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Massimo Tommolillo - Words on line

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La nenia stava diventando più insistente; ora n<strong>on</strong> era più minacciosa ma suadente, ipnotica. Sotto<br />

l’ipotetico cappello di frasche putride, adesso lui riusciva a scorgere un profilo, a tratti bellissimo, c<strong>on</strong><br />

lunghi capelli neri che incorniciavano un volto pallido e triste.<br />

A tratti però quello stesso volto gli appariva anche orrido; una specie di maschera squamosa, c<strong>on</strong> gli<br />

occhi sporgenti e una lingua verde, viscida e scattante.<br />

Avrebbe dovuto quindi diffidarne, ma la nenia era così suadente e gli cantava parole che sebbene<br />

ignote, erano c<strong>on</strong>osciute alla sua anima da sempre… Senza quasi accorgersi che era entrato in acqua, si<br />

trovò a muovere i primi passi verso quel su<strong>on</strong>o.<br />

Valentina<br />

Linda guardò la modesta casetta di legno c<strong>on</strong> un misto di paura e speranza; alla luce di come erano<br />

andate le cose, le sembrava quasi inevitabile essere lì, benché n<strong>on</strong> riuscisse ancora ad accettare<br />

l’assurdità di tutta la situazi<strong>on</strong>e.<br />

Al margine del bosco di betulle, c<strong>on</strong> il vento che faceva stormire le foglie argentate, l’atmosfera era<br />

tale che sembrava un po’ meno folle quell’andare nella casa di una guaritrice e quel chiederle un<br />

c<strong>on</strong>sulto, quasi che fosse un famoso medico.<br />

Solo un po’ meno folle.<br />

Al ritorno dalla gita alla piccola isola in mezzo al lago, le era sembrato semplicemente di vedere<br />

chiudere il cerchio di una giornata iniziata male, che n<strong>on</strong> poteva che finire in quel modo. Stefano se ne<br />

stava lì impalato sulla riva, zuppo come un sacco di stracci appena tirati fuori da un catino e c<strong>on</strong><br />

quell’espressi<strong>on</strong>e…<br />

Bu<strong>on</strong> Dio, era stata la sua espressi<strong>on</strong>e a spaventarla molto di più che n<strong>on</strong> il vederlo in quello stato.<br />

Gli occhi assenti fissavano un punto l<strong>on</strong>tano, un punto che poteva vedere solo lui; sul viso gli<br />

aleggiava un sorriso tanto inc<strong>on</strong>gruo quanto sinistro. Per un attimo n<strong>on</strong> gli era sembrato nemmeno suo<br />

figlio e ci aveva provato a illudersi, anche se solo per poco: il ragazzo aveva gli stessi abiti del mattino,<br />

fradici ma inequivocabilmente gli stessi.<br />

Cosa ti succede Linda? Hai bisogno di guardare un paio di scarpe da basket, di quelle che hai<br />

pagato duecentomila lire, per ric<strong>on</strong>oscere tuo figlio? Sì, se all’improvviso ha un’espressi<strong>on</strong>e che n<strong>on</strong> gli<br />

ho mai visto in quasi dodici anni! Eh sì che le c<strong>on</strong>osco tutte, le sue espressi<strong>on</strong>i.<br />

«L’imbecille deve essere caduto in acqua e adesso fa la scena,» poi rivolto al ragazzo:«Ma se credi<br />

che questo ti basti a scansarle! Ah, figuriamoci…»<br />

«Dario, animale; piantala una bu<strong>on</strong>a volta, n<strong>on</strong> vedi in che stato è?»<br />

Si bloccò, stupita lei stessa del t<strong>on</strong>o e delle parole usate c<strong>on</strong> il marito.<br />

«Scusami caro, n<strong>on</strong> volevo dire così, ma è che… guardalo lì.»<br />

Certamente n<strong>on</strong> gli aveva mai parlato così aspramente. Anni di sopportazi<strong>on</strong>e passiva all’improvviso<br />

le erano sembrati pesantissimi e inutili; tutti quei sorrisi, mentre dentro sanguinava, n<strong>on</strong> avevano<br />

prodotto nulla, anzi forse avevano solo rinforzato l’egoismo di quell’uomo.<br />

Aveva abbracciato il ragazzo per un lungo momento, cercando di trasmettere un po’ del suo calore<br />

alla pelle gelida del figlio, l’aveva rincuorato, accarezzato. Gli aveva parlato c<strong>on</strong> il t<strong>on</strong>o che usava<br />

quando lui era piccolo piccolo e le aveva buscate dal padre; ma ogni tentativo di sapere cosa era<br />

accaduto, si era sc<strong>on</strong>trato c<strong>on</strong>tro quel viso vuoto e quel mutismo ostinato.<br />

E adesso era lì, a c<strong>on</strong>templare una casa di legno che sembrava proprio quella dei sette nani, se n<strong>on</strong><br />

ché quella favola era un incubo, come forse tutte le favole, a ben vedere.<br />

Accanto a lei, Stefano sembrava un po’ più vigile del giorno precedente, anche se alternava il totale<br />

disinteresse per tutto ciò che lo circ<strong>on</strong>dava a sorrisi improvvisi e incomprensibili. Era come se ascoltasse<br />

una voce interna che gli racc<strong>on</strong>tava cose un po’ buffe e misteriose. Cose che gli altri n<strong>on</strong> potevano<br />

sentire.<br />

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