

«Ma andiamo c<strong>on</strong> ordine: si tratta del nome volgare dell’Artemisia absinthium, una pianta perenne,<br />

grigiastra, la si trova comunemente sui muri delle case di m<strong>on</strong>tagna. Tanti anni fa, la si distillava insieme ad<br />

altre essenze per ricavarne un amaro, e proprio per il suo gusto amaro, la parola assenzio stava ad indicare<br />

l’amarezza in genere, anche quella dell’anima. Ricorda il vecchio detto: anche la gioia si muta in assenzio?<br />

… Ah dimenticavo; dalle foglie e dalle infiorescenze gialle, si ricava un’essenza stimolante, un eccitante; una<br />

droga dunque se presa in dosi elevate. Il liquore aveva un intenso colore verde smeraldo ed era fortissimo sa.<br />

Tra gli intellettuali del secolo scorso, aveva fama di essere un potente stimolante e, mi perd<strong>on</strong>i l’ardire, anche<br />

un forte afrodisiaco… Gli artisti o sedicenti tali, amavano esaltarsi fino all’abbrutimento c<strong>on</strong> quel liquore, poi<br />

ne fu vietata la fabbricazi<strong>on</strong>e… È più o meno quello che ricordo, ma n<strong>on</strong> mi chieda le date precise, perché ho<br />

paura che mi troverebbe impreparato. Aggiungerei che proprio per questa sua dote, le antiche fattucchiere gli<br />

attribuivano poteri magici, e lo inserivano nei loro intrugli. Cos’altro potrei dirle?»<br />

Lorenzo era disorientato dalle c<strong>on</strong>oscenze che quell’uomo imprevedibile metteva in mostra c<strong>on</strong> tanto<br />

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