Massimo Tommolillo - Words on line
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così, c<strong>on</strong>cluse.<br />
Yelizaveta era tornata quella notte; lei n<strong>on</strong> ne aveva mai dubitato. Avrebbe potuto n<strong>on</strong> dormire, per<br />
evitarla, ma per quante notti avrebbe resistito e poi, perché mai resisterle?<br />
Sembrava quasi che, oltre la porta del sogno, lei fosse lì ad attenderla. Quello strano insieme di rami e<br />
alghe galleggianti, si era alzato lentamente e si era aperto facendo posto a lei, e Benedetta si era chiesta<br />
perché nel primo sogno avesse provato tanta paura.<br />
Adesso n<strong>on</strong> c’era più alcuna paura, ma una materna sensazi<strong>on</strong>e di rassicurazi<strong>on</strong>e. La nenia era<br />
ipnotica e avvolgente e sembrava provenire da tutte le piccole <strong>on</strong>de del lago, che si poggiavano<br />
mollemente sulla riva, mentre Yelizaveta la attendeva immobile c<strong>on</strong> le braccia tese.<br />
Lei era bellissima, c<strong>on</strong> il corpo circ<strong>on</strong>dato da veli e i capelli d’oro che le arrivavano ben oltre i<br />
fianchi, gli occhi verdi, il viso sicuro. N<strong>on</strong> c’erano state parole, come se tutto fosse già c<strong>on</strong>osciuto.<br />
Benedetta le si era avvicinata senza timore, certa che tra quelle braccia avrebbe trovato finalmente tutto<br />
quello che aveva cercato.<br />
L’acqua, e la Creatura che dell’acqua era lo spirito, l’avrebbero avvolta e protetta.<br />
Per sempre.<br />
Sarebbe stata come Yelizaveta: bellissima e spietata. Lei n<strong>on</strong> aveva dimenticato né un nome né un<br />
volto, e in questo desiderio di vendetta c’era tanto che le accomunava. Cosa importava ormai la<br />
lunghezza dell’attesa? Avrebbe cantato anche lei nenie incantatrici e tutti i c<strong>on</strong>ti sarebbero tornati.<br />
Finalmente.<br />
Tolse c<strong>on</strong> cautela la leggera carta che copriva la lametta, e incise l’arteria del polso sinistro c<strong>on</strong> un<br />
unico gesto sicuro, provocando un potente zampillo così scuro da sembrare nero. Il fiotto di sangue<br />
disegnò nuovi e più vivaci ideogrammi sulle piastrelle bianche, per poi finire nell’acqua, quindi ripeté il<br />
movimento per il polso destro.<br />
La pelle, resa molle dalla lunga immersi<strong>on</strong>e, cedette c<strong>on</strong> facilità spaccandosi come il greto argilloso<br />
di un torrente dopo una lunga siccità.<br />
Poggiò la lametta sul bordo della vasca e le sorrise c<strong>on</strong> gratitudine.<br />
È stato più facile tagliarsi le vene che trovare una lametta da barba; n<strong>on</strong> le usa più nessuno, mi<br />
hanno detto. Volevano vendermi tutti un rasoio usa e getta, dicevano che erano più comodi e sicuri, ma<br />
io di “usa e getta” ne ho abbastanza, grazie.<br />
Gli zampilli che sgorgavano dai polsi, si espandevano nell’acqua creando piccole meduse rosse,<br />
abbellite da lunghi filamenti di un rosso più tenue.<br />
Dal vetro opaco della finestra si intravedeva un lucore livido. Tra un po’ sarebbe albeggiato, ma lei<br />
calcolò che i genitori n<strong>on</strong> si sarebbero svegliati prima di un paio d’ore. Aveva tutto il tempo che le<br />
serviva, comunque aprì il rubinetto dell’acqua calda, affinché la temperatura aiutasse la dilatazi<strong>on</strong>e delle<br />
arterie.<br />
All’inizio ci fu un lieve calore che le avvolse la testa, poi una sensazi<strong>on</strong>e di ebbrezza, mentre il tempo<br />
perdeva importanza e il vetro della finestra sfumava dal grigio al rosa.<br />
Oggi sarà una bella giornata.<br />
Infine fu come scivolare nel s<strong>on</strong>no.<br />
«Eccomi Yelizaveta, sto arrivando.»<br />
Mary<br />
Il palazzo era tipico del centro di Bologna; un grande port<strong>on</strong>e in legno che n<strong>on</strong> avrebbe disdegnato<br />
una passata di carta vetrata e una successiva mano di vernice, un gigantesco andr<strong>on</strong>e buio e fresco, la<br />
volta solenne che restituiva il rumore dei passi sui grandi lastr<strong>on</strong>i di pietra della pavimentazi<strong>on</strong>e.<br />
Lorenzo era sempre felice di tornare nel capoluogo; aveva frequentato l’Università in quella città e,<br />
cosa più importante, vi aveva c<strong>on</strong>osciuto Emma, anche se poi n<strong>on</strong> era stato facile c<strong>on</strong>vincerla al<br />
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