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Massimo Tommolillo - Words on line

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sembra ingenuo questo desiderio di c<strong>on</strong>trollare tutto? N<strong>on</strong> basterebbe pensare che alcune cose accad<strong>on</strong>o<br />

perché è il momento; punto e basta?»<br />

Lorenzo n<strong>on</strong> credeva che Linda volesse veramente una risposta, e quindi si limitò a un dubbioso<br />

cenno della testa; nel frattempo pensava che stava ascoltando una ben strana orazi<strong>on</strong>e funebre, da parte<br />

di una d<strong>on</strong>na che aveva saputo poche ore prima, che il suo unico figlio era in coma irreversibile. Linda<br />

tacque per un istante, quasi a voler ricordare di cosa stesse parlando prima della sua divagazi<strong>on</strong>e, poi<br />

ritrovato il punto, riprese la narrazi<strong>on</strong>e.<br />

«Da quando Dario capì che n<strong>on</strong> poteva più usare Stefano come suo bersaglio, la sua frustrazi<strong>on</strong>e<br />

aumentò fino a che trovò una nuova vittima, o meglio alcune nuove vittime. Le ho detto del piacere che<br />

provava nel vincere alle carte, ma adesso n<strong>on</strong> si affidava più alla fortuna o alla sua abilità, perché era<br />

bravo sa, sia al poker che nel bridge, molto bravo. Dario era uno di quelli che dopo un paio di mani,<br />

riusciva a capire quali carte avessero gli avversari; comunque n<strong>on</strong> gli bastava più. Vede quel quadro?»<br />

Linda aveva indicato un grosso quadro a tempera in stile impressi<strong>on</strong>ista, che rappresentava un<br />

sentiero di campagna adiacente a un piccolo stagno. Lorenzo avrebbe voluto fare un qualche commento,<br />

ma preferì evitare: n<strong>on</strong> aveva mai capito molto di pittura.<br />

«L’ho c<strong>on</strong>servato perché mi piace e poi n<strong>on</strong> credo che un oggetto possa avere resp<strong>on</strong>sabilità negli<br />

eventi, n<strong>on</strong> le pare? Dario lo aveva disposto in modo che fosse leggermente obliquo rispetto alla parete;<br />

vede che lo sf<strong>on</strong>do è piuttosto scuro? Questo fatto più il grosso cristallo che lo ricopre, lo rendevano<br />

praticamente uno specchio. Il tavolino era disposto in modo tale che, c<strong>on</strong> l’aiuto di quel quadro, lui<br />

riusciva a vedere le carte dei due giocatori che davano le spalle alla parete. Era un aiuto che lo faceva<br />

sentire più sicuro di avere il sopravvento.»<br />

«E questo gli bastava? Voglio dire: era sufficiente a suo marito per sentirsi soddisfatto? N<strong>on</strong> credo<br />

che giocasse c<strong>on</strong>tro dei professi<strong>on</strong>isti o che fossero in ballo grosse cifre.»<br />

«Le ho già detto che n<strong>on</strong> era una questi<strong>on</strong>e di denaro; lui vinceva e li faceva sentire degli sciocchi,<br />

perché li provocava e poi li prendeva in giro, inoltre erano nostri amici e n<strong>on</strong> potevano rifiutare gli<br />

inviti… beh quasi. Alcuni si all<strong>on</strong>tanar<strong>on</strong>o e n<strong>on</strong> li vedemmo più. Però Dario godeva molto del fatto che<br />

dovessero accettare loro malgrado, per poi perdere e subire anche il suo sarcasmo. Ma n<strong>on</strong> durò, n<strong>on</strong><br />

molto comunque…»<br />

«Stefano c’entra naturalmente. Aspetti… Fu lui a svelare i trucchi di suo marito ai vostri amici, è<br />

così?!»<br />

Linda esitò prima di risp<strong>on</strong>dere e fissò il vuoto, come a cercare una c<strong>on</strong>ferma o, forse meglio, una<br />

prova c<strong>on</strong>traria a ciò che stava per dire.<br />

«Sì, n<strong>on</strong> ne ho mai avuto la certezza, ma credo proprio che fu lui… Seppi che erano arrivate delle<br />

lettere an<strong>on</strong>ime che racc<strong>on</strong>tavano tutto. Noi fummo praticamente cancellati dal m<strong>on</strong>do. In una città<br />

piccola come Reggio Emilia la voce si diffuse, c<strong>on</strong> quale velocità lascio a lei immaginare. Molti di<br />

questi amici erano anche clienti di Dario. Fu un disastro anche da quel punto di vista. Inutile dire che<br />

n<strong>on</strong> si rivolsero più a lui, e a poco a poco anche gli altri clienti si dissolsero. Passavamo le serate in casa,<br />

senza il coraggio di mettere il naso fuori, aspettando una telef<strong>on</strong>ata che ci tirasse fuori da quell’esilio…<br />

N<strong>on</strong> è ancora arrivata…»<br />

«Forse n<strong>on</strong> erano veri amici; ci ha mai pensato?»<br />

Probabilmente n<strong>on</strong> era la frase più felice, da dire in quel momento, anche perché la reazi<strong>on</strong>e di quella<br />

gente gli sembrava perfettamente giustificata, ma Linda n<strong>on</strong> parve farci molto caso, se n<strong>on</strong> per una<br />

impercettibile scrollata di spalle.<br />

«Forse… lo sa che mia madre me lo rinfaccia ancora?»<br />

«Le madri s<strong>on</strong>o le nostre migliori alleate. una metà dei miei pazienti viene da me per merito della<br />

madre. Poi cosa accadde?»<br />

«Glielo ho detto; fu un disastro, se lo immagina lei un commercialista che bara e imbroglia gli amici?<br />

Lei ci andrebbe da uno così? Poco dopo lo scandalo si ritirò e una mattina, senza dire nulla, se ne è<br />

andato e n<strong>on</strong> l’ho più visto.»<br />

«Mi sta dicendo che da allora lei n<strong>on</strong> ne ha più nessuna notizia?»<br />

Linda si alzò di scatto e iniziò a muoversi nervosamente nella stanza troppo piccola; sistemava un<br />

soprammobile spostandolo di pochi millimetri, soffiava via una invisibile polvere, guardava tutto c<strong>on</strong> lo<br />

stupore di chi fosse entrato in quella stanza per la prima volta.<br />

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