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Massimo Tommolillo - Words on line

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abbiamo fatto in tutti questi mesi?.<br />

«N<strong>on</strong> preferisci stenderti?»<br />

La ragazza, per un lungo momento, lo guardò senza realmente vederlo. Aveva la testa lievemente<br />

inclinata, come se fosse poggiata a un qualcosa che vedeva solo lei. Il corpo minuto sembrava così fragile nel<br />

magli<strong>on</strong>e di almeno due taglie troppo grande per lei.<br />

Lorenzo ricacciò immediatamente l’immagine di sé che carezzava i capelli della ragazza, per c<strong>on</strong>fortarla.<br />

Le sue bambine, Alessia e Martina avevano solo sei anni, ma n<strong>on</strong> era difficile immaginare una di loro, al<br />

posto di Benedetta, forse tra qualche anno. Si vergognò di quel pensiero, ma l’immagine lo aveva preso a<br />

tradimento, come in un flash.<br />

«Vuoi parlarmi di qualche fatto in particolare?»<br />

Ancora silenzio; decise di n<strong>on</strong> farle pressi<strong>on</strong>i. Se era venuta, un motivo doveva averlo, anche se forse n<strong>on</strong><br />

lo aveva dichiarato neanche a se stessa.<br />

Benedetta inspirò prof<strong>on</strong>damente, come a prepararsi a uno sforzo.<br />

«No. No, niente di particolare. Veramente, n<strong>on</strong> ero neppure certa di venire, oggi.»<br />

Quel parlare frammentato, a scatti, come l’andatura singhiozzante di un’auto guidata da un principiante,<br />

era il sintomo più appariscente di come la ragazza fosse regredita. Ancora silenzio e ancora decise di<br />

attendere che fosse lei a prendere l’iniziativa.<br />

«In effetti c’è stato un sogno, ma ricordo poco..., n<strong>on</strong> so.»<br />

«Vuoi parlarne?»<br />

La ragazza fissò per alcuni momenti una stampa in quadricromia, che rappresentava una lunga fila di<br />

cabine su una spiaggia, come se fosse la prima volta che la vedeva.<br />

«N<strong>on</strong> so...»<br />

«E questo sogno e collegato c<strong>on</strong> qualcosa che ti deprime tanto?»<br />

«N<strong>on</strong> ne s<strong>on</strong>o sicura, sì..., forse sì.»<br />

«Allora prova a racc<strong>on</strong>tarmelo.»<br />

La ragazza scosse un paio di volte la testa, poi finalmente si decise a parlare.<br />

«Mi trovo su una spiaggia, s<strong>on</strong>o sola, ma n<strong>on</strong> c’è nulla del clima delle vacanze, perché è una spiaggia<br />

tetra, la sabbia è nera, ne ho viste così nel nord della Corsica, credo… A tratti però mi sembra un posto<br />

che frequentavo da ragazzina, quando andavo in vacanza; insomma è c<strong>on</strong>temporaneamente come se la<br />

c<strong>on</strong>oscessi e come se n<strong>on</strong> l’avessi mai vista.»<br />

Lorenzo sorrise mentalmente al pensiero di quando ero una ragazzina; Benedetta aveva ad oggi, solo<br />

ventidue anni.<br />

«Su questa spiaggia ci s<strong>on</strong>o lunghi solchi prof<strong>on</strong>di nella sabbia, come ferite provocate da artigli<br />

giganteschi. I solchi s<strong>on</strong>o pieni di fango e anche la luce è così... N<strong>on</strong> saprei definirla, perché c’è il sole ma<br />

n<strong>on</strong> illumina nulla. Capisce? gli oggetti n<strong>on</strong> fanno ombre. Il cielo è di un colore azzurro metallo, come quello<br />

delle armi, e io ho un po’ di freddo. Nel sogno so che, anche se pare una spiaggia che c<strong>on</strong>osco, n<strong>on</strong> s<strong>on</strong>o al<br />

mare come sembra, ma su un lago; lo so perché a poca distanza dalla riva c’è un’isoletta, e sullo sf<strong>on</strong>do si<br />

ved<strong>on</strong>o delle m<strong>on</strong>tagne. Il mare n<strong>on</strong> è così, n<strong>on</strong> le pare?»<br />

Momenti di silenzio nei quali Benedetta mostrava la sua insoddisfazi<strong>on</strong>e c<strong>on</strong> smorfie mute e scuotimenti<br />

nervosi della testa.<br />

«N<strong>on</strong> riesco a spiegarle del tutto, ma tanto anche se capisse sarebbe inutile.»<br />

«N<strong>on</strong> preoccuparti. È difficile racc<strong>on</strong>tare i sogni, perché è praticamente impossibile ritrasmettere a parole<br />

le sensazi<strong>on</strong>i provate. Comunque sei stata chiarissima, c<strong>on</strong>tinua per favore.»<br />

Un altro lungo sospiro.<br />

«Dalla sabbia viene fuori una grossa cagna pelosa, tipo un San Bernardo, ma è strano come è apparsa dalla<br />

sabbia, sembra che sia stata generata dalla spiaggia ed è lurida, imm<strong>on</strong>da… La cagna corre verso l’acqua; sa<br />

come fanno i cani quando gli lanci qualcosa da riportare?»<br />

«Perché dici che era una cagna?»<br />

La ragazza lo guardò sc<strong>on</strong>solata mentre faceva spallucce, come a rimarcare la poca importanza di quel<br />

particolare.<br />

«N<strong>on</strong> so perché… Ma che importa; era una cagna, credo o almeno nel sogno ero c<strong>on</strong>vinta che lo fosse. Si<br />

tuffa nell’acqua, ma nello stesso istante si trasforma in qualcosa che galleggia. N<strong>on</strong> saprei descrivere come<br />

avviene la trasformazi<strong>on</strong>e, ma all’improvviso sembra un insieme di foglie o di alghe. N<strong>on</strong> lo so che cos’era.<br />

Poi quel mucchio di roba, si rivolge verso di me. Sento una specie di nenia ma è minacciosa e io ho paura.<br />

N<strong>on</strong> capisco le parole ma so che s<strong>on</strong>o spaventose ed è meglio n<strong>on</strong> capirle, perché hanno a che fare c<strong>on</strong> i<br />

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