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Massimo Tommolillo - Words on line

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ha riportato qui a casa e ha detto che andava nella casetta su a R<strong>on</strong>dinara, per stare in pace. Ha detto una cosa<br />

strana anche…»<br />

«Marinella, Tommy dice solo cose strane.»<br />

«Lori, da quando ne sei uscito sei sempre così acido e supp<strong>on</strong>ente, ti senti molto superiore eh? Comunque<br />

ha detto che voleva scoprire se il cielo ce la faceva a sostenerlo. Gli ho chiesto cosa voleva dire, ma lui n<strong>on</strong><br />

mi ha neppure risposto. Te l’ho detto che n<strong>on</strong> mi c<strong>on</strong>sidera proprio, n<strong>on</strong> so cosa fare, ti prego Lori.»<br />

«Cosa ci vedi di preoccupante in tutto questo? È già successo che si rintana per qualche giorno in quella<br />

specie di stalla da solo, no? E allora? Ha detto una frase incomprensibile, come se n<strong>on</strong> lo c<strong>on</strong>oscessi; lui si<br />

diverte così.»<br />

La ragazza, probabilmente aveva ripreso a piangere, ma si stava sforzando di n<strong>on</strong> farsi sentire da lui, per<br />

cui la voce usciva c<strong>on</strong>tratta e innaturale.<br />

«Mi preoccupa la strada, c<strong>on</strong> questo tempo e mi preoccupa lui. Quando gli passa l’effetto sta di merda.<br />

Aspetta, n<strong>on</strong> dirmi che capita a tutti, lo so. Ma lui ultimamente sta sempre peggio, si sente in colpa perché tu,<br />

c<strong>on</strong> il programma di recupero ce l’hai fatta e lui no, e dice pure che c<strong>on</strong> la sua debolezza ha mandato in vacca<br />

la vostra amicizia e tutto il resto. Insomma, dopo sta di schifo. Vallo a prendere Lori ti prego, lo sai che se gli<br />

capita qualcosa io… Chi altro vuoi che ci stia c<strong>on</strong> una come me?»<br />

Lorenzo aveva sobbalzato all’egoismo <strong>on</strong>esto di quella frase, ma n<strong>on</strong> aveva fatto alcun commento. Aveva<br />

comunque capito a cosa la ragazza alludesse: Marinella, da bambina, aveva avuto parte del volto deturpato da<br />

una scottatura molto estesa. Lei stessa diceva che era diventata uno scherzo della natura: due d<strong>on</strong>ne in una.<br />

Vista da sinistra era molto bella, c<strong>on</strong> un viso dolce e la pelle chiara e lentigginosa tipica delle pers<strong>on</strong>e c<strong>on</strong><br />

i capelli rossi; se osservata da destra invece, l’occhio deformato e perennemente semichiuso, risaltava sulla<br />

lucida pelle usti<strong>on</strong>ata, e il suo volto pareva una maschera grottesca.<br />

Tommy diceva che la cosa n<strong>on</strong> aveva alcuna importanza, perché lui riusciva a vederla tutta bella, n<strong>on</strong> solo<br />

da un lato, ma Tommy riusciva a vedere belli tutti, proprio tutti. Tommy doveva sempre salvare tutti gli<br />

infelici del m<strong>on</strong>do, anche se n<strong>on</strong> riusciva neppure a badare a se stesso.<br />

«Domani ti giuro che ci vado, c<strong>on</strong> la luce però. Adesso è buio rischiamo solo di fare un incidente… Ma te<br />

la ricordi la mia macchina? Quella n<strong>on</strong> va c<strong>on</strong> la strada normale, figurarsi c<strong>on</strong> la neve che c’è. Domani…»<br />

«Subito Lori ti prego, devi andarci subito.»<br />

«Perché n<strong>on</strong> provi a telef<strong>on</strong>are al D<strong>on</strong>? Ha aiutato un sacco di noi, chiamalo Marinella.»<br />

«Ma è un prete, Tommy n<strong>on</strong> li sopporta i preti. Devi andarci tu Lori, a te darà retta.»<br />

«N<strong>on</strong> posso, ti giuro che n<strong>on</strong> è che n<strong>on</strong> voglio, proprio n<strong>on</strong> posso. Domani, ci andiamo insieme se vuoi.<br />

Passo io a prenderti, va bene?»<br />

Marinella aveva ripreso a piangere senza più nasc<strong>on</strong>derlo, e aveva riattaccato senza neanche risp<strong>on</strong>dergli.<br />

Lorenzo si addormentò mentre il sogno si collegava strettamente al ricordo, quasi ne fosse stato il naturale<br />

prosieguo.<br />

Lui è nel suo studio ma le pareti s<strong>on</strong>o sparite, come pure il soffitto; c’è tutto l’arredamento, assurdamente<br />

piazzato in un deserto gelato e arido. Tutt’intorno scheletrici alberi antropomorfi protend<strong>on</strong>o magre braccia,<br />

alla fine delle quali le dita s<strong>on</strong>o sottili ramoscelli prensili; i rami disegnano sullo sf<strong>on</strong>do del cielo metallico,<br />

un complesso sistema arterioso.<br />

Gli alberi bisbigliano tra loro, ma ciò che si dic<strong>on</strong>o rimane incomprensibile, lui vorrebbe zittirli perché sta<br />

lavorando, ma poi pensa che s<strong>on</strong>o alberi e che si trovano nel loro elemento, e chi è mai lui per dire loro di<br />

tacere?<br />

Il cielo che domina tutto, è una lastra di acciaio che emette una luce tragica, fatta di lame di giallo pallido<br />

che si interp<strong>on</strong>g<strong>on</strong>o tra estesi grigi.<br />

È un’alba, pensa Lorenzo, l’alba di un giorno doloroso, un’alba che n<strong>on</strong> sarà seguita mai da alcun mattino.<br />

Sul lettino c’è Stefano ma ha il viso di Tommy, il segno violaceo intorno al collo, lo stesso viso livido c<strong>on</strong><br />

la lingua orribilmente g<strong>on</strong>fia che aveva quando lui lo aveva ritrovato quella mattina, lassù nella casa di<br />

R<strong>on</strong>dinara. C’era così freddo in quella maledetta casa, che anche all’interno il respiro formava nuvolette di<br />

c<strong>on</strong>densa.<br />

«Era questo che intendevi eh Tommy, quando hai detto che volevi vedere se il cielo ti reggeva? Sei il<br />

solito imbrogli<strong>on</strong>e però, giochi sempre c<strong>on</strong> le parole; la corda era legata a una trave, n<strong>on</strong> è il cielo che ti ha<br />

retto.»<br />

«Io la corda me la s<strong>on</strong>o legata prima intorno al collo, poi l’ho lanciata in cielo; la trave sarà finita in<br />

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